Logo San Marino RTV

Cittadinanza Attiva: "Unioni Civili ed Eutanasia, avviare il confronto"

28 gen 2016
Cittadinanza Attiva
Cittadinanza Attiva
La Repubblica di San Marino ha una storia in tema di libertà che può far pensare che sia relativamente facile, fra questi quattro sassi, parlare di diritti civili. Eppure non è così.

Paradossalmente laddove vige una grande tradizione di pace e libertà, in quel Paese che si contraddistingue e promuove come primo Stato al mondo ad abolire definitivamente la pena di morte, la tradizione a cui tutti siamo attaccati con le unghie rende più difficile che altrove introdurre temi che pongono dubbi morali e sociali.

Il tema del riconoscimento giuridico delle coppie di persone dello stesso sesso, al centro di un vivace dibattito in Italia per via del progetto di legge che il governo Renzi sta cercando di far approvare, è un argomento che ogni tanto si tenta di sollevare anche a San Marino, ma che poi viene in fretta fatto scomparire sotto al tappeto, assieme alla polvere.

Se in Italia la discussione verte più sulla possibilità di permettere ad una coppia omosessuale di adottare il figlio di uno dei due partner rispetto alla facoltà di registrare la propria unione davanti alla legge, a San Marino quel primo scoglio ancora non è stato superato.

La recente modifica della Legge n.118 sulle residenze, presentata in accoglimento di un Ordine del Giorno approvato a settembre 2014 dal Consiglio Grande e Generale, ha infatti semplicemente esteso la possibilità di richiedere il permesso di soggiorno per coppie “a fini solidaristici o di mutuo aiuto”, un modo a nostro avviso un po’ ipocrita e aperto ad ogni interpretazione per indicare le coppie dello stesso sesso.

E’ evidente comunque che il permesso di soggiorno a fini solidaristici, seppur rappresenti un primo piccolo passo, non è certamente la soluzione. Per questi cittadini sammarinesi permane ancora oggi la discriminazione assurda, perlomeno per un Paese che si autodefinisce laico, di non poter vedere riconosciuta la propria unione davanti alla legge, con tutto quello che ne consegue. Questo nonostante l’Odg di cui sopra richiamasse anche provvedimenti legislativi volti a:

“…regolamentare diritti e doveri reciproci dei conviventi, fatti salvi i diritti dei rispettivi familiari, riguardo ai seguenti ambiti:
- il sostentamento economico in caso di cessazione della convivenza;
-il diritto di subentrare nel contratto di locazione, in caso di cessazione della convivenza o di decesso di uno dei conviventi;
- l'assistenza in caso di malattia o ricovero di uno dei conviventi;
- le disposizioni esequiali in caso di morte di uno dei conviventi;

avviando un ampio confronto con tutte le forze politiche sulle questioni patrimoniali in caso di morte di uno dei conviventi e sulle modalità attuative dei diritti e doveri reciprochi indicati;”

L’Unione Europea, negli ultimi 15 anni, ha battuto più volte sull’argomento, arrivando con il rapporto annuale sui Diritti Umani del 12 Marzo 2015 ad inserire definitivamente nella lista dei diritti umani la facoltà di unirsi davanti alla legge, sotto forma di unione civile o matrimonio.

San Marino, è bene ricordarlo, è uno dei Paesi firmatari della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo, su cui si basano quel rapporto e le successive raccomandazioni ai Paesi membri che ancora non hanno adottato una normativa in materia, a farlo in fretta. Raccomandazioni che hanno spinto l’Italia, appunto, ad accelerare l’Iter di approvazione del DdL Cirinnà. E’ evidente, quindi, che l’inserimento delle unioni civili e dei matrimoni fra persone dello stesso sesso nel campo dei diritti umani, ha posto la nostra Repubblica in una posizione deficitaria e a rischio di condanna da parte della Corte di Strasburgo, in caso di ricorsi.

E’ evidente che, volenti o nolenti, le unioni civili, ma anche l’eutanasia – su cui arriverà a breve in Consiglio un’altra Istanza d’Arengo – sono argomenti su cui dobbiamo iniziare a confrontarci, tenendo sempre bene a mente che quella libertà di cui la Repubblica si fa vanto da molti secoli può essere messa in discussione esclusivamente laddove inizia la libertà altrui.

Non prima.


Cittadinanza Attiva

Riproduzione riservata ©