Quando il 25 maggio 2014 la cittadinanza approvò con una maggioranza “bulgara” i referendum abrogativi di due provvedimenti fortemente voluti da questa maggioranza ed in particolare dal Segretario Mussoni, pensavamo che il segnale sarebbe arrivato forte e chiaro e la politica si sarebbe adoperata nella direzione indicata dai Cittadini.
Dobbiamo purtroppo appurare come non sia nuovamente così. Prima l’emanazione di un regolamento interno all'ISS che ricalca la legge abrogata sull’attività libero professionale (peraltro nemmeno pubblico) e non sottoponibile ad alcun referendum.
Ora l’argomento FONDISS, dopo l’emanazione del Decreto Delegato n.39/2015 relativo all'individuazione dei soggetti terzi (banche, società di gestione, fondi) che si occupino di gestire il patrimonio Fondiss.
Il comitato, insieme a RETE, Civico10 e Sinistra Unita, si è presentato al tavolo chiedendo la formalizzazione di una posizione chiara da parte di Mussoni e del Governo per comprendere quali azioni avrebbe intrapreso per rispettare la volontà popolare.
Abbiamo fatto di più: abbiamo presentato precise proposte, ad esempio:
strutturazione di una gestione accentrata pubblica di tutti i fondi pensionistici e fondo servizi sociali in una società di gestione pubblica professionalizzata e con le giuste competenze finanziarie;
trasparenza di ogni atto inerente al Fondiss, tra i quali verbali e delibere del Comitato amministratore, convenzioni di ogni tipo e rendiconti analitici sulla gestione dei fondi;
maggioranza dei 2/3 in Consiglio per eventuali investimenti in San Marino;
previsione delle cause di revoca x negligenza del Comitato Amministratore.
Queste proposte, adducendo come motivazione la necessità di procedere con velocità all’emanazione del decreto (era in attesa di essere emesso dal dicembre 2011 !!), sono state procrastinate a data indefinita dimostrando la NON intenzione di creare una seria gestione pubblica e diretta dei fondi versati obbligatoriamente da tutti i lavoratori e datori di lavoro.
Era ottobre 2014 quando proponemmo svariate modifiche al decreto “gestori” utili alla trasparenza, ad arginare il fenomeno di accordi sottobanco, alla responsabilizzazione con pene severe degli organi di controllo e trasparenza sui costi di gestione del fondo.
Ma a prescindere dal Decreto di cui sopra, il problema di fondo, ovvero le scelte sull’architettura del sistema per garantire una oculata, sicura, controllata e trasparente gestione sia delle risorse che amministrativa nel rispetto della volontà popolare, rimane tutto.
A questo proposito, dopo l'ennesima richiesta ufficiale di una posizione esplicita al Segretario Mussoni, ci siamo visti costretti a chiarire che senza una posizione chiara del Governo sui tre temi fondamentali, nel rispetto della volontà della cittadinanza, non avremmo più partecipato al tavolo.
Il Segretario non ha formalizzato alcuna posizione preferendo organizzare ulteriori incontri ed evitando di invitare le forze sostenitrici del referendum.
Sottolineiamo infine che questo processo si è sviluppato nell’arco temporale di sei mesi per cui risulta evidente come le scuse addotte da Mussoni in merito al poco tempo a disposizione non siano altro che una ulteriore conferma delle proprie volontà. Quando gli obiettivi sono chiari e specifici, il tempo per elaborare una proposta seria in materia di gestione pubblica di risorse pubbliche lo si trova!
In conclusione, non possiamo che condannare il "modus operandi Mussoniano" e denunciare nuovamente come lo strumento referendario ed suoi esiti vengano continuamente disattesi o comunque, raggirati in maniera subdola. Se in passato questo e stato possibile senza tante difficoltà, oggi non sarà così perché non rimarremo fermi ad assistere a questa pratica vergognosa e anti-democratica.
Civico10
RETE
Sinistra Unita
Dobbiamo purtroppo appurare come non sia nuovamente così. Prima l’emanazione di un regolamento interno all'ISS che ricalca la legge abrogata sull’attività libero professionale (peraltro nemmeno pubblico) e non sottoponibile ad alcun referendum.
Ora l’argomento FONDISS, dopo l’emanazione del Decreto Delegato n.39/2015 relativo all'individuazione dei soggetti terzi (banche, società di gestione, fondi) che si occupino di gestire il patrimonio Fondiss.
Il comitato, insieme a RETE, Civico10 e Sinistra Unita, si è presentato al tavolo chiedendo la formalizzazione di una posizione chiara da parte di Mussoni e del Governo per comprendere quali azioni avrebbe intrapreso per rispettare la volontà popolare.
Abbiamo fatto di più: abbiamo presentato precise proposte, ad esempio:
strutturazione di una gestione accentrata pubblica di tutti i fondi pensionistici e fondo servizi sociali in una società di gestione pubblica professionalizzata e con le giuste competenze finanziarie;
trasparenza di ogni atto inerente al Fondiss, tra i quali verbali e delibere del Comitato amministratore, convenzioni di ogni tipo e rendiconti analitici sulla gestione dei fondi;
maggioranza dei 2/3 in Consiglio per eventuali investimenti in San Marino;
previsione delle cause di revoca x negligenza del Comitato Amministratore.
Queste proposte, adducendo come motivazione la necessità di procedere con velocità all’emanazione del decreto (era in attesa di essere emesso dal dicembre 2011 !!), sono state procrastinate a data indefinita dimostrando la NON intenzione di creare una seria gestione pubblica e diretta dei fondi versati obbligatoriamente da tutti i lavoratori e datori di lavoro.
Era ottobre 2014 quando proponemmo svariate modifiche al decreto “gestori” utili alla trasparenza, ad arginare il fenomeno di accordi sottobanco, alla responsabilizzazione con pene severe degli organi di controllo e trasparenza sui costi di gestione del fondo.
Ma a prescindere dal Decreto di cui sopra, il problema di fondo, ovvero le scelte sull’architettura del sistema per garantire una oculata, sicura, controllata e trasparente gestione sia delle risorse che amministrativa nel rispetto della volontà popolare, rimane tutto.
A questo proposito, dopo l'ennesima richiesta ufficiale di una posizione esplicita al Segretario Mussoni, ci siamo visti costretti a chiarire che senza una posizione chiara del Governo sui tre temi fondamentali, nel rispetto della volontà della cittadinanza, non avremmo più partecipato al tavolo.
Il Segretario non ha formalizzato alcuna posizione preferendo organizzare ulteriori incontri ed evitando di invitare le forze sostenitrici del referendum.
Sottolineiamo infine che questo processo si è sviluppato nell’arco temporale di sei mesi per cui risulta evidente come le scuse addotte da Mussoni in merito al poco tempo a disposizione non siano altro che una ulteriore conferma delle proprie volontà. Quando gli obiettivi sono chiari e specifici, il tempo per elaborare una proposta seria in materia di gestione pubblica di risorse pubbliche lo si trova!
In conclusione, non possiamo che condannare il "modus operandi Mussoniano" e denunciare nuovamente come lo strumento referendario ed suoi esiti vengano continuamente disattesi o comunque, raggirati in maniera subdola. Se in passato questo e stato possibile senza tante difficoltà, oggi non sarà così perché non rimarremo fermi ad assistere a questa pratica vergognosa e anti-democratica.
Civico10
RETE
Sinistra Unita
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