Area Democratica: "Sembrava una cravatta ma era un cappio"

Area Democratica: "Sembrava una cravatta ma era un cappio".

È passato poco più di un anno dall’insediamento del governo dei 44 e i risultati - se così si vogliono definire - farebbero sorridere se la cosa non fosse così seria e non ci fosse di mezzo il destino di un intero Paese e dei suoi cittadini. Che questo governo fosse semplicemente la somma algebrica di interessi non proprio cristallini ma interessi comuni condivisi degli attori protagonisti - PDCS - RETE -NPR (come mettere le mani sulla giustizia e sul tribunale) non è di certo una novità - come evidentemente non lo era già alla vigilia delle elezioni, se si analizza il 6,58% di astenuti e schede bianche- ma pensiamo che nessuno potesse pensare che in poco più di dodici mesi ci saremmo trovati con un cappio al collo. Un governo senza visioni né realismo che al suo massimo si azzuffa nei bar ma che non da’ risposte al Paese che sta vivendo forse il punto più critico di una crisi nata quando ancora San Marino era un paradiso fiscale; quando i politici di spicco si creavano consenso facendo il più becero clientelismo e delle mazzette una bussola, che ha portato a rinunciare ad una visione di lungo respiro, europeista e sostenibile. In questo clima di approssimazione, in cui il governo dei 44 preferisce i sovranisti e gli accordi segreti con le multinazionali che violano i diritti dell’uomo, si arriva al culmine dell’assurdo con l’annuncio patinato dei Segretari di Stato agli Affari Esteri e alle Finanze e al Bilancio dell’approdo della Repubblica sul mercato speculativo con un bond di 340 milioni di Euro: dopo il prestito-ponte di cui nulla si sa, arrivano gli Eurobond a tre anni con un rendimento al 3,25%, per un totale di 490 milioni di Euro a debito. Di grazia, come pensano di ripagarli? Come pensano di investirli? Quali riforme pensano di fare? Perché al netto della soddisfazione dei Segretari di Stato in conferenza stampa per la dichiarazione conclusiva degli incontri del Fondo Monetario Internazionale, gli annunci spot per rimarcare “quanto sono bravi” e il Consiglio Grande e Generale in seduta d’urgenza sabato scorso per ratificare i Titoli di Debito al 3,25% di tasso fisso di interessi, ancora nessuno ha detto chiaramente - e nel merito - come sono e saranno impiegati quei 150 milioni di Cargill, come verranno utilizzati veramente gli Eurobond (che poi, di fatto nell’articolo 11 del Decreto per i titoli di debito, lo dicono anche: coprire i vari buchi, ripagare Cargill e quel che resta, in progetti di sviluppo non meglio specificati, perché la programmazione è una cosa seria, di cui non ne conoscono la rilevanza evidentemente) e in ultimo, ma non per importanza, come verranno pagati gli oltre 3 milioni di commissioni e il rientro con interessi del prestito. Come Area Democratica viviamo questi accadimenti dallo stesso punto di vista di tutti i cittadini che sono fuori dal Palazzo e che sono molto preoccupati per le sorti del Paese: chi ha deciso di rinunciare a trovare una soluzione di equilibrio che non ci desse in pasto ai mercati speculativi, aveva idea del prezzo che dovremo pagare tutti? Probabilmente non lo sa e non se n’è ancora accorto. Ha pensato che ci sono valori (pensiamo allo stato sociale), istituzioni (la scuola e l’ISS), un territorio a cui i sammarinesi non vogliono rinunciare e che sarebbero disposti a fare la propria parte per tutelarli? Perché - come ha ricordato qualcuno nei giorni scorsi - si è rinunciato a parlare con gli “stati amici” e le istituzioni internazionali? Alla politica dei sensazionalismi, della “sammarinesità” di facciata ma non di sostanza, ad una maggioranza forte nei numeri ma non nelle idee e nelle teste, chiediamo di ascoltare di più il Paese, perché i sammarinesi si meritano di più di una politica e di un governo che l’unica traccia che riesce a lasciare è la propria autoreferenzialità non pensando che a dire “bravi” dovrebbero essere i cittadini, anche quelli che già hanno cominciato a pentirsi amaramente di come hanno votato un anno fa.

c.s. Area Democratica
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