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Civico 10: dati su banche e bilancio pubblico sono strazianti, servono riforme

15 giu 2016
Civico 10: dati su banche e bilancio pubblico sono strazianti, servono riforme
Siamo preoccupati. Le nostre banche sono in sofferenza, l’economia non riprende, e mancano le scelte politiche del Governo da ormai troppi anni. Il declassamento del rating da parte di Fitch ne è la prova inconfutabile.
Dopo tanti anni di stabilità, siamo stati destituiti da BBB+ a BBB con outlook negativo, segno che ci sono alte probabilità di un ulteriore peggioramento entro breve.
Inconcepibile (ma neanche troppo) il silenzio totale del Governo sulla visita dei valutatori di Fitch e sull’esito della stessa; inaccettabile che il peggioramento derivi, tanto per cambiare, dalla totale inazione di un Governo incapace di affrontare problemi evidenziati a più riprese dagli organismi chiamati a valutarci.
In primis il sistema bancario e finanziario, richiamato da Fitch come fattore “ad alta sensibilità” rispetto al peggioramento del rating. La debolezza del sistema, dice Fitch, continua a erodere le finanze pubbliche e a ridurne la flessibilità (perché, ovviamente, tante risorse vengono destinate al sistema finanziario in termini, ad esempio, di crediti d’imposta e altri interventi patrimoniali). Il sistema si mantiene scarsamente capitalizzato, in particolare Cassa di Risparmio, che potrebbe avere necessità di ulteriori iniezioni di capitale in assenza di una sostanziale ristrutturazione della propria operatività, dopo aver registrato una perdita di 17 milioni di € nel 2015.
I crediti non-performing salgono al 46,8% nel 2015, peggiorando rispetto al 2014; ma quel che è peggio, cala il tasso di copertura di questi crediti dal 31% al 28,7% (anche Cassa di Risparmio vede calare questo tasso al 23,5% dal 26,6% dell’anno scorso). Si parla dei crediti problematici, non facilmente esigibili, che possono creare, se non recuperati, deficit patrimoniali e quindi necessità di iniezioni di capitale: è la vera grande emergenza del nostro sistema, largamente non affrontata dal Governo.
Tra i fattori a “media sensibilità” per la riduzione del rating, Fitch cita le finanze pubbliche ed in particolare le riserve di liquidità calate a 33 milioni nel 2015, rispetto ai 40,5 milioni del 2014, riducendo la flessibilità fiscale e di bilancio.
In generale, Fitch afferma che le riforme del sistema finanziario rimangono incomplete cosa che, combinato con le dimensioni del sistema stesso (4 volte il Pil), l’incapacità di accedere a prestiti di ultima istanza e di accedere ai mercati obbligazionari internazionali, aumenta il rischio di instabilità finanziaria. Ed in prospettiva, anche a causa delle nuove capitalizzazioni che si renderanno necessarie, il debito aumenterà fino al 30% del Pil nel 2025, contro il 22% del 2016: ma considerando la tendenza del Governo a fare debiti, temiamo che il dato sia sottostimato.
Anche perché, conclude Fitch ricordandoci la realtà che viviamo, la resistenza agli shock per San Marino è pregiudicata dalla piccolezza delle sue dimensioni, da una limitata diversificazione economica e dall’alto grado di dipendenza dall’Italia. Quindi, aggiungiamo noi, dobbiamo stare molto più attenti di altri nel porre in essere politiche legate al debito, perché potremmo perderne il controllo in breve tempo.
ll governo ha scelto di affrontare tutti questi problemi col silenzio? Col “meglio non parlarne e speriamo nella provvidenza”? Se così fosse, sarebbe gravissimo. In ogni caso non si spiegherebbe altrimenti il silenzio di tomba su questo argomento nel comma comunicazioni dell’ultimo Consiglio Grande e Generale.
C’ la necessità di invertire la rotta: condividiamo chi si appella alla necessità di porre in essere le riforme ma non possiamo che notare come questi appelli si ripetano da anni senza che nulla cambi nel concreto.
Forse è tempo di capire che questo governo e questa maggioranza non sono semplicemente in grado di fare nulla di quello che serve per far ripartire il paese. Bisogna passare dal Dire al Fare.

Civico 10

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