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Campi antimafia 2016. I pensionati SPI CGIL di Rimini impegnati in Puglia e Calabria

9 lug 2016
Campi antimafia 2016. I pensionati SPI CGIL di Rimini impegnati in Puglia e Calabria
Dall'11 al 17 luglio a Mesagne (Brindisi) cinque volontari dello SPI, con il Segretario generale Meris Soldati, si recheranno sulle terre e sui beni confiscati alla Sacra Corona Unita gestiti dalla cooperativa sociale “Terre di Puglia”. Altri gruppi di volontari del sindacato dei pensionati e giovani studenti si recheranno nel corso dell'estate in Puglia e Calabria per lavorare nei campi e alla ristrutturazione degli edifici. Sono i campi della legalità E!state Liberi che, oltre alle attività di volontariato, intendono favorire l'incontro tra diverse realtà territoriali segnate in maniera più o meno forte, ma purtroppo crescente sia al Centro che nel Nord del Paese, dalle stesse infiltrazioni della malavita organizzata.
Affinché i beni vengano restituiti alla collettività, sono già stati sottoscritti dei protocolli a Roma e Palermo tra i Tribunali e le organizzazioni sindacali Cgil Cisl e Uil per la gestione e lo sviluppo delle aziende confiscate e sequestrate. Protocolli che intendono aprire una fase nuova superando il lungo periodo di rodaggio nella gestione dei beni e delle aziende sequestrate e confiscaste. Per il sindacato è necessario che queste aziende, spesso con capitali di miliardi di euro, siano gestite secondo criteri assolutamente manageriali per salvaguardare la produttività, tutelare i posti di lavoro e far crescere la fiducia sulle ragioni della lotta alla mafia.

Per quanto riguarda il territorio di Rimini, dove esistono beni confiscati e sequestrati, nelle scorse settimane il Segr. generale CGIL Graziano Urbinati, che visiterà il campo di Mesagne nei prossimi giorni, ha chiesto al Prefetto e al Presidente del Tribunale un incontro nel quale discutere delle problematiche legate ai sequestri e confische di beni e aziende
“Pensiamo sia utile – ha scritto Urbinati - prevedere meccanismi di intervento sulla loro gestione e soprattutto far sì che non si producano deterioramenti dei beni e delle attività sequestrate o confiscate con effetti negativi anche sul piano occupazionale”.

Uff. stampa CGIL Rimini

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