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Celebrata nell’Azerbaijan un’eroina dell’emancipazione femminile

27 lug 2018
Celebrata nell’Azerbaijan un’eroina dell’emancipazione femminile
Sotto lo sguardo pieno d’ammirazione del sovrano di Persia, l’eroina ascolta la sua proposta. Abbandona la tua fede, sposami e goditi una vita di lussi come mia regina favorita: questa la sua offerta.
Dalla platea 450 persone guardano questa scena con il fiato sospeso.
Con grazia, saggezza e coraggio, Tahereh declina l’offerta. Sceglie di dedicare la vita a una Causa che crede sia destinata a trasformare il mondo.
La performance andata sulle scene l’8 luglio nel Teatro accademico drammaturgico nazionale dello stato dell’Azerbaijan è stata la prima della Figlia del sole, una nuova commedia sulla vita di Tahereh, influente poetessa, studiosa e campionessa dell’emancipazione femminile.
La sera della prima ha emozionato artisti e pubblico ugualmente.
«Tahereh non è l’eroina soltanto di una religione, lo è di tutta l’umanità», ha detto al pubblico dopo la rappresentazione Sayman Aruz, poeta e capo del Dipartimento della letteratura del sud Azerbaijan nell’Unione degli scrittori azeri,. «È vissuta ed è morta per valori divini e spirituali per tutta l’umanità. Non ha eguali nella storia dell’Oriente. È la voce della libertà per milioni di persone».
Quest’opera teatrale esce in un momento in cui la vita di Tahereh sta riconquistando l’interesse e l’attenzione della società azera.
Nel 2016è stato tradotto e pubblicato un libro sulla vita e sulle opere di Tahereh, che ha suscitato un crescente interesse per la vita di questa emblematica campionessa dell’emancipazione femminile tra
la gente dell’Azerbaijan. Dopo aver saputo di lei, la giornalista Kamale Selim Muslimgizi si è sentita così ispirata che ha voluto portare sulle scene La figlia del sole. La signora Muslimgizi ha reclutato una trentina di studenti provenienti da varie università a Baku per recitare nel componimento teatrale.
«Tahereh è vissuta ed è morta per la causa della verità», dice la signora Muslimgizi. «Questo progetto mi ha cambiato la vita. Prima avevo solo idee e sogni, ora ho la forza spirituale necessaria per produrre cambiamenti. Tahereh mi ha dato il coraggio di agire per il bene comune».
Tahereh è nata agli inizi del XIX secolo, a Qazvin, in Iran, da un’eminente famiglia religiosa. Ha subito mostrato grande interesse per temi che, a quei tempi, erano considerati superiori alle capacità delle donne e inappropriati per loro. Nonostante gli ostacoli che ha incontrato, Tahereh è diventata una famosa poetessa e studiosa la cui influenza, che è stata profondamente avvertita nei suoi tempi, non è diminuita dopo un secolo e mezzo.
Nel 1844, Tahereh è stata la prima donna che ha accettato gli insegnamenti del Bab, il precursore di Baha’u’llah, ed è divenuta una dei protagonisti di un movimento che nel giro di pochi anni si è diffuso in tutta la Persia e anche oltre confine, attraendo nei propri ranghi decine di migliaia di credenti.
Il titolo, “Tahereh”, le è stato dato da Baha’u’llah, che ella ha incontrato nel 1848 durante la storica conferenza di Badasht. Questa parola significa “la pura”.
Durante quell’importante conferenza Tahereh si è tolta il velo. Questo atto era considerato impensabile nella Persia del XIX secolo, una società patriarcale, nella quale le donne avevano ben poco peso nella sfera pubblica. In quel momento che ha fatto la storia, ella ha proclamato che era stata inaugurata la parità tra le donne e gli uomini e che gli insegnamenti del Bab significavano una rottura con le tradizioni del passato, un «assordante squillo di tromba», nelle parole Shoghi Effendi.
Quattro anni dopo, durante la brutale persecuzione dei seguaci del Bab da parte del governo persiano, Tahereh è stata fatta prigioniera a Teheran. Essendosi rifiutata di abiurare la sua fede, fu è stata giustiziata. Le sue ultime parole sono risuonate in tutto il secolo successivo: «Potete uccidermi quando volete, ma non potrete fermare l’emancipazione delle donne».
La figlia del sole evidenzia l’impareggiabile coraggio di Tahereh, una qualità che ha influenzato intere generazioni di persone. Nigar Aliyeva, che interpreta Tahereh, spiega:
«Tahereh dice nel dramma: “Sono nata Zarrin Taj, ma ho vissuto come Tahereh”. Mentre interpretavo il ruolo di Tahereh mi sono sentita diversa. Non sono più la persona di prima. Ora il ritornello della mia vita è: “Sono nata Nigar ma vivrò come Tahirih”».
Nella rappresentazione, alcune scene dalla vita di Tahereh sono intercalate da brani narrativi e da letture di alcune delle sue poesie.
Un membro del pubblico ha commentato dopo la performance: «Ora mi rendo conto che dobbiamo avere coraggio e levare la voce contro l’oppressione e la tirannide».

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