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Aggiornamento legge del 1961

27 apr 2016
Anis
Anis
La Legge del 1961 ha fissato principi basilari che hanno permesso all’economia sammarinese di sviluppare e progredire, garantendo tutele e diritti uguali a tutti i lavoratori attraverso il principio dell’erga omnes. Oltre mezzo secolo dopo, questa fondamentale legge, pur preservandone lo spirito, necessita di un aggiornamento, per riallinearla al contesto economico e sociale di San Marino, profondamente cambiato in questi 55 anni. Questo a maggior ragione di fronte alle storture che si sono venute a creare in più settori, con la concomitanza di due contratti di settore, entrambi con efficacia erga omnes. Un motivo di contrasto interno, ma anche di scarsa attrazione verso l’esterno, soprattutto per quegli investitori stranieri che devono avere ben presente il quadro di riferimento del nostro Paese e il contratto di lavoro è prioritario per stabilire qualsivoglia business plan. In tal senso, la Legge “Della libertà e attività sindacale nei luoghi di lavoro, della contrattazione collettiva e del diritto di sciopero” ora in seconda lettura in Consiglio Grande e Generale, stabilisce definitivamente quali siano i criteri che attribuiscono efficacia erga omnes ad un unico contratto di lavoro nel settore di competenza. Per definire tale portata è stato mutuato dalla nostra Carta dei Diritti il principio della rappresentatività, perfettamente in linea con le Convenzioni internazionali come giudicato dall’Organizzazione Mondiale del Lavoro. Le soglie di rappresentatività fissate dalla nuova legge, vale la pena ricordare, sono talmente basse da palesare l’intento del legislatore a “tenere dentro tutti” gli attuali protagonisti della contrattazione collettiva, dando fino a 10 anni per mettersi in regola sui requisiti, stabilendo però che solo chi rappresenta effettivamente i lavoratori e le imprese di un settore può concorrere alla contrattazione e, quindi, firmare l’unico contratto con validità erga omnes. Al contrario, mantenendo intatto l’impianto normativo del 1961, oltre alla concomitanza di più contratti nello stesso settore, c’è anche il rischio che un’associazione datoriale che non rappresenta nemmeno un’impresa di un settore, può firmare un contratto con la stessa validità erga omnes di quello sottoscritto da tutte le altre imprese. Questi principi sono comunemente applicati nel nostro ordinamento, anche al livello più alto: è come se, per assurdo, la maggioranza in Consiglio Grande e Generale votasse una Legge e la minoranza un’altra Legge, ma valessero entrambe, lasciando al cittadino la possibilità di scegliere quali siano le condizioni di miglior favore nell’una e nell’altra.
Un quadro più chiaro delle regole e dei contratti di lavoro è fondamentale e quindi va rimossa la possibilità del concorso di più contratti collettivi provvisti di efficacia erga omnes, che introduce una turbativa e mette a soqquadro l’intero sistema sindacale, innescando conflitti e ritorsioni, che invece vanno evitati. Conflitti che mettono in dubbio perfino i requisiti di trasparenza e di rappresentatività (numero di iscritti, contratto applicato, lavoratori occupati…) che la Legge in discussione vuole stabilire una volta per tutte. Al contrario di quanto si sente dire, i parametri previsti dalla nuova Legge non si discostano molto da quelli del ’61, per cui l’obiettivo non è quello di ridurre il numero degli attori in campo (sindacati o associazioni datoriali che essi siano), anzi, si apre la strada a nuove iniziative in tal senso, che non sono quindi precluse: vengono infatti introdotte precise fattispecie, che permetteranno anche ad associazioni datoriali monosettoriali di poter sottoscrivere propri contratti, laddove queste rappresentino la maggioranza delle imprese e degli occupati in quel settore.
L’appello a tutti i Consiglieri della Repubblica, che rinnoviamo come associazione delle 300 imprese piccole e grandi che rappresentiamo e che, nei diversi settori, occupano circa 6mila lavoratori, è quello di procedere senza ulteriori indugi all’approvazione della Legge, per dare regole certe al delicato mondo della contrattazione collettiva, dotandolo finalmente della necessaria chiarezza.

Comunicato Stampa di ANIS

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