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C10: consigli utili per migliorare la qualità dei concorsi Pa, riducendo la discrezionalità

26 giu 2016
C10: consigli utili per migliorare la qualità dei concorsi Pa, riducendo la discrezionalità
E’ stato approvato da poco il fabbisogno, quello che ormai, dopo 5 anni dalla riforma della PA del 2011 che lo richiedeva e continui rinvii, pareva ormai una chimera destinata a rimanere annoverata negli annali delle favole che i nonni sammarinesi raccontano ai nipotini.
Da ora in poi, quindi, i posti di lavoro sotto la Pubblica Amministrazione, dovrebbero essere occupati esclusivamente tramite concorsi pubblici, evitando così quella deprecabile tentazione di fare clientelismo tramite assunzioni nominali che ha colpito chi governa questo Paese negli ultimi decenni e soprattutto in periodi preelettorali come questo.
I bandi di concorso emessi di recente, tuttavia, presentano qualche aspetto che andrebbe approfondito. Per esempio, i limiti di età.
Tutti i bandi usciti per titoli e concorsi, contengono il limite di età massima di 45 anni, come requisito per concorrere e ci piacerebbe capire il perché. L’Unione Europea, ha disposto, già da molti anni, nella direttiva n.78/2000, come un limite di età massima, posto in ingresso, sia da considerare discriminatorio, se non strettamente legato alle necessità della funzione che si andrà a svolgere.
Il fatto che, indipendentemente dal ruolo che dovrà essere ricoperto, sia indicato indispensabile non superare i 45 anni, ci lascia pensare che una motivazione realmente legata alle funzioni in realtà non ci sia. E questo, se considerato con un approccio “europeo” alla materia – che dovrebbe essere auspicabile, data la volontà del nostro Paese di avvicinarsi all’Europa anche in materia di diritti – è da considerare discriminatorio e lesivo dei diritti della persona.
Evidenziamo poi, le modalità del bando, che lasciano un ampio margine di discrezionalità alla commissione esaminatrice, per la quale peraltro ancora non è stato creato un albo che garantisca le competenze di chi ne fa parte e composta spesso da commissari non super partes e incompatibili.
Abbiamo, inoltre, già avuto modo di far notare in passato, come non abbia alcun senso apparente, decidere di dare - come è stato fatto - 20 punti per l'esperienza professionale per un ruolo dirigenziale, e 5 per un altro ruolo del tutto sovrapponibile e anche diversificare i punteggi nei vari bandi sembra del tutto aleatorio.
Le specializzazioni professionali, infine, possono essere senza dubbio premiate con dei punti aggiuntivi, ma non essere poste come requisiti indispensabili, se queste non sono previste dalla legge. Un ingegnere, per capirci, deve avere la laurea in ingegneria. I master, che non sono richiesti dalla legge, possono essere considerati accessori e valutati con punteggio anche alto, ma non essere requisiti per la partecipazione.
Queste sono riflessioni che poniamo sul tavolo, ma che riteniamo fondamentali per far sì che la Pubblica Amministrazione, e in particolare la Funzione Pubblica che li emette, si assuma la responsabilità di garantire la qualità del suo operato, ma attraverso il rispetto del diritto; che venga spazzato via, finalmente, quell'alone di clientelismo e discrezionalità, che una vergognosa prassi politica le ha gettato addosso nel corso dei decenni passati.

Comunicato stampa
Movimento Civico 10

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