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I bicentenari evidenziano l’unità

2 giu 2017
I bicentenari evidenziano l’unità
Mentre la comunità baha’i si prepara a celebrare il 200° anniversario della nascita di Baha’u’llah, il bicentenario è commemorato anche dall’Harvard Divinity School.

Questa confluenza di importanti anniversari è qualcosa di più di una semplice sovrapposizione di date. Nel tardo XIX secolo e nella prima metà del XX, vari eminenti filosofi, artisti e scrittori americani legati alla Fede baha’i e all’Università di Harvard si impegnarono in un emergente discorso dinamico sull’unità.

Questo fatto è stato oggetto di una recente presentazione, che ha spiegato come il principio baha’i dell’unità si è espresso nello sviluppo della comunità baha’i americana. La presentazione, intitolata “La religione dell’unità e l’unità della religione”, ha avuto luogo presso il Centro di Harvard per lo studio delle religioni del mondo. È stata fatta da Sasha Dehghani, studioso esterno presso Harvard, che sta facendo una ricerca sulla Fede baha’i in quanto religione mondiale indipendente.

«Quando sono arrivato a Harvard», ha detto il dottor Dehghani, «il professor Francis Clooney, direttore del Centro dello studio delle religioni del mondo, mi ha accolto dicendo: “Oggi abbiamo bisogno di religioni che creino unità e abbattano i muri”».

Spiegando come i concetti dell’unità e dell’unità del genere umano abbiano modellato l’opera dei baha’i nei primi anni della comunità baha’i americana, Dehghani ha illustrato importanti traguardi e discusso alcuni dei pensatori significativi di quel periodo.

La prima menzione pubblica della Fede baha’i negli Stati Uniti è stata fatta durante il Parlamento mondiale delle religioni a Chicago nel 1893, in cui il concetto dell’unità delle religioni era tra i più importanti temi presi in esame.

Lo spirito che ha animato il Parlamento mondiale quell’anno ispirò Sarah Farmer, proprietaria del Green Acre Inn nel Maine e una delle prime innovatrici religiose in America, a presentare conferenze su argomenti progressisti nelle scienze, nelle arti e nella religione. Questi incontri riunirono importanti scrittori, docenti, filosofi, artisti e attivisti e aprirono uno spazio allo scambio delle idee e all’avanzamento del pensiero.

Nel suo libro “Anime inquiete: la formazione della spiritualità americana”, lo storico Leigh Eric Schmidt commenta l’impatto di Green Acre sul discorso pubblico nel XX secolo: «Gli incontri di Green Acre hanno prosperato per oltre due decenni; il Parlamento mondiale è durato in tutto diciassette giorni».

Alla fine, il suo lavoro ha portato Sarah Farmer a contatto con la Fede baha’i. La studiosa si recò ad Akka alla fine del secolo per incontrare ‘Abdu’l-Baha, che successivamente visitò Green Acre durante il suo viaggio in America nel 1912. Molti dei discorsi di ‘Abdu’l-Baha negli Stati Uniti nel corso di quell’anno trattarono l’unità delle religioni e l’unità tra le razze, in particolare tra gli americani bianchi e neri.

All’inizio del XX secolo, diversi pensatori religiosi americani furono in contatto con la Farmer o visitarono Green Acre partecipando al dinamico scambio di idee che vi si svolgeva. Fra loro vi furono gli studiosi di Harvard William James e W.E.B. Du Bois, due dei più importanti e influenti scrittori americani e filosofi del tempo. William James, a sua volta, invitò Ali Kuli Khan, diplomatico iraniano e membro di spicco della comunità baha’i, a dare presentazioni sulla Fede baha’i all’Università di Harvard.

Du Bois, che era stato allievo di James, conseguì il dottorato ad Harvard e fu il primo afroamericano a farlo, laureandosi nel 1895. Il suo lavoro come fondatore dell’Associazione nazionale per l’avanzamento della gente di colore (NAACP) lo portò in contatto con ‘Abdu’l-Baha, che tenne un discorso durante il suo quarto convegno nel 1912. Du Bois, come Guy Mount riferisce nella sua ricerca, pubblicò successivamente il discorso nella rivista ufficiale del NAACP, insieme con una fotografia di ‘Abdu’l-Baha.

Collega e amico di Du Bois, anche Alain Locke fu tra i più eminenti pensatori del tempo. Locke fu il primo studioso afro-americano di Rhodes ed è spesso ricordato come il “Decano” dell’Harlem Renaissance. In una biografia di Locke, Christopher Buck ha suggerito che Du Bois potrebbe aver presentato Locke alla Fede baha’i. Egli conseguì il dottorato ad Harvard nel 1918, lo stesso anno in cui divenne baha’i. I profondi contributi di Du Bois e di Locke alla filosofia sono stati ampiamente riconosciuti — il reverendo Martin Luther King, Jr. ha paragonato la loro influenza a quella di Platone e Aristotele.

Della prima comunità baha’i americana fecero parte anche Albert Vail e Stanwood Cobb, laureati della Harvard Divinity School e precedenti ministri unitariani. Nel 1914 Vail pubblicò nella Harvard Theological Review un ragguardevole articolo sulla Fede baha’i, sottolineando il suo principio di unità.

La conferenza di Dehghani ha anche notato che, se l’Università di Harvard e Green Acre furono significativi punti d’incontro per i più importanti scrittori e filosofi del tempo, l’emergente discorso sull’unità influenzò anche altri eminenti pensatori nel nordest degli Stati Uniti.

L’artista, poeta e scrittore libanese-americano, Kahlil Gibran, visse a Boston nei primi anni del Novecento. Conosciuto soprattutto per il suo lavoro “Il Profeta”, gli scritti di Gibran trattano l’unità del genere umano e della religione. Gibran fu presentato a ‘Abdu’l-Baha da Juliet Thompson, una baha’i e collega artista, e nella primavera del 1912, ebbe l’opportunità di dipingere un ritratto di ‘Abdu’l-Baha e di frequentare molti dei suoi discorsi.

La ricerca dell’unità all’interno della comunità baha’i americana si espresse nella creazione di spazi devozionali aperti a tutti. Nel 1912, ‘Abdu’l-Baha pose la prima pietra della prima Casa di culto baha’i nell’emisfero occidentale, che fu inaugurata a Chicago nel 1953 ed è ancora oggi un potente simbolo dell’unità di tutti i popoli e di tutte le religioni.

Dehghani ha osservato che è stato provvidenziale che questo bicentenario abbia dato l’opportunità di riesaminare una questione critica — l’unità della razza umana. Riflettendo su questa occasione, egli ha commentato che è opportuno considerare il posto che la Fede baha’i occupa tra le religioni del mondo e le implicazioni del principio dell’unità del genere umano, esposto da Baha’u’llah, in questo momento della storia.

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