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Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, una violenza di genere perché colpisce le donne proprio in quanto tali

23 nov 2016
Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, una violenza di genere perché colpisce le donne proprio in quanto tali
Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, una violenza di genere perché colpisce le donne proprio in quanto tali.
La violenza di genere è purtroppo diffusa anche in Repubblica e non si tratta solo della casistica fornita dall’Authority che ci parla di un aumento costante delle segnalazioni e delle richieste d’aiuto . C’è ancora, da scardinare, una sub cultura fatta di stereotipi e pregiudizi che fornisce legittimazione alla sopraffazione femminile. Frasi che partono da “Le bambine non devono agitarsi”, passano per “E’ solo una palpatina” fino al devastante “Se l’è cercata” che arriva a giustificare persino lo strupro. La mercificazione del corpo femminile per vendere qualsiasi oggetto è sotto gli occhi di tutti, e molti considerano “ normale” controllare posta e mail della compagna o limitarne gli spostamenti e le frequentazioni, e – soprattutto- non accettano che sia lei a porre fine alla relazione amorosa. Sono tante le violazioni che donne e bambine subiscono, per il solo fatto di essere femmine. La violenza contro le donne è un fenomeno sociale che va considerato come tale, non il risultato dell’agire patologico del “mostro” che ha ceduto per un attimo al “raptus”, anzi è bene ricordare che anche in Repubblica la gran parte delle violenze avviene in ambito famigliare, per mano di maschi con cui la donna è imparentata o con cui ha relazioni affettive . Per questo occorre che sempre più nelle famiglie e nelle scuole si educhi a sviluppare relazioni rispettose e paritarie e a saper controllare le proprie emozioni e frustrazioni. Il 26 a Roma, vi sarà la manifestazione “Non una di meno” , anche alcune di noi ci andranno, cittadine attive in politica, nell’associazionismo, nel sindacato. Si manifesterà contro il femminicidio, ma anche contro gli ostacoli che rendono sempre più difficile – certamente anche per noi sammarinesi- accedere all’interruzione volontaria della gravidanza. La legge 194 viene infatti sempre più boicottata da medici obiettori cha lavorano nelle strutture pubbliche e si rifiutano di fornire questo servizio . A San Marino il problema è a monte: l’aborto è reato penale, indipendentemente dalle condizioni in cui è avvenuto il concepimento (anche se a seguito di stupro) e indipendentemente anche dalle condizioni di salute e personali della donna e anche in caso di gravi malformazioni del feto. In Repubblica abbiamo una buona legge sulla violenza di genere, una legge che riconosce come un’aggravante la violenza agita in ambito famigliare, che punta sulla prevenzione del fenomeno e sulla specifica formazione del personale che viene in contatto con donne abusate (forze di polizia, personale sanitario, ma anche insegnanti). Purtroppo abbiamo anche un’altra legge - il codice penale- che ci umilia come cittadine, che non ci dà scelta, che non tutela la nostra salute, costringendoci alla maternità forzata o ad arrangiarci fuori territorio. Anche l’aborto reato penale è violenza di genere.

Comunicato di un gruppo di cittadine sammarinesi che parteciperà anche alla manifestazione "Non una di meno" a Roma del 26 novembre.

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