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WikiLeaks: in Svezia magistrati interrogheranno Assange

11 ago 2016
WikiLeaks: in Svezia magistrati  interrogheranno Assange
Il fondatore di WikiLeaks , Julian Assange sarà interrogato dai magistrati svedesi nell'ambasciata ecuadoriana a Londra. A rivelarlo oggi è il quotidiano britannico The Guardian. In un documento consegnato alle autorità svedesi, il procuratore generale dell'Ecuador ha dato il via libera alla richiesta della Procura di Stoccolma di interrogare l'attivista australiano, sul quale pende un mandato d'arresto per l'accusa di violenza sessuale. Assange, da parte sua, teme di essere estradato negli Stati Uniti a causa della sua attività legata a WikiLeaks. La data dell'interrogatorio verrà fissata "nelle prossime settimane", ha reso noto l'Ecuador in un comunicato, ribadendo l'impegno del ministero degli Esteri del Paese all'asilo concesso ad Assange nell'agosto del 2012.

IL CASO WIKILEAKS - Il 28 novembre 2010 il sito web Wikileaks rese di pubblico dominio oltre 251.000 documenti diplomatici statunitensi, molti dei quali etichettati come "confidenziali" o "segreti". Il giorno dopo, il general attorney dell'Australia, Robert McClelland, dichiara alla stampa che l'Australia è intenzionata a investigare sulle attività di Assange e di Wikileaks. Per difendersi e per tutelare il materiale, Assange arruola alcune "sentinelle" in possesso di chiavi d'acceso.

LE ACCUSE DI VIOLENZA SESSUALE - Sempre nel novembre 2010, il tribunale di Stoccolma annuncia un mandato d'arresto in contumacia nei confronti di Assange con l'accusa di stupro, molestie e coercizione illegale. Il reato contestatogli sarebbe quello di aver avuto rapporti sessuali non protetti, anche se consenzienti, con due donne e di essersi rifiutato di sottoporsi ad un controllo medico sulle malattie sessualmente trasmissibili, condotta criminosa per la legge svedese. La denuncia era partita dalle sue ex-amanti.
A dicembre Assange si presenta spontaneamente negli uffici di Scotland Yard e viene arrestato in seguito al mandato di cattura europeo. Rimarrà in carcere fino al 14 dicembre.

Nel frattempo la Svezia presenta una richiesta di estradizione alle autorità britanniche. Dopo nove giorni di carcere, Assange viene rilasciato su cauzione, e la decisione sulla richiesta di estradizione rimandata. Ma per lui pende l'accusa per spionaggio negli Stati Uniti, dove secondo la legge americana questa può costare l'ergastolo e anche la pena di morte. Il 2 novembre 2011 l'Alta corte di Londra dà il via libera all'estradizione richiesta dalla Svezia.

Verso metà giugno 2012 la Corte Suprema britannica rigetta il ricorso contro l'estradizione. Così Assange si rifugiò all'ambasciata dell'Ecuador a Londra, chiedendo asilo politico in quanto perseguitato. Il 16 agosto 2012 il governo del socialista Rafael Correa concede lo status di rifugiato politico ad Assange, mentre questi si trova ancora nell'ambasciata, poiché il Regno Unito non vuole garantirgli un salvacondotto e minaccia di arrestarlo con un blitz, per poterlo consegnare alla Svezia, nonostante la possibile grave violazione del diritto internazionale all'immunità delle sedi diplomatiche. Nel 2015, Assange chiede, dichiarandosi in pericolo di vita, protezione alla Francia ma le autorità francesi rifiutano prontamente qualsiasi aiuto. L'anno successivo, il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria ha decretato che la permanenza forzata di Assange nell'ambasciata è configurabile come detenzione arbitraria e illegale da parte di Gran Bretagna e Svezia.

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