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Cittadinanza Attiva: sicurezza e prevenzione Iss, privatizzazione farsa

20 apr 2015
Cittadinanza Attiva: sicurezza e prevenzione Iss, privatizzazione farsa
A dimostrazione del fatto che non basta una buona normativa per stimolare comportamenti virtuosi, ma serve la volontà di cambiare di chi la normativa la deve applicare, ecco che pochi mesi dopo l’approvazione di una buona legge sulle forniture arriva un appalto che ha del ridicolo.
Se il primo di aprile non fosse ormai passato da qualche settimana, infatti, alla fine della lettura della documentazione tramite della licitazione privata per l’affidamento del Servizio Protezione e Prevenzione dell’ISS a consulenti esterni, avremmo pensato ad uno scherzo.
Andiamo con ordine. Innanzitutto la motivazione dell’urgenza contenuta nel preambolo di quel faldone di cinquantuno pagine, caratteristica necessaria per procedere non con un appalto pubblico ma tramite, appunto, licitazione privata.
Già qui sale il primo dubbio: da dove deriva questa urgenza? Dal fatto, forse, che si è tardato volutamente a nominare il responsabile di un servizio fondamentale di una struttura fondamentale per la collettività? Se è così, e la scelta della privatizzazione era già stata presa, per quale motivo non farla per tempo, aspettando di dover procedere con “urgenza” per licitazione privata?
Problema numero due: le tempistiche. La licitazione privata, proprio per l’urgenza che ne ha causato il ricorso, ha tempistiche molto strette. Dieci giorni, in questo caso soli sei giorni lavorativi, un termine insostenibile per le poche aziende di piccole/medie dimensioni presenti a San Marino che si occupano di sicurezza.
Le cinquanta pagine contengono infatti richieste molto gravose, come fidejussioni e impegni assicurativi, che per essere soddisfatte richiedono una mole di lavoro che supera di gran lunga i sei giorni lavorativi.
Problema numero tre: le professionalità richieste. All’interno del faldone sono richieste due figure professionali con competenze e certificazioni obbligatorie in Italia, non a San Marino, e con esperienze maturate in “ambito ospedaliero”, cosa che è possibile fare in Italia ma fino ad oggi non era possibile fare a San Marino. Come se non bastasse, i continui riferimenti alla normativa italiana all’interno del capitolato, in cui è rimasto pure qualche refuso, fanno pensare che il testo stesso sia stato scritto da un tecnico non sammarinese, per operatori non sammarinesi. Diventa allora evidente che il coinvolgimento nella licitazione di aziende sammarinesi è solo di facciata, utile forse a preservare la forma.
A tutto questo si aggiunge la ciliegina sulla torta finale, la valutazione della documentazione presentata dai partecipanti da parte della Commissione Tecnica di Gara tramite l’immancabile “seduta segreta”.
Valutato tutto questo ci siamo fatti due domande. Ci siamo chiesti se, pur nel rispetto di tutte le normative vigenti, sia corretto esternalizzare un servizio chiave per l’ISS, come quello Protezione e Prevenzione, con una licitazione farsa, ad una ditta evidentemente italiana, probabilmente già identificata prima della stesura della gara d’appalto, che di fatto indirizzerà tutti gli appalti relativi all’ambito della sicurezza della struttura ospedaliera e di quelle satellite, assumendo quindi un potere economico molto rilevante per la nostra realtà.
La risposta è no, evidentemente. Non è corretto né auspicabile che si privatizzi questo servizio e che si continuino ad usare queste modalità di assegnazione opache per favorire aziende, magari straniere, in barba allo spirito che ha guidato la stesura della nuova normativa.

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