Associazione Uno di Noi: avviate ufficialmente le proprie attività culturali ed istituzionali

Associazione Uno di Noi: avviate ufficialmente le proprie attività culturali ed istituzionali.

L’Associazione Uno di Noi comunica che ha avviato ufficialmente le proprie attività culturali ed istituzionali dopo avere ricevuto, alcuni giorni fa, il riconoscimento giuridico ed aver completato la fase iniziale di organizzazione interna. Aderire e sostenere l’attività dell’Associazione è semplice, a breve saranno disponibili moduli per l’adesione scaricabili dal sito www.unodinoirsm.org o dalle principali piattaforme social. L’Associazione Uno di Noi nei giorni scorsi ha incontrato una serie di gruppi consiliari e l’Unione Donne Sammarinesi per illustrare la propria posizione sul progetto di legge di recepimento del quesito referendario sull’interruzione volontaria di gravidanza, e per evidenziare con forza e chiarezza la propria presenza pubblica. La politica, duole riconoscerlo, con il progetto di legge presentato, non ha fatto altro che riportare in maniera minimale il dettato del quesito referendario, senza formulare, con serietà e impegno, una legge adeguata. L’Associazione è pronta e disponibile a dare un fattivo contributo alle attività istituzionali propedeutiche all’esame in sede referente nella Commissione consiliare del progetto di legge, chiedendo quindi di essere interpellata. Per tale scopo – afferma il Presidente Chiara Benedettini - “Nel ribadire che l’unica legge giusta sull’aborto è necessariamente quella che lo vieta, abbiamo redatto una serie di emendamenti al progetto presentato dal governo che riteniamo possano colmare le numerose zone d’ombra del provvedimento. Non intendiamo sovvertire l’esito della consultazione referendaria ma, come rilevato anche nel dibattito consiliare, ci sono numerosi aspetti non affrontati nello scarno progetto di legge avviato all’iter consiliare che invece necessitano di approfondimento e chiarificazione”. Di qui la necessità di prevedere sicuramente un termine massimo oltre il quale l’interruzione volontaria di gravidanza non può essere praticata, se non per il caso di imminente pericolo per la vita della donna; la regolamentazione dell’aborto delle minorenni e delle interdette; il diritto all’obiezione di coscienza del personale ISS; il divieto di commercializzazione di gameti, embrioni ed altri tessuti derivanti dall’IVG, per impedire che gli interessi privati influenzino la pratica dell’aborto a San Marino e che soggetti privati lucrino su una pratica che determina sofferenza; il divieto di aborto selettivo basato sul sesso del nascituro e il rifiuto dell’aborto come metodo contraccettivo. È necessario garantire alla donna una scelta libera e ponderata, non solo rendendola edotta dei rischi, fisici e psicologici, che comporta l’interruzione di gravidanza, ma prevedendo un percorso nel quale le venga rappresentata la realtà dell’atto che chiede venga eseguito e le alternative concrete che le permetterebbero di far nascere suo figlio, inclusa, quella, altrettanto irreversibile ma aperta alla vita, del parto in anonimato. In questo percorso, con le cautele ed eccezioni opportune, rientra anche il diritto del padre del nascituro ad esser messo al corrente della richiesta di IVG. Alcune obiezioni mosse al progetto di legge anche da chi ha sostenuto durante la campagna referendaria le ragioni del sì, seppur in parte condivisibili sono però collocate all’interno di un contesto e sistema non accettabile, come quello che porta ad affermare l’aborto come diritto e autodeterminazione della donna. Al contrario l’Associazione Uno di Noi non si stancherà mai di sostenere che sia diritto di ogni bambino concepito venire al mondo e che l’aborto non possa mai essere la soluzione di un problema. Ogni donna ha diritto di essere sostenuta e accolta da tutta la collettività e le istituzioni devono fare la loro parte, fornendo gli aiuti necessari per garantirle il diritto ad una gravidanza serena. L’auspicio dell’Associazione Uno di Noi è che la politica affronti responsabilmente un tema eticamente sensibile con un percorso specifico ed adeguato alle peculiarità della nostra comunità, tenendo conto delle più moderne spinte, sul piano socio-politico, giuridico, scientifico e sanitario, a riconsiderare i presupposti di questa pratica.

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