
Ogni anno finiscono sul mercato oltre 410 milioni di tonnellate di plastica, prodotte in larga parte da fonti fossili. Una parte consistente di questa plastica finisce dispersa nell’ambiente, soprattutto in mare, dove rappresenta l’80% dei rifiuti presenti negli ecosistemi marini e costieri del Mediterraneo. In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, il WWF lancia un nuovo allarme: la plastica non è più solo un problema ecologico, ma una minaccia diretta e crescente per la salute umana.
Secondo il dossier “Oltre la plastica: il peso nascosto dell’inquinamento”, realizzato nell’ambito della campagna Our Future, il problema ha assunto dimensioni sistemiche. Le micro e nanoplastiche (MNP), frammenti minuscoli derivati dalla degradazione dei rifiuti o prodotti intenzionalmente, sono ormai presenti ovunque: nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo, negli alimenti che consumiamo ogni giorno. Diversi studi scientifici hanno rilevato la presenza di particelle di plastica nel sangue, nelle urine, nel latte materno, nella placenta, ma anche nei polmoni, nel cuore, nei reni e persino nel cervello umano.In quest’ultimo, le concentrazioni di plastica rilevate hanno raggiunto i 7 grammi: l’equivalente del peso di una penna a sfera. L’inalazione e l’ingestione sono le principali vie di esposizione: si stima che un essere umano possa ingerire fino a 52.000 particelle di plastica all’anno e inalarne fino a 22 milioni.
L’effetto combinato con sostanze chimiche tossiche – come ftalati, bisfenolo A e ritardanti di fiamma – aumenta i potenziali rischi per il sistema endocrino, cardiovascolare e riproduttivo. Nonostante non sia stata ancora accertata una relazione causale definitiva con patologie specifiche, gli indizi sono sempre più numerosi: alcune ricerche condotte in Italia collegano la presenza di MNP nel corpo umano a malattie cardiovascolari come ictus e infarto, oltre a sospetti legami con disturbi neurologici e dello sviluppo fetale.
Per questo il WWF chiede un’azione urgente, strutturale e coordinata da parte di governi, aziende e cittadini. L’obiettivo: fermare la dispersione di plastica nell’ambiente entro il 2030, attraverso politiche più rigorose, riduzione della produzione, riprogettazione dei prodotti e responsabilizzazione collettiva. I negoziati internazionali per il trattato globale contro l’inquinamento da plastica riprenderanno ad agosto a Ginevra. Intanto, anche i cittadini possono contribuire con scelte più consapevoli e una corretta raccolta differenziata.