Logo San Marino RTV

Associazione Pro Bimbi: urgente un nuovo approccio al covid nei minori

22 nov 2021
Associazione Pro Bimbi: urgente un nuovo approccio al covid nei minori

L’Ass. Pro Bimbi esprime pieno apprezzamento per le dichiarazioni rese dal Primario della Pediatria Dott. Laura Viola sul quotidiano “Corriere Romagna” in merito all’impatto del covid sui bambini, che dal punto di vista “fisico” non desta preoccupazione mentre dal lato emotivo e psicologico appaiono evidenti gli strascichi della pandemia con boom di anoressia, consumo di alcolici ed autolesionismo.
Ha sottolineato come nelle nostre scuole siano stati attivati protocolli efficaci e come le dimensioni abbastanza ampie delle nostre aule abbiano consentito di non ricorrere all’utilizzo della mascherina al banco.
Pensieri che condividiamo in toto, in particolare quando afferma che occorre consentire ai bambini una vita normale, laddove l’andamento pandemico lo permetta. Nel nostro ultimo comunicato infatti abbiamo esternato le preoccupazioni inerenti i disagi psicologici e i disturbi neuropsichiatrici che stanno colpendo i minori nel barattare una malattia che non dà loro particolari preoccupazioni e rischi con patologie molto gravi e che verosimilmente vedremo esplodere nei prossimi anni. I bambini, che sono i meno colpiti dalla pandemia, rischiano paradossalmente di divenire le sue più grandi vittime.
A tal proposito sono diversi i medici e pediatri che chiedono un cambio di direzione nell’approccio Covid nei bambini. Il Prof Gian Vincenzo Zuccotti, preside di medicina alla Statale e responsabile pediatria del Sacco e del Buzzi di Milano, dice che “bisogna prendere atto che è cambiato lo scenario, con la popolazione vaccinata oltre l’80% con una dose, con la terza dose prevista per i più fragili e considerato che i vaccinati, se si reinfettano, si ammalano in maniera non grave, a scuola i bambini possono essere lasciati tranquilli senza continuare a sorvegliarli.”
Ritiene che “questa infezione possa essere trattata, almeno in età pediatrica, come altre che colpiscono il bambino. Se si infettano è in forma leggera, a bassa carica virale. Non solo, mantenendo in circolazione il virus aiutano a raggiungere l'auspicata immunità di gregge, a rendere endemico il Covid”. Quindi suggerisce di tenere a casa solo il bambino sintomatico, che sta male, e di tornare alla normalità pre pandemia.”
E continua dicendo che “non serve tamponare o mettere in quarantena tutta la classe o più classi, come già sta capitando in molte scuole. Se si agisce con ritrovata normalità si evita di far ripartire la dad, incubo per gli alunni ma anche per i genitori costretti a rimanere a casa con mille problemi di lavoro e per l'economia del Paese.
I bambini infatti – prosegue - entrano in contatto con moltissimi virus, sanno utilizzare l'immunità innata per aggredire infezioni nuove e sono in grado di gestire la malattia. Bisogna ricordare poi, che l'immunità da vaccino tende a diminuire, quindi mantenendo la circolazione virale tra i piccoli si può aiutare a mantenere viva la memoria immunologica anche negli adulti”. Conclude infine chiedendo di tornare alla normalità perchè per i più piccoli è un imperativo urgente.
Ma anche per gli adolescenti aggiungiamo noi. Basta ricordarsi cosa sono stati nella nostra esistenza i tredici-sedici anni, la percezione di quel tempo, in cui un anno della vita ne vale dieci, in cui si vivono le prime esperienze che coinvolgono la sfera emotiva fuori dalla famiglia, il confronto con i pari e con l’altro sesso, che servono a costruire una propria identità: gli adolescenti si strutturano proprio nell’apertura al mondo.
Costringerli a chiudersi al mondo e allo sport, significa privarli della capacità di costruirsi una struttura, uno scheletro che li regga, con tutti i disagi e i disturbi che abbiamo già ampliamente riportato.
Auspichiamo quindi che queste considerazioni portino a non inasprire ulteriormente i protocolli per la scuola, ma che anzi portino a rivederli normalizzando sia la gestione dei casi sintomatici che le modalità “incomplete” correnti di fare scuola, che specie per molti bambini del primo ciclo sono state le uniche modalità conosciute dall’inizio di questa emergenza ad oggi.




Comunicato stampa
Associazione Pro Bimbi


Riproduzione riservata ©