Il Consiglio Grande e Generale ha dedicato il dibattito in comma Comunicazioni a due vicende che, in particolare, coinvolgono i consiglieri Massimo Andrea Ugolini ed Elena Tonnini.
Il primo esprime tutto il suo stupore rispetto alla delibera di fine dicembre del Congresso di Stato che dà mandato all'Avvocatura di Stato di procedere nel valutare possibili iniziative nei suoi confronti, in qualità di ex presidente della Commissione Affari di Giustizia, per la mancata volontà di convocare lo stesso organismo.
Il Consigliere Tonnini invece rivela all'Aula di aver ricevuto notifica di comparizione, da parte del tribunale del Lussemburgo, a seguito di una richiesta risarcitoria mossa dall'azienda Advantage Financial di Francesco Confuorti.
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Sulla prima vicenda, il Segretario Guerrino Zanotti respinge l'accusa e assicura che “non vi è alcuna denuncia, si tratta di chiarire le responsabilità di un consigliere nell'atto di assunzione di una determinata carica - quella di Presidente della Commissione – che, seppure dimissionario, è un soggetto tenuto a convocarla. Invece si è dovuti arrivare a un consiglio straordinarioper poter quindi arrivare alla sostituzione del presidente”.
Duro sul tema il Consigliere Margiotta: “E' dovuta intervenire anche la Reggenza per risolvere la situazione. È un fatto da stigmatizzare. Il Congresso ha chiesto una verifica, riaffronteremo l'argomento una volta la questione sia più chiara”. Invita poi al dialogo i Consiglieri di opposizione, “o almeno quelli che credano sia necessario iniziare una nuova fase per il bene del Paese, priorità che dovrebbe essere condivisa da tutti come tale”.
“Ho sentito poi esprimere solidarietà verso un Consigliere che ha una posizione aperta particolare – così Mimma Zavoli - ma non ho avvertito la medesima solidarietà per altri consiglieri di maggioranza sottoposti a una potenziale denuncia, in quanto membri di maggioranza in commissione Affari di Giustizia. Come scritto da 25 firmatari di opposizione sulla nota del colpo di Stato, ci sono parole pesanti, ma non abbiamo avuto la medesima solidarietà. Siamo nell'ambito della scoperta – conclude la Zavoli - pare che il Consigliere Ciavatta non abbia sporto denuncia, ma siamo ancora ad espettare”.
Sulla seconda questione, gli interventi sono concordi all’unanimitàcon le preoccupazioni espresse dalla stessa Tonnini, ovvero: “Il parlamento deve sapere di probabili ingerenze esterne che un consigliere può subire da tribunali di altri Paesi”.
Sempre il Segretario Zanotti ribadisce il principio “secondo cui ogni consigliere, nello svolgimento della sua funzione, ha la possibilità di esprimere un'opinione senza dover temere di essere chiamato in giudizio. So che è stato predisposto un Odg – dichiara - e lo accogliamo favorevolmente, ci deve essere l'impegno di tutta l'Aula per ribadire questo principio, che è sacrosanto, e vale per tutte le situazioni che si presenteranno in futuro”.
Un’analisi complessiva dal Consigliere Roberto Giorgetti: “Va approfondito nei luoghi opportuni come intervenire per salvaguardare il ruolo parlamentare a fronte di certe situazioni. C'è da dire che forse in taluni casi bisognerebbe scindere le opinioni da quello che potrebbero essere calunnie: sono cose diverse. Se davvero vogliamo mettere in capo la tutela del ruolo di parlamentare – continua Giorgetti - lo dobbiamo fare anche con comportamenti coerenti, non solo nel caso particolare. E vengo all'intervento del consigliere Ugolini che ha fatto una ricostruzione anche un po' fantasiosa di quanto è successo nell'ambito della commissione Giustizia.
Il problema non sono le opinioni politiche, si contesta il suo rifiuto perdurante di convocare la commissione Giustizia. Non c'è stata alcuna denuncia, ma solo la richiesta di appurare la situazione. Le opinioni non sono sindacabili fuori e dentro l'Aula, ma diverso è quando si parla di colpo di Stato che vuol dire sovvertire il funzionamento delle istituzioni, quindi – e conclude- anche impedire che funzionino”.
