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Avv Achille Campagna replica alla nota degli Interni

30 ott 2016
Avv Achille Campagna replica alla nota degli Interni
Nella nota stampa della Commissione Elettorale di giovedì 27 ottobre u.s., viene riportato che la Commissione stessa si è sempre attenuta alla normativa elettorale vigente nell'adozione delle proprie deliberazioni. Ma ciò, per quanto riguarda l’oggetto del ricorso, non è vero. Infatti l’art.16
della Legge Elettorale (per come modificato dalla Legge Qualificata del 2007), normando i compiti della Commissione Elettorale le impone di eliminare quelle liste presentate violando la composizione di genere. Per di più, a differenza di altre difformità (come ad esempio quelle inerenti i loghi), la legge nel caso di specie non le consente di effettuare nessuna ulteriore operazione se non quella appunto di eliminare le liste. Tanto più che le liste sono sottoscritte da un numero di elettori nella loro interezza, di qui la loro unitarietà, che non può consentire che vengano tolti dei candidati successivamente alla data della loro presentazione che infatti ha un termine perentorio. Tutti gli organi di informazione del Paese peraltro hanno dato conto della presentazione ufficiale dei 260 candidati, tra cui anche la Radiotelevisione di Stato. http://www.smtvsanmarino.sm/video/politica/elezioni-tutti-numeri-liste-11-10-2016 Premesso poi che la legge parla di liste presentate e quindi non del momento del successivo vaglio da parte della Commissione stessa, bisogna dire che anche su questo punto la Commissione non dice il vero in quanto anche in sede di vaglio la lista Sammarinesi non rispettava la legge, tanto è vero che la Commissione ha dovuto escludere il candidato Gregnanin perché alla data delle elezioni non avrà ancora compiuto 21 anni. Il fatto poi che nel 2012, a fronte di una situazione analoga, nessuna forza politica abbia eccepito nulla non ha il minimo significato. Le forze politiche infatti, come noto, sono degli enti privati aventi finalità pubblica e non sono sovrapponibili in nessun modo al Legislatore che fa le leggi, leggi che in uno Stato democratico la Commissione, in quanto organismo facente parte del potere esecutivo, dovrebbe limitarsi semplicemente ad applicare (senza arrogarsi il diritto di modificarle). Come ben spiegato nel ricorso che, per doverosa correttezza e trasparenza verso la collettività, abbiamo pubblicato, è quindi la Commissione, con il suo operato irrispettoso della legge, ad aver effettuato una compressione gravissima dei principi democratici in quanto con il suo agire, ancorché in buona fede: 1) mina il presupposto fondamentale della certezza del diritto 2) ingenera sentimenti di sfiducia nell’elettorato verso le istituzioni 3) livella arbitrariamente condotte diverse discriminando e non riconoscendo il merito di quelle forze politiche che si impegnano a rispettare le leggi rispetto alle forze politiche che non lo fanno 4) non elimina quelle liste le cui forze politiche che le hanno redatte non si sono dimostrate nemmeno in grado di rispettare un elementare dettato normativo. È universalmente condiviso il fatto che sia un prerequisito -per una lista che si candida per governare uno Stato- quello di agire nel rispetto della legge e dimostrarsi in grado di fare due conti aritmetici elementari. 5) la Commissione, in conseguenza della sua linea, di fatto pare volersi prendere gioco della cittadinanza in quanto vorrebbe lasciare intendere che i due candidati ritiratisi, Loriano Frisoni e Pierpaolo Moretti, erano fino al giorno prima convinti di candidarsi avendo espletato tutte le formalità di rito e poi (fra i 260!) -solo e soltanto loro due- si siano all’improvviso “autonomamente” resi conto di aver cambiato idea o di essere impossibilitati a confermare la
propria candidatura. La verità sembrerebbe piuttosto che la Commissione si sia comportata come un organo consultivo anche se sa benissimo di non poterlo dire. Per tutti questi motivi, meglio esposti nel ricorso che vi invitiamo a leggere (http://www.newsmaker.com.au/releaseFile/view/id/79726/doc02742520161024171143.pdf), è la Commissione che ha di fatto, sicuramente crediamo senza dolo, cercato di falsare le elezioni ammettendo le due liste che non ne avevano diritto. La preoccupazione della Commissione per un discredito in danno della Repubblica a livello internazionale è pertanto più che attuale ma riteniamo ingiusto attribuirla all'opera di informazione che andiamo facendo anziché all'operato della Commissione

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