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Associazione "Accoglienza della Vita": incontro sul tema «Aborto… e poi?»

28 mag 2019
Associazione "Accoglienza della Vita": incontro sul tema «Aborto… e poi?»

Ad occhio e croce erano un centinaio di persone che hanno risposto all’invito della Associazione «Accoglienza della Vita» a partecipare all’incontro sul tema «Aborto… e poi?». E pare che quasi tutti siano rimasti ad ascoltare i relatori fino alla mezzanotte. Segno di un interesse e della cogenza degli argomenti.

L’occasione è stata la discussione approfondita sul piano scientifico sull' aborto e le sue conseguenze.

Le relazioni, che tra poco saranno pure visibili sui social, hanno reso possibile, senza equivoci o giochi di parole, comprendere sia di che cosa si tratta quando si parla di aborto sia le conseguenze nella vita della donna, della famiglia e della società.

Relatori sono stati esperti dell’argomento, per una vicinanza al tema trattato, sia come ginecologi e psicoterapeuti, sia come specialisti impegnati nell’affrontare le conseguenze di tale pratica nella vita della donna, dei figli, del marito. Quello che ha colpito in particolare è stata la ricchezza di esperienza testimoniata da tutti sia la serietà della documentazione scientifica.

Il dottor Antonio Oriente, passato dalla esperienza di medico abortista alla convinzione assoluta di non potere più dare la morte («mai più morte, fino alla morte» è stato il suo messaggio decisivo) oltre a testimoniare le ragioni personali della sua scelta, ha mostrato le conseguenze sulla salute della donna che subisce uno o più aborti. E stupisce l’avere poi letto sui social, da parte di chi non ha voluto essere presente all’incontro, la contestazione di una affermazione particolare, legata alla maggiore incidenza di cancro al seno per le donne che hanno abortito. E proprio il giorno delle accuse mediatiche di disinformazione che sarebbe stata proposta, su un quotidiano italiano un articolo documentava la serietà delle argomentazioni del dottor Oriente, riconosciuta da molti studiosi in varie parti del mondo. È spiacevole il ritrovare posizioni settarie (e in qualche modo denigratorie anche nei confronti del servizio televisivo serio e pacato) in chi non ha mai partecipato a quei momenti di confronto che sono una risorsa positiva in chi desidera proporre soluzioni costruttive nella società.

In ordine alla proposta di legge, credo che le osservazioni critiche di Cinzia Baccaglini abbiano mostrato l’inconsistenza di tale progetto, inadeguato e sostanzialmente ingannevole. Come sovente accade, oltre e al di là delle affermazioni di una volontà di difesa del bene della maternità, si assiste a un progetto di liberalizzazione di una pratica di morte assolutamente deresponsabilizzante.

Ma andiamo con ordine.

I relatori che si sono alternati hanno dei curricula indiscussi ed in particolare il dott.Oriente - laureato in medicina e chirurgia, specialista in oncologia, ginecologo - oltre ad occuparsi e ad essersi occupato per buona parte della sua carriera lavorativa di problemi di infertilità. Durante la sua relazione tecnico-scientifica, non ha omesso i riferimenti bibliografici e solo per accennare la contestazione posta al relatore rispetto alla affermazione circa la correlazione tra cancro al seno e aborto si rammenta che la letteratura scientifica internazionale è ricca di studi che sostengono le affermazioni avvallate dal relatore stesso: cfr. Joel Brind e le sue metanalisi condotte su 23 studi. Diverse sono poi le metanalisi prodotte a partire da 36 studi in Cina, paese in cui l' aborto è largamente diffuso, in cui si dimostra il rischio crescente di sviluppare neoplasia al seno. È vero che una certa letteratura nega questa correlazione ma, è anche vero che ne esiste un’altra abbondante che conferma che la gravidanza a termine protegge dall’incidenza dei tumori al seno. Un lavoro recente pubblicato su Cancer Causes and Control (2013) evidenza che l’aborto indotto è significativamente associato al rischio di cancro al seno. In particolare: un aborto indotto aumenta il rischio di cancro al seno del 44%, due aborti del 76% e tre aborti dell’89%.La popolazione cinese è particolarmente adatta a queste meta analisi sia per l’enorme prevalenza di aborto volontario, sia per la numerosità della popolazione studiata (A meta-analysis of the association between induced abortion and breast cancer risk among Chinese females. Huang Y et Al. Cancer Causes & Control, 2013).

Gli studi della Lanfranchi sulla suscettibilità delle mammelle a istotipo 3 e 4 che maturano dopo 32 settimane in forme protettive dal cancro al seno, sono dati accettati da moltissimi ricercatori e, trovano fondamento scientifico nell’evoluzione istologica e funzionale delle cellule mammarie durante la gravidanza; anzi, aver avuto gravidanze a termine, fa parte dei punteggi di protezione insieme all’allattamento e il menarca dopo 10 anni. Joel Brind, professore di biologia e endocrinologia al Baruch College di New York e co-fondatore del Breast Cancer Prevention Institute, ha evidenziato sul Journal of Epidemiol Community Health una «probabilità del 30% in più di sviluppare cancro al seno» per le donne che hanno avuto aborti indotti.

Anche per quanto concerne altri disturbi fisici dovuti al post aborto, la letteratura scientifica produce dati chiari così come nel caso dei disturbi psichici, tendenza suicidaria in primis. Anche in questo caso ci sono studi scientifici internazionali e laici soprattutto ed il comportamento suicida legato al post aborto, ma non solo, si può ritrovare anche nei testi e documenti di riferimento di psichiatria.

Cfr. Anche gli studi:
• Curley M & Johnston C (2013), The characteristics and severity of psychological distress after abortion among university students, Journal of Behavioral Health Services & Research 40(3):279-293.
• Olsson CA, Horwill E, Moore E, Eisenberg ME, Venn A et al. (2013), Social and emotional adjustment following early pregnancy in young Australian women: a comparison of those who terminate, miscarry, or complete pregnancy, J Adolesc Health 54(6):698-703.
• Sullins DP (2016), Abortion, substance abuse and mental health in early adulthood: Thirteen-year longitudinal evidence from the United States, SAGE Open Med 4:1-11.

Infine in una revisione meta analitica, il Dr Greg Pike, (Founding Director of Adelaide Centre for Bioethics and Culture, Australia, ABORTION AND WOMEN’S HEALTH An evidence-based review for medical professionals of the impact of abortion on women’s physical and mental health, April 2017)

Ora sebbene chi si occupa di scienza sa che è davvero un' arte districarsi nella scelta e nella interpretazione della letteratura scientifica più autorevole, ce ne passa tra il fornire fake news ed il portare studi che avvallano le tesi sostenute dalle parti interessate. Questo anche per onestà intellettuale da parte di chi di scienza se ne occupa rispetto a chi teme anche il confronto perché forse non ne possiede i mezzi se non solo quelli più banali delle affermazioni di piazza.

Comunicato stampa
Associazione “Accoglienza della vita”



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