In risposta alle affermazioni pubblicate ieri dall'avvocato del gruppo Borletti, investitore nel "polo del lusso", e dal suo Segretario di Stato Antonella Mularoni, il movimento RETE ci tiene a ristabilire la verità.
RETE ha chiesto, assieme al resto dell'opposizione (civico 10, Sinistra Unita, i due consiglieri indipendenti Luca Lazzari e Federico Pedini Amati) un rinvio della discussione in Consiglio sul polo del lusso a settembre.
L'ha richiesto per aver la possibilità di approfondire il testo della convenzione con la cittadinanza, cosa per cui il Segretario Mularoni aveva speso impegni non onorati.
Checché lor signori ne scrivano, non abbiamo rivolto alcuna accusa all'investitore: abbiamo portato a conoscenza l'Ufficio di Presidenza di articoli d'oltralpe che indicano il gruppo Borletti implicato in un'informazione giudiziaria. A scriverne, riportando la dichiarazione di un magistrato, è Mediapart, non proprio l'ultima testata giornalistica francese.
In Ufficio di Presidenza abbiamo chiarito -il capogruppo del partito della Segretaria dovrebbe poterglielo comunicare- che le fonti di questi articoli (numerosi sul web) vanno verificate per capire se effettivamente ci siano possibili addebiti per il gruppo Borletti.
Altra ragione per prendere tempo e ridiscuterne a settembre, dato che al momento è impossibile reperire informazioni direttamente dal tribunale di grande istanza di Parigi, che a differenza del nostro Consiglio Grande e Generale chiude in agosto.
Riguardo alla concomitanza di date con i termini di scadenza per la voluntary disclosure, l'abbiamo evidenziata perché non comprendiamo quali siano i problemi, su un investimento di più di cento milioni di euro, tra l'iniziare i lavori "entro il 10 settembre", come richiede l'investitore, piegando il Consiglio a suoi interessi e tempistiche, e il farlo qualche settimana più tardi: ovvio che nell'eventualità si dovrebbe intensificare i controlli su eventuali crediti agevolati concessi da banche sammarinese, non sui fondi messi a disposizione dall'investitore.
Pertanto consideriamo molto opportuna e gradita la smentita dell'avvocato lussemburghese del gruppo Borletti: ne prendiamo atto e ci rincuora, ma parimenti crediamo che ovviamente comprenderà che la sua sola versione non ci può essere sufficiente, essendo noi chiamati a rispondere agli interessi dei nostri concittadini.
Per le medesime ragioni consideriamo invece inopportuna, come del resto si addice al suo carattere, la presa di posizione mistificatoria del Segretario Mularoni, che continuiamo a credere dovrebbe porre ad interesse supremo del suo operato la verifica, tramite canali "terzi", della consistenza di notizie di tale portata, anziché fare l'avvocato difensore di un investitore in base alle sue affermazioni.
Questo nonostante l'investitore sia una sua conoscenza in quanto ambasciatore sammarinese, come da lei più volte affermato in serate pubbliche.
RETE ha chiesto, assieme al resto dell'opposizione (civico 10, Sinistra Unita, i due consiglieri indipendenti Luca Lazzari e Federico Pedini Amati) un rinvio della discussione in Consiglio sul polo del lusso a settembre.
L'ha richiesto per aver la possibilità di approfondire il testo della convenzione con la cittadinanza, cosa per cui il Segretario Mularoni aveva speso impegni non onorati.
Checché lor signori ne scrivano, non abbiamo rivolto alcuna accusa all'investitore: abbiamo portato a conoscenza l'Ufficio di Presidenza di articoli d'oltralpe che indicano il gruppo Borletti implicato in un'informazione giudiziaria. A scriverne, riportando la dichiarazione di un magistrato, è Mediapart, non proprio l'ultima testata giornalistica francese.
In Ufficio di Presidenza abbiamo chiarito -il capogruppo del partito della Segretaria dovrebbe poterglielo comunicare- che le fonti di questi articoli (numerosi sul web) vanno verificate per capire se effettivamente ci siano possibili addebiti per il gruppo Borletti.
Altra ragione per prendere tempo e ridiscuterne a settembre, dato che al momento è impossibile reperire informazioni direttamente dal tribunale di grande istanza di Parigi, che a differenza del nostro Consiglio Grande e Generale chiude in agosto.
Riguardo alla concomitanza di date con i termini di scadenza per la voluntary disclosure, l'abbiamo evidenziata perché non comprendiamo quali siano i problemi, su un investimento di più di cento milioni di euro, tra l'iniziare i lavori "entro il 10 settembre", come richiede l'investitore, piegando il Consiglio a suoi interessi e tempistiche, e il farlo qualche settimana più tardi: ovvio che nell'eventualità si dovrebbe intensificare i controlli su eventuali crediti agevolati concessi da banche sammarinese, non sui fondi messi a disposizione dall'investitore.
Pertanto consideriamo molto opportuna e gradita la smentita dell'avvocato lussemburghese del gruppo Borletti: ne prendiamo atto e ci rincuora, ma parimenti crediamo che ovviamente comprenderà che la sua sola versione non ci può essere sufficiente, essendo noi chiamati a rispondere agli interessi dei nostri concittadini.
Per le medesime ragioni consideriamo invece inopportuna, come del resto si addice al suo carattere, la presa di posizione mistificatoria del Segretario Mularoni, che continuiamo a credere dovrebbe porre ad interesse supremo del suo operato la verifica, tramite canali "terzi", della consistenza di notizie di tale portata, anziché fare l'avvocato difensore di un investitore in base alle sue affermazioni.
Questo nonostante l'investitore sia una sua conoscenza in quanto ambasciatore sammarinese, come da lei più volte affermato in serate pubbliche.
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