Logo San Marino RTV

Carlo Franciosi: chi è senza peccato...

23 ott 2015
Carlo Franciosi: chi è senza peccato...
La mattina di sabato 17 ottobre, quando mia moglie mi ha comunicato che la TV stava annunciando l'avvenuto arresto di Gabriele Gatti,mi ha colto una sensazione di stupore e di sorpresa: proprio il TG1 della RAI, proprio con la sua foto in primo piano, ma allora siamo proprio diventati … importanti!
Rapidamente la memoria mi ha riportato al lontano 28 luglio 1943, giornata storica della caduta del Fascismo a San Marino, quando io ero presente, per una serie di circostanze che sarebbe lungo descrivere, alla grande manifestazione di popolo sulla Piazza della Libertà, con un gruppo di persone che dal terrazzo del Palazzo Pubblico inneggiava al ritorno della libertà e della democrazia.
Ho dei ricordi nitidi di quell'evento, anche se non ne avevo realizzato in pieno l'importanza. Avevo solo 8 anni.
Bazzicando la politica per oltre 60 anni, anche in posizioni di rilievo, ho acquisito una buona dose di senso critico, che mi ha permesso in varie occasioni di intervenire in misura determinante su diversi passaggi della vita pubblica. Negli ultimi tempi avevo ritenuto opportuno mettermi un po' in disparte, anche per decenza di anagrafe e per godere di un po' di meritata quiete.
Se non fosse che questo terremoto mi ha destato dal letargo e mi ha in qualche modo ritirato in ballo.
All'edicola, dal barbiere, al bar, per strada tutti parlano dei fatti di questi giorni, delle cause, dei possibili sviluppi della situazione, degli auspici, delle misure da prendere, rivelando troppo spesso concetti approssimativi, confusione critica, sentimenti contraddittori.
L'altro giorno, ad esempio, forse a causa della costernazione per questo mondo politico in sfacelo, qualcuno ha riesumato la provvidenziale frase evangelica “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Non ho resistito più e ho affermato che io, insieme con gli amici Fernando Bindi e Rosolino Martelli, siamo orgogliosi di aver scagliato la prima pietra nel febbraio 1993 uscendo dal Gruppo Consiliare e dal Partito Democratico Cristiano. Fu un clamoroso e coraggioso atto di ribellione al malcostume, all'autoritarismo e al conformismo che stavano inquinando quel grande partito e stavano minando il futuro del nostro Paese. Avevamo e abbiamo tutt'ora le carte in regola e la coscienza tranquilla per aver scagliato quel sasso.
Non mi dilungo sui fatti che sono succeduti (nascita di Alleanza Popolare, storia del Movimento, alterne vicende politiche e quant'altro). Condivido pienamente il comunicato sintetico ma esauriente ed onesto emesso dalla dirigenza di AP, come sono d'accordo con le considerazioni opportunamente espresse dall'amico Tito Masi.
Ma non posso evitare alcuni commenti sulle reazioni contraddittorie, sulle valutazioni talora ingenue o di comodo e sulla carenza di atteggiamenti autocritici di vasti settori della cittadinanza (una volta si diceva “fanno i tonti per non pagare il dazio”).
Adesso alcuni ci accusano di non essere stati sufficientemente decisi a non opporci al perdurante malaffare e alle ingorde attitudini dei soliti noti; altri ci rimproverano le alterne alleanze con i partiti maggiori i cui esponenti erano famosi per comportamenti gravemente corrotti; altri ancora di aver tradito la nostra linea di trasparenza e di moralità per squallide operazioni di potere personale.
A tutti replichiamo che la prassi politica comporta anche soluzioni di compromesso se non si vuole rimanere nelle posizioni marginali di sterile isolamento in cui gli elettori ci hanno ripetutamente relegati, ignorando i nostri continui richiami alla necessità di tornare a comportamenti corretti e in linea con la tradizione di onestà e laboriosità che avevano fatto del popolo sammarinese un esempio per tutti.
Troppi concittadini si sono lasciati abbagliare dal mito del benessere raggiunto in fretta e senza tanti scrupoli, e non hanno voluto preoccuparsi che la cuccagna non potesse durare in eterno.
Nonostante tutto la presenza di AP sulla scena sammarinese non è stata e non sarà ininfluente.
Lo dimostra l'evoluzione positiva del clima democratico e legalitario che ha potuto determinare la nascita di nuove compagini politiche con l'impegno di molti giovani e ha sollecitato la presa di coscienza della Magistratura la quale sta affrontando con coraggio e determinazione l'intricata situazione giudiziaria e alla quale va tutta la nostra gratitudine e la solidarietà per l'opera di ricostruzione morale della Repubblica.
I grandi partiti storici, DC e costellazione della sedicente sinistra in perenne mutazione, sono certamente i maggiori responsabili di questo disastro, anche se ora cercano di fare i furbi e di definirsi “inconsapevoli” con una buona dose di faccia tosta.
La DC in particolare ha studiato la trovata di costituirsi Parte Civile (cioè parte lesa con relativo risarcimento dei danni!!!) nel processo “Mazzini” contro una sfilza di accusati quasi tutti ex – esponenti di grosso peso dello stesso partito. A un difensore dell'imputato Podeschi, che si opponeva alla richiesta, sostenendo che la DC piuttosto doveva essere fra gli imputati, il Giudice Felici ha spiegato che seppure l'affermazione possa essere suggestiva sul piano politico, non era accettabile sul piano giuridico, e quindi ha accolto la richiesta della DC.
Ma dov'era la DC in tutti questi anni di corruzione diffusa, di associazione a delinquere, di apertura alle infiltrazioni mafiose e di stravolgimento del sistema democratico attraverso il ricorso sistematico al clientelismo e al voto di scambio? Spera ancora possibile rifarsi una verginità? Non avverte ancora l'obbligo morale di rinunciare a quella qualifica “Cristiano” usurpata indegnamente a una fede splendida che illumina la storia dell'umanità?
Credete, disinvolti aderenti del Partito Democratico Cristiano: il messaggio di Cristo è tutt'altra cosa; e il povero Santo che sbattete sui muri e sulle schede elettorali inquinate dalle truffe, lasciatelo in pace nella Pieve e nel cuore dei Sammarinesi.

E adesso ?

Adesso la politica deve applicarsi con serietà, con umiltà, e con la disponibilità di tutti i soggetti in campo per uscire da questo enorme pantano.
Non credo si possa far finta di niente e si riesca a ricostruire una società e un Paese pieno di macerie senza fare punto e a capo.
E' chiaro che il popolo debba essere richiamato alla consapevolezza e alle proprie responsabilità, che non sono poche, e debba appena possibile indicare la via di uscita con le elezioni, che peraltro subito non sarebbero utili, stante l'attuale desertificazione politica. Occorre al più presto ricostruire un tessuto sociale e una trama politica all'altezza della situazione.
Intanto è bene pensare a una soluzione transitoria che preveda la formazione di una sorta di governo di emergenza, un organismo analogo al Consiglio di Stato nominato nel Settembre 1943 dopo il crollo del regime fascista che, affiancando la Reggenza, ha condotto una serie di sapienti iniziative istituzionali che hanno portato la Repubblica fuori dal guado, come descritto dalla pubblicazione preziosa delle memorie del Prof. Francesco Balsimelli, primario artefice di quel passaggio storico nel volume “CRONACA DI UN TEMPO TURBINOSO” edito nel 2014 dalla SUMS (ironia della sorte).

San Marino, 23 ottobre 2015

Carlo Franciosi

Riproduzione riservata ©