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Assestamento di bilancio, Rete - Mdsi: "Ogni quattro mesi lo Stato cambia la propria direzione"

5 apr 2019
Assestamento di bilancio, Rete - Mdsi: "Ogni quattro mesi lo Stato cambia la propria direzione"

Da più parti giungono voci che indicano come il governo voglia fare - a breve - un primo assestamento al bilancio dello Stato, prevedendo misure “espansive”. Cosa significa? Cerchiamo di spiegarlo ai nostri concittadini. Lo Stato a fine anno fa un bilancio in cui indica le entrate e le uscite previste (da tasse, tributi, servizi offerti ecc.) per l’anno successivo. In autunno - almeno così era fino a qualche tempo fa - modifica tale bilancio di previsione in base alle entrate e alle spese effettivamente registrate. Tale modifica si chiama, appunto, “assestamento di bilancio”. Da un paio d’anni l’attuale governo “assesta” il bilancio più di una volta all’anno. Se, come si sente dire, ad aprile il governo farà un primo assestamento di bilancio, un altro dovrà farlo a luglio per contabilizzare le perdite di Cassa di Risparmio del 2018 e in autunno farà il consueto assestamento: ci troveremo con tre assestamenti in un anno. In poche parole, ogni quattro mesi lo Stato cambia la propria direzione. Se il bilancio di previsione non conta più nulla (tanto da non durare nemmeno 4 mesi, modificandolo all’abbisogna) significa che il paese è privo di qualsiasi forma di programmazione e procede per continue e contraddittorie improvvisazioni. Cosa intende la maggioranza, in politichese, quando dice di voler introdurre “misure espansive”? Significa, cari concittadini, che prevedranno un aumento delle spese: un governo ai minimi storici, diviso su tutto, punta sul clientelismo per recuperare un po’ di elettorato, dispensando favori e infornate. Ci auguriamo, almeno, che il governo abbia il buon senso di non toccare, con gli assestamenti, gli articoli 66 e 67 della finanziaria 2018. Con essi la maggioranza, per evitare i referendum, aveva accolto per legge le richieste di vietare la privatizzazione dell’AASS e la trasformazione dei crediti di imposta delle banche in titoli di Stato. Eliminare quegli articoli equivarrebbe a confermare di avere preso per i fondelli gli oltre 1.200 cittadini che avevano firmato i referendum che, per evitare le votazioni, il Governo aveva recepito. Non rispettare l’impegno preso, in tal caso, non si tratterebbe di misure espansive o clientelismo, ma di puro e semplice dileggio dei cittadini in favore dei banchieri e dei potentati economici. Siamo certi che la maggioranza non sia così folle, anche se è ogni giorno più evidente che la cosa che più tema sia proprio il confronto referendario, cioè il voto della gente che non ne può più della sua arroganza! Non passi, però, l’idea che per evitare il confronto con il voto dei cittadini si possa fingere di condividerne le richieste e fregarli pochi mesi dopo. Perché se così dovesse essere, noi faremmo valere il peso delle oltre 1.200 firme raccolte per quei referendum, perché nessun cittadino merita di esser raggirato in questa maniera!

Comunicato stampa
Movimento RETE
Movimento Democratico San Marino Insieme


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