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Andrea Rosa in relazione alla vicenda del "Caso Titoli"

22 mag 2018
Andrea Rosa in relazione alla vicenda del "Caso Titoli"
Martedì 15 maggio scorso, la coalizione Democrazia in Movimento ha
organizzato una serata pubblica per illustrare, a loro dire, i passaggi salienti
dell’ordinanza sul cosiddetto “Caso Titoli”, pubblicata a stralci su internet nei
giorni precedenti.
La serata si è aperta con Elena Tonnini, rappresentante del movimento RETE,
che ha illustrato al pubblico le dinamiche avvenute all’interno della chat di
Whatsapp nominata “Titans”, adombrando scambi di messaggi fra i membri di
quella chat – fra cui il sottoscritto – e il finanziere italiano Francesco Confuorti.
E’ bene specificare che la chat in questione è stata creata per facilitare e
velocizzare le comunicazioni fra i membri di maggioranza di quel Cda, nominati
dall’Ecc.ma Camera. Assieme al sottoscritto, ne facevano parte il dott. Nicolino
Romito, l’avv. Giuliana Cartanese, il dott. Luigi Borri e il dott. Massimo Cotella.
La tesi del Magistrato, a riguardo, è molto chiara. Uno dei membri di quella
chat avrebbe effettuato uno screenshot e l’avrebbe comunicato ad un soggetto
estraneo.
Nonostante la dinamica dei fatti e le eventuali responsabilità, non certo del
sottoscritto, siano del tutto evidenti, durante la serata pubblica, con tanto di
slide proiettate su maxischermo per rendere più efficace la narrazione, è stato
raccontato che Francesco Confuorti – direttore di un “gruppo criminale” o
“banda” che portava avanti un “progetto criminale” – dialogasse direttamente
con i membri di maggioranza del Cda di Carisp, insistendo in particolare sulla
mia persona e sottolineando più volte che io sia “un membro di Civico10” e
“scelto da Civico10”.
A conferma dell’affermazione, già di per sé gravissima e falsa, è stata
proiettata una chat ricostruita graficamente nella quale compare uno
screenshot di una conversazione del gruppo “Titans” diretto da Confuorti, che
spicca infatti in fotografia.
E’ evidente come sia stato, quindi, artatamente costruito un falso per
avvalorare una tesi altrettanto falsa e infangare la mia onorabilità,
accusandomi pubblicamente di aver commesso reati gravissimi come la
diffusione di dati o notizie coperti da segreto bancario o d’ufficio, al di fuori del
Cda di Carisp.
La comunicazione ha avuto peraltro una eco importante sia all’interno della
Repubblica di San Marino che fuori, a causa della diffusione del video della
serata sui social network e della pubblicazione in prima pagina su alcune
testate locali delle affermazioni sul sottoscritto.
La malafede di chi ha costruito questo falso ai miei danni è resa evidente dal
fatto che, come già ricordato, le affermazioni sono state corredate dalla
creazione a tavolino della foto proiettata poi su maxischermo, con l’evidente
intento di attribuire alla mia persona condotte criminose mai attuate.
Per questo comunico di aver già provveduto a dare mandato ai miei legali per
avviare tutte le azioni necessarie a tutelarmi contro coloro che hanno
contribuito a veicolare affermazioni ed immagini false e lesive della mia
onorabilità.

cs
Andrea Rosa

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