Il primo esprime tutto il suo stupore rispetto alla delibera di fine dicembre del Congresso di Stato che dà mandato all'Avvocatura di Stato di procedere nel valutare possibili iniziative nei suoi confronti, in qualità di ex presidente della Commissione Affari di Giustizia, per la mancata volontà di convocare lo stesso organismo.
Il Consigliere Tonnini invece rivela all'Aula di aver ricevuto notifica di comparizione, da parte del tribunale del Lussemburgo, a seguito di una richiesta risarcitoria mossa dall'azienda Advantage Financial di Francesco Confuorti.
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Sulla prima vicenda, il Segretario Guerrino Zanotti respinge l'accusa e assicura che “non vi è alcuna denuncia, si tratta di chiarire le responsabilità di un consigliere nell'atto di assunzione di una determinata carica - quella di Presidente della Commissione – che, seppure dimissionario, è un soggetto tenuto a convocarla. Invece si è dovuti arrivare a un consiglio straordinarioper poter quindi arrivare alla sostituzione del presidente”.
Duro sul tema il Consigliere Margiotta: “E' dovuta intervenire anche la Reggenza per risolvere la situazione. È un fatto da stigmatizzare. Il Congresso ha chiesto una verifica, riaffronteremo l'argomento una volta la questione sia più chiara”. Invita poi al dialogo i Consiglieri di opposizione, “o almeno quelli che credano sia necessario iniziare una nuova fase per il bene del Paese, priorità che dovrebbe essere condivisa da tutti come tale”.
“Ho sentito poi esprimere solidarietà verso un Consigliere che ha una posizione aperta particolare – così Mimma Zavoli - ma non ho avvertito la medesima solidarietà per altri consiglieri di maggioranza sottoposti a una potenziale denuncia, in quanto membri di maggioranza in commissione Affari di Giustizia. Come scritto da 25 firmatari di opposizione sulla nota del colpo di Stato, ci sono parole pesanti, ma non abbiamo avuto la medesima solidarietà. Siamo nell'ambito della scoperta – conclude la Zavoli - pare che il Consigliere Ciavatta non abbia sporto denuncia, ma siamo ancora ad espettare”.
Sulla seconda questione, gli interventi sono concordi all’unanimitàcon le preoccupazioni espresse dalla stessa Tonnini, ovvero: “Il parlamento deve sapere di probabili ingerenze esterne che un consigliere può subire da tribunali di altri Paesi”.
Sempre il Segretario Zanotti ribadisce il principio “secondo cui ogni consigliere, nello svolgimento della sua funzione, ha la possibilità di esprimere un'opinione senza dover temere di essere chiamato in giudizio. So che è stato predisposto un Odg – dichiara - e lo accogliamo favorevolmente, ci deve essere l'impegno di tutta l'Aula per ribadire questo principio, che è sacrosanto, e vale per tutte le situazioni che si presenteranno in futuro”.
Un’analisi complessiva dal Consigliere Roberto Giorgetti: “Va approfondito nei luoghi opportuni come intervenire per salvaguardare il ruolo parlamentare a fronte di certe situazioni. C'è da dire che forse in taluni casi bisognerebbe scindere le opinioni da quello che potrebbero essere calunnie: sono cose diverse. Se davvero vogliamo mettere in capo la tutela del ruolo di parlamentare – continua Giorgetti - lo dobbiamo fare anche con comportamenti coerenti, non solo nel caso particolare. E vengo all'intervento del consigliere Ugolini che ha fatto una ricostruzione anche un po' fantasiosa di quanto è successo nell'ambito della commissione Giustizia.
Il problema non sono le opinioni politiche, si contesta il suo rifiuto perdurante di convocare la commissione Giustizia. Non c'è stata alcuna denuncia, ma solo la richiesta di appurare la situazione. Le opinioni non sono sindacabili fuori e dentro l'Aula, ma diverso è quando si parla di colpo di Stato che vuol dire sovvertire il funzionamento delle istituzioni, quindi – e conclude- anche impedire che funzionino”.
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