Nel 1915 il mondo, già travolto dalle devastazioni della prima guerra mondiale nel cuore dell’Europa, veniva scosso da un’altra terribile tragedia, che ha visto quasi 2 milioni di Armeni sterminati all’interno del secolare e rinfocolato conflitto con lo stato turco. Differenze etniche, religiose e politiche determinarono una serie di tragici episodi che si protrassero per alcuni anni, determinando alla fine un numero di morti tra gli Armeni davvero agghiacciante. Quanto accadde allora è ancora oggi oggetto di dibattiti e tensioni, nella ricerca di una verità condivisa che la storia possa far propria. Le recenti parole del Pontefice hanno messo la questione armena, proprio in occasione del Centenario del Genocidio, nuovamente al centro dell’attenzione mondiale. Di certo, oltre a morire centinaia di migliaia di persone, nuclei interi sono stati cancellati dalla faccia della terra e migliaia di scampati alla terribile strage sono emigrati, cercando asilo in ogni angolo del mondo.
La Segreteria alla Cultura di San Marino sta facendo una grande opera di sensibilizzazione che consente di diffondere la conoscenza di eventi in cui Ospitalità e Terra di Libertà di questa Repubblica hanno raggiunto il loro culmine come “dallo scampo di Garibaldi in fuga da Roma e salvo a San Marino”, ai “Centomila Fratelli” rifugiati nelle gallerie ferroviarie ed in molte abitazioni di San Marino, durante la Seconda Guerra Mondiale, ospitati dai sammarinesi nonostante la povertà di mezzi.
Occorre operare con sempre maggiore impegno nel sensibilizzare soprattutto i giovani e comunicare loro i valori di Pace, con la consapevolezza della storia, e la commemorazione del 100° del Genocidio Armeno con le tragedie della guerra che hanno colpito civili innocenti si inserisce in questa prospettiva. Ritenendo che la cultura e l’arte possano essere la base per il dialogo e la convivenza pacifica, il piccolo tassello che questo momento rappresenta, vuole esser parte di un più ampio disegno che regali finalmente la pace all’uomo, non solo in quelle terre, superando le antiche divisioni fra i popoli, che hanno tutti diritto di vivere sulla loro terra con dignità e nella prosperità.
Nella vicenda tragica del Genocidio Armeno, del quale quest’anno ricorre il centenario, ciò che colpisce non è solo l’entità dei morti, non è solo l’ostinazione con la quale la Turchia ha voluto ignorare questo massacro, ma sono le vicende che si celano dietro la storia di un popolo sterminato. Mayrig, scritto dal regista Henry Verneuil, è una delicata poesia: un racconto intimo e accorato, una sorta di testamento spirituale che questo grande autore ha lasciato in eredità. Il ricordo del protagonista si concentra sulla figura della madre (“mayrig”, in armeno) e dei tentativi per sopravvivere in un ambiente inizialmente molto ostile. Attraverso la vicenda biografica emergono i riflessi della tragedia del genocidio che distrugge la popolazione, che mira a spazzare via le tradizioni e la storia di un popolo. L’orrore e la speranza di una famiglia che con dignità è stata capace di dimenticare gli agi per affrontare una nuova vita di umiliazioni con il sorriso sulle labbra e con la forza dell’amore. Il male peggiore dell’esiliato è la nostalgia di ciò che ha perduto e il rimpianto che gli fa stringere il cuore e che gli fa ricordare cosa era un tempo in confronto alla brutalità del presente. Tenero e toccante è l’inizio del testo con il protagonista che racconta i suoi momenti accanto alla madre sul letto di morte.
Organizzato da Epifanio Troina, con il patrocinio della Segreteria di Stato per la Cultura della Repubblica di San Marino e dell’Ambasciata della Repubblica di Armenia, si commemorerà il Centenario del Genocidio Armeno con il libro Mayrig, già presentato al Salone Internazionale del libro di Torino 2015 e tradotto in lingua italiana da Letizia Leonardi, nella saletta conferenze (piano +2) di Palazzo Graziani, alle ore 17 del 30 settembre 2015.
La Segreteria alla Cultura di San Marino sta facendo una grande opera di sensibilizzazione che consente di diffondere la conoscenza di eventi in cui Ospitalità e Terra di Libertà di questa Repubblica hanno raggiunto il loro culmine come “dallo scampo di Garibaldi in fuga da Roma e salvo a San Marino”, ai “Centomila Fratelli” rifugiati nelle gallerie ferroviarie ed in molte abitazioni di San Marino, durante la Seconda Guerra Mondiale, ospitati dai sammarinesi nonostante la povertà di mezzi.
Occorre operare con sempre maggiore impegno nel sensibilizzare soprattutto i giovani e comunicare loro i valori di Pace, con la consapevolezza della storia, e la commemorazione del 100° del Genocidio Armeno con le tragedie della guerra che hanno colpito civili innocenti si inserisce in questa prospettiva. Ritenendo che la cultura e l’arte possano essere la base per il dialogo e la convivenza pacifica, il piccolo tassello che questo momento rappresenta, vuole esser parte di un più ampio disegno che regali finalmente la pace all’uomo, non solo in quelle terre, superando le antiche divisioni fra i popoli, che hanno tutti diritto di vivere sulla loro terra con dignità e nella prosperità.
Nella vicenda tragica del Genocidio Armeno, del quale quest’anno ricorre il centenario, ciò che colpisce non è solo l’entità dei morti, non è solo l’ostinazione con la quale la Turchia ha voluto ignorare questo massacro, ma sono le vicende che si celano dietro la storia di un popolo sterminato. Mayrig, scritto dal regista Henry Verneuil, è una delicata poesia: un racconto intimo e accorato, una sorta di testamento spirituale che questo grande autore ha lasciato in eredità. Il ricordo del protagonista si concentra sulla figura della madre (“mayrig”, in armeno) e dei tentativi per sopravvivere in un ambiente inizialmente molto ostile. Attraverso la vicenda biografica emergono i riflessi della tragedia del genocidio che distrugge la popolazione, che mira a spazzare via le tradizioni e la storia di un popolo. L’orrore e la speranza di una famiglia che con dignità è stata capace di dimenticare gli agi per affrontare una nuova vita di umiliazioni con il sorriso sulle labbra e con la forza dell’amore. Il male peggiore dell’esiliato è la nostalgia di ciò che ha perduto e il rimpianto che gli fa stringere il cuore e che gli fa ricordare cosa era un tempo in confronto alla brutalità del presente. Tenero e toccante è l’inizio del testo con il protagonista che racconta i suoi momenti accanto alla madre sul letto di morte.
Organizzato da Epifanio Troina, con il patrocinio della Segreteria di Stato per la Cultura della Repubblica di San Marino e dell’Ambasciata della Repubblica di Armenia, si commemorerà il Centenario del Genocidio Armeno con il libro Mayrig, già presentato al Salone Internazionale del libro di Torino 2015 e tradotto in lingua italiana da Letizia Leonardi, nella saletta conferenze (piano +2) di Palazzo Graziani, alle ore 17 del 30 settembre 2015.
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