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Alpini, "Non una di meno" consegna plico con testimonianze al sindaco di Rimini

13 mag 2022
Alpini, "Non una di meno" consegna plico con testimonianze al sindaco di Rimini

Oggi siamo state al Comune di Rimini a consegnare al sindaco Jamil Sadegholvaad un plico con la stampa delle testimonianze di molestie accadute durante l’adunata degli alpini che abbiamo ricevuto sui nostri canali social. Abbiamo voluto fare questa azione simbolica per chiedere una risposta da parte dell’amministrazione comunale a tutte quelle persone che sono state molestate e hanno subito violenze in quelle giornate, risposta che tuttora non è arrivata da parte del Sindaco. Abbiamo voluto stampare queste testimonianze, in forma anonima per tutelare chi le ha inviate, per sottolineare la realtà e concretezza dei fatti. Con questo gesto invitiamo il Sindaco di Rimini e tutta la giunta comunale all’assemblea pubblica di giovedì 19 maggio, di seguito il testo di convocazione: Per continuare questa battaglia collettiva abbiamo lanciato un’assemblea pubblica giovedì 19 maggio alle ore 18.00 all’Anfiteatro piazza Francesca da Rimini. Non vogliamo promuovere questo incontro per parlare di quello che è accaduto all’Adunata degli Alpini e continuare a spettacolarizzare i fatti dentro il circuito mediatico, ma per discutere e organizzarci affinché questi non accadano mai più. Vogliamo continuare a tenere aperto quello spazio inclusivo e intersezionale che si è generato da fatti che riteniamo gravissimi e che ci raccontano di catcalling, molestie sessuali, insulti, accerchiamenti, palpeggiamenti nelle strade, nei parchi, sotto casa, nei luoghi di lavoro, da troppi minimizzati e considerati del tutto normali. I fatti di Rimini, come quelli avvenuti alle precedenti adunate o in qualsiasi evento pubblico che richiami un certo numero di persone, ci dicono pertanto che la cultura della violenza maschile e di genere è diffusa, parte integrante della società che abitiamo. Per questo non si tratta di un fenomeno che riguarda poche mele marce, ma che investe l’intera società. Siamo tutt3 coinvolt3! E’ solo merito del gruppo di autodifesa transfemminsita (Non una di meno, Casa madiba, Pride Off), una rete che da anni promuove pratiche mutualistiche e forme auto-organizzate e comunitarie di cura in città, se le molestie mascherate da goliardia e tradizione - figlie di una cultura che vuole donne, persone trans e gender non conforming assoggettate al potere e alla prevaricazione maschile - sono emerse e stanno facendo discutere la politica e tutto il paese. Creando uno spazio sicuro in rete e nelle strade, forme di sostegno, ascolto e solidarietà. “Sorella io ti credo e non sei sola! “. A fianco delle vittime non c’erano invece e non ci sono nemmeno ora le Istituzioni locali, almeno noi non le abbiamo ancora viste. Ed ora che l’evento è finito e il dibattito aperto, tutto si riduce ad un fatto giuridico: se non denunciate, tacete. Terribile. Ancora una volta un problema sociale e culturale, quello della violenza maschile contro le donne e di genere, viene relegato solo ed esclusivamente sul piano formale, repressivo, giuridico. Questo approccio è stato ed è tuttora fallimentare, lo dicono i numeri dei femminicidi, 22 solo dall’inizio dell’anno, lo dicono i fatti ed episodi come quelli accaduti a Rimini. Per questo è necessario incontrarsi e discutere insieme. Perché per tre giorni abbiamo assistito senza che nessuna autorità intervenisse, a fatti sistematici, dove è venuto meno un aspetto di garanzia dell’ordine pubblico e della sicurezza delle persone in particolare per le donne, le persone trans e razzializzate. Questi fatti sono avvenuti e sono stati agiti dai responsabili con un senso di impunità, evidentemente senza che fossero state adottate delle misure idonee e adeguate a contrasto, sia da parte di ANA che del Comune di Rimini. Questo non deve più accadere, in nessun evento pubblico promosso nella nostra città come altrove. Perché nessuna donna, nessuna persona si senta insicura e in pericolo mentre cammina nelle strade della propria città, perché nessuna donna si senta in dovere di sentirsi toccare, richiamare come un cane, sottostare ad apprezzamenti non richiesti, perché queste - lievi o gravi che siano - sono violenze e molestie sessuali. Perché siamo nel paese dove imprenditrici come Elisabetta Franchi, citiamo lei perché la più recente ma ne potremmo fare tanti di esempi, affermano un'idea di donna che ha l'obbligo "naturale" di sposarsi, procreare, badare alla famiglia e in ogni caso di farlo da giovane e solo poi ambire forse ad una realizzazione personale o autonomia lavorativa. Tutto questo mentre abbiamo ancora un sistema di welfare che si regge ed è improntato ad una visione assistenzialista, ma anche familista e patriarcale, che penalizza, da un punto di vista economico e di scelte di vita, in particolare le donne. Anche questo è parte del problema. Per questo vogliamo confrontarci a partire dalle testimonianze, dalle persone che abbiamo invitato e stiamo invitando a partecipare alla discussione, per capire come possiamo davvero e concretamente incidere su questo tema e organizzarci. Oltre l’adunata di Rimini. Ci incontreremo a Rimini giovedì 19 maggio alle 18.00 all’Anfiteatro piazza Francesca da Rimini, per continuare a costruire collettivamente uno spazio sicuro nelle strade delle nostre città e in rete. Sono invitate la giunta comunale, il Centro Antiviolenza Rompi il Silenzio, le associazioni che si occupano di violenza di genere, i movimenti che hanno a cuore queste tematiche, le persone che sono state molestate, le persone che si sentono coinvolte in questi avvenimenti e la popolazione tutta. Sorella io ti credo e non sei sola!

c.s. AUTODIFESA TRANSFEMMINISTA Non Una di Meno / Pride Off / Casa Madiba Network




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