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Basta con la disinformazione: modifiche al decreto sulle start up, un po’ di chiarezza

30 apr 2015
Basta con la disinformazione: modifiche al decreto sulle start up, un po’ di chiarezza
La lunga discussione in Consiglio Grande e Generale e il successivo comunicato stampa di Rete ci impongono di intervenire per fare chiarezza sulle modifiche alla normativa sulle start up ad alta tecnologia adottate con i due decreti ratificati lo scorso lunedì.
Assicurazione medica: questo il nodo principale dibattuto dai consiglieri di Rete e ribadito nel loro comunicato. Con la modifica al decreto siamo andati a togliere l’obbligo, per i dipendenti frontalieri delle imprese start up, di sottoscrivere un’assicurazione medica come requisito per richiedere il permesso di soggiorno. Perché lo abbiamo fatto? Molto semplice: perché essendo dipendenti pagano i contributi all’Iss e, in caso ottenessero il permesso di soggiorno, hanno di conseguenza il diritto di usufruire delle cure sanitarie come qualunque altro lavoratore dipendente. La spiegazione, tanto semplice quanto logica, è già stata data nel corso del dibattito in Consiglio, ma forse i consiglieri di Rete non erano attenti. O forse preferiscono una sanità sul modello americano, togliendo ogni forma di contributo e obbligando tutti gli assistiti a dotarsi di un’assicurazione privata?
Diverso invece il discorso per i ricongiungimenti familiari: i congiunti che dovessero venire a San Marino in seguito alla concessione del permesso di soggiorno hanno l’obbligo di sottoscrivere un’assicurazione medica.
Quota permessi di soggiorno: con una certa enfasi Rete e parte dell'opposizione sottolineano che il decreto prevede, per il 2015, la quota di 100 permessi di soggiorno per i lavoratori delle start up. Ma di fatto non è nulla di nuovo: la stessa quota era già stata prevista per il 2014.
Controlli: il movimento Rete nel corso del dibattito ha anche lamentato che il decreto toglierebbe i controlli da parte della Gendarmeria su coloro che fanno richiesta del permesso di soggiorno. Questo è falso, in realtà quello che è stato fatto è semplicemente ritornare alla prima formulazione, togliendo solo i limiti temporali di tali controlli. Nella prima versione del decreto infatti proprio il movimento Rete propose un emendamento che imponeva limiti temporali entro i quali fare i controlli, emendamento che il segretario Arzilli decise di accogliere. Purtroppo però la gendarmeria fece presente che – dovendo chiedere informazioni in altri stati – non è possibile stabilire limiti temporali.

Segreteria all'Industria

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