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Assestamento di bilancio, continua la "tradizione" di non fare il confronto!

23 giu 2022
Assestamento di bilancio, continua la "tradizione" di non fare il confronto!

La leggina presentata in prima lettura è diventata un provvedimento molto corposo con più di 50 articoli. È l'assestamento di bilancio, in discussione nell'attuale sessione del Consiglio Grande e Generale. Anche in questa occasione il Governo ha presentato gli emendamenti all’ultimo momento. Non abbiamo quindi avuto la possibilità di fare un'attenta valutazione. "Si continua con la tradizione!", ha commentato il Segretario CSdL Enzo Merlini. "Gli assestamenti e le leggi di bilancio diventano il modo per fare provvedimenti omnibus senza confrontarsi con nessuno. Ripetiamo per l'ennesima volta che questa prassi è antidemocratica." Nel progetto di legge vengono accesi nuovi titoli del debito pubblico, per sostituire le obbligazioni che sono state emesse a garanzia dei correntisti che avevano depositato i loro soldi presso Banca CIS, quindi con l’impegno di restituirli alle scadenze previste. Si tratta di una cifra complessiva di circa 200 milioni, con scadenze diverse. Le prime obbligazioni in scadenza a luglio prossimo sono pari a 53/55 milioni. Questa somma era già un impegno economico a carico dello Stato: ora viene ufficialmente trasformata in titoli di debito pubblico, con scadenza decennale e ad un tasso di interesse dell'1%. Da un lato, quindi, lo Stato paga tassi di interesse del 3,25% per tre anni per i titoli collocati sul mercato internazionale, mentre quelli emessi per chi aveva i soldi bloccati in banca CIS renderanno l'1% per 10 anni, peraltro in una fase storica nella quale i tassi stanno ricominciando a salire. Qualcosa non torna! Siamo ancora più convinti che la fretta di andare sui mercati esteri per 340 milioni sia stata troppo onerosa, oltre che non indispensabile. Nel complesso, gli interessi che dovremo pagare annualmente sul debito complessivo dello Stato stanno continuando a lievitare, superando ampiamente i 20 milioni annui. Si chiede Enzo Merlini: "Quando si comincerà a discutere su come fare fronte all'enorme debito pubblico, come la CSdL rivendica con forza da anni?” L’autoreferenzialità del Governo è inaccettabile, visto che ciò peserà su tutti i cittadini e sulle generazioni future. L’Esecutivo si è posto l'obiettivo di fare le riforme delle pensioni, del mercato del lavoro, dell'IGR e di Fondiss entro la fine dell'anno, senza dimenticare che dovrà essere anche varata la legge di bilancio. Sono obiettivi molto ambiziosi e in tempi strettissimi. Peraltro, su 3 delle 4 riforme annunciate non c’è ancora alcuna proposta su cui discutere, per cui immaginiamo che la scappatoia sia sempre la stessa: basta non fare il confronto! A maggior ragione su temi di tale portata, reagiremo. Vengono stanziati circa 5 milioni di euro per coprire le mancate entrate nel fondo pensioni dei lavoratori autonomi, a fronte del dimezzamento delle aliquote previsto con i decreti Covid. Ciò è stato fatto perché la riduzione dei contributi non va a penalizzare il calcolo pensionistico per questa categoria di lavoratori. Queste risorse stanziate si aggiungono ai decreti sui ristori: si può quindi affermare che le imprese e i lavoratori autonomi hanno avuto un discreto aiuto da parte dello Stato. Non è una annotazione polemica - anche gli altri paesi hanno, giustamente, fatto provvedimenti analoghi - ma solo la necessità di porre in evidenza gli interventi messi in campo. In relazione a Fondiss, il dibattito consiliare si è acceso a proposito di un emendamento che prevede una delega attribuita al Governo per realizzare la riforma complessiva del secondo pilastro previdenziale. Non ci è mai piaciuta la modalità della delega; resta il fatto che tale riforma va fatta perché le risorse di Fondiss non rendono niente e non ha alcun senso mantenere lo status quo. In realtà, una delega come questa era stata approvata nella scorsa legge di bilancio, con l’obiettivo di attuare gli interventi richiesti dal Comitato Amministratore; una delega assolutamente in bianco, dalla quale è scaturito il Decreto di cui si è parlato nella scorsa puntata di "CSdL Informa. "Siamo riusciti a far modificare quel Decreto - ha rilevato Enzo Merlini - stabilendo che, prima di trasformare il montante contributivo in vitalizio per ogni assicurato che ne ha diritto, occorre realizzare la riforma. Secondo le stime del Comitato Amministratore, i costi di gestione di tale operazione potrebbero ammontare a circa il 2-2,5%, mentre i rendimenti sono pressoché inesistenti. Crediamo sia evidente a tutti che se i rendimenti non superano i costi, va rivalutata completamente la mission del Fondiss." Un riferimento anche alla polemica di un consigliere di opposizione, ex Segretario di Stato, rispetto al "silenzio" del sindacato sul metodo utilizzato su una materia così importante, ovvero il Decreto delegato. Come già detto, l’utilizzo della decretazione non ci piace affatto, ma è diventato un malvezzo di cui si sta continuando ad abusare. È insopportabile il fatto che il Governo continui a giustificare i propri provvedimenti accusando quello precedente del fatto e non fatto, ma lo è altrettanto chi fa lo “scordato”. Non possiamo dimenticare i famigerati decreti di luglio 2017, con i quali era stato esautorato il Comitato Amministratore di Fondiss per dare la gestione dei fondi a Banca Centrale, che poi acquisì i titoli Demeter detenuti da Banca CIS. Degli altri argomenti trattati nell'ultima puntata di CSdL Informa - stabilizzazione precari, situazione della sanità, inflazione e aumenti tariffari, contrattazione - daremo informazione nei prossimi giorni.

c.s. CSdL





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