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We Free Day, Francisco Santos a San Patrignano: "Cambiare si può"

11 ott 2009
We Free Day, Francisco Santos a San Patrignano: "Cambiare si può"
Una catastrofe silenziosa che coinvolge non solo le persone che fanno uso di cocaina ma un intero ecosistema che ogni anno perde 300 mila ettari di bosco e specie animali. Il vice presidente della Colombia, Francisco Santos, giornalista prestato alla politica, combatte da anni i trafficanti di droga. Nel suo passato 8 mesi di prigionia, rapito da Pablo Escobar insieme ad altri 10 giornalisti negli anni novanta, nel presente la battaglia per sensibilizzare i consumatori, soprattutto giovani, al problema ambientale legato alla coltivazione di coca. In patria ha lanciato una serie di progetti e la sua rivoluzione silenziosa ha già permesso ad ex militanti della forze guerrigliere colombiane e “cocaleros” di rientrare nella legalità, a ragazzi “grafiteros” di essere strappati alla strada e alla droga, e riprendere un percorso educativo. Con lui a San Patrignano per testimoniare che cambiare si può. “Chi usa droga - sottolinea Santos - deve sapere che contribuisce a distruggere un ecosistema tra i più importanti al mondo”.
Per coltivare la coca la vegetazione viene estirpata con erbicidi e sostante altamente tossiche, le particelle velenose si disperdono poi nell’aria e ricadono in altre parti del bosco. Per produrre un kilo di coca vengono utilizzati 600 kili di inquinanti. Ogni anno in Colombia si producono 700 tonnellate di droga. Ma il traffico di questa sostanza tanto richiesta sta distruggendo anche l’Africa, dove passano tonnellate e tonnellate di droga che alimentano guerre, sfruttamento di interi popoli, genocidi. Ai giovani che consumano coca dice: “Dovete sapere che ogni grammo di polvere bianca usata ha già provocato la distruzione di 10 metri quadri di bosco”.

Myriam Simoncini

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