
Una giornata ricca di incontri e iniziative, per gridare al mondo che la violenza sulle donne è una piaga da combattere 365 giorni all'anno. “Non c'è alcuna significativa riduzione né a San Marino né in Italia”- scrive UDS – ricordando le 71 donne uccise quest'anno in ambito familiare-affettivo. Dunque, cosa fare? Condannare la violenza è importante, ma non basta. Occorre cambiare – continua Unione donne sammarinesi – la cultura maschilista e patriarcale.
Battaglia che si combatte insieme, senza distinzioni di sesso. Con l'Associazione Confine chiede una riflessione pubblica tra uomini e donne, politica, informazione, istruzione e lavoro, verso una nuova cultura delle relazioni.
Per il Pdcs è dovere di una vera democrazia continuare a tenere alta l'attenzione, vincere resistenze mentali e sociali, denunciare, sensibilizzare, informare e soprattutto dare il buon esempio. In prima linea l'Università di San Marino, che ieri ha acceso i riflettori sulla violenza di genere nelle diverse culture, con un seminario che si è concluso con la presentazione del libro “Le relazioni umane pericolose”.
Oggi, invece, la tavola rotonda a tema “il corpo e l’acconciatura nell’arte contemporanea”. Presente anche Masha Salimi, studentessa iraniana che ci riporta alle battaglie femminili per diritti e libertà nella repubblica islamica, al velo della rivolta. “Nella storia dell’Iran, quando le donne non avevano abbastanza potere e voce in capitolo per difendersi – racconta - si tagliavano i capelli”.
Poi - a cura del Comitato Nazionale Sammarinese Fair Play - l'inaugurazione in Città della panchina rossa, la terza dopo la pausa Covid, simbolo del posto occupato da una donna strappata alla vita dalla violenza. Mentre di arancione sono illuminate seconda e terza torre, a sostegno della campagna internazionale Orange the World.