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Civico 10 su Doing Business

29 ott 2015
Civico 10 su Doing Business
Ieri abbiamo potuto apprezzare molteplici manifestazioni governative di giubilo per i risultati ottenuti da San Marino nella classifica annuale stilata da Doing Business sui Paesi attrattivi per fare impresa.
I media hanno prontamente fatto da cassa di risonanza, rispetto a quello che pareva essere un aumento fenomenale di attrattività che ci ha fatto passare dal 93° al 76° posto nel giro di appena 12 mesi. E un po’, lo ammettiamo, siamo stati tentati anche noi di unirci al coro univoco di soddisfazione.
Poi però abbiamo deciso di verificare quei dati, andando direttamente sul sito ufficiale che ospita il ranking. Con un paio di click siamo giunti sulla pagina del nostro Paese e ci siamo resi conto, purtroppo che, come spesso accade, fra le parole e i fatti c’era una discrepanza piuttosto consistente.
Doing Business ha infatti introdotto, per stilare la classifica 2016, un nuovo metodo di calcolo, riparametrando alcuni dati. Per effettuare un confronto efficace, quindi, fra i dati 2015 e quelli 2016, il ranking dell’anno scorso è stato ricalcolato alla luce dei nuovi parametri e… indovinate un po’?
San Marino non è più 93°, ma 78°. Un confronto reale fra i dati 2015 e quelli 2016, quindi, parla di un aumento di ranking limitato a soli due posti. Un aumento è comunque un dato positivo, ci mancherebbe. Ma andando a dettagliare i risultati ottenuti nei vari settori analizzati si scopre qualcos’altro di ancora più importante.
San Marino è peggiorato praticamente in quasi tutti i ranking specifici. Presenta un aumento piuttosto considerevole solamente per quanto riguarda la fase di StartUp dell’impresa, principalmente per via delle nuove norme introdotte dalla Segreteria Industria che promettono il rilascio della licenza in tempi più brevi che in passato, e con meno burocrazia.
Questo, e solo questo, ha causato il limitato aumento nel ranking generale. Allora ci chiediamo se, alla luce dei dati reali e non fuorviati, ci sia davvero così tanto da esultare o forse non ci sia più da riflettere sui motivi che ci hanno portato a peggiorare in tutte le altre classifiche, prima fra tutti quella sul sistema del credito in cui ci confermiamo fra gli ultimi posti al mondo.

Una valutazione veloce sulla classifica ci dice peraltro che, subito dopo San Marino, si trovano Paesi come il Guatemala, l'Arabia Saudita e l'Ucraina (Paesi che, a causa di guerre in atto o questioni religiose, non si possono definire certamente business-friendly). Tutti i Paesi europei avanzati (tranne Malta) ci precedono. I piccoli Paesi asiatici, come Hong Kong e Singapore che si trovano nelle primissime posizioni.
Le Repubbliche baltiche, uscite dal blocco sovietico, sono nelle prime 25 posizioni perché hanno saputo avviare una economia dinamica e competitiva facendo scelte coraggiose. L'Islanda si trova al 19° posto pur non essendo in una posizione geografica sicuramente invidiabile. La Svizzera, sfruttando la sua posizione e la sua abilità di porre in essere normative concrete ed efficaci, è in 26° posizione.
Siamo preceduti di 30-40 posizioni da Paesi come gli Emirati Arabi, la Bulgaria, l'Ungheria, l'Armenia, il Montenegro, la Mongolia. L'Italia, con tutti i problemi che crea alle imprese in termini di imposte e burocrazia, è al 45° posto (31 posizioni prima di noi).
Per fare impresa, quindi, non basta ottenere la licenza in tempi brevi. Servono telecomunicazioni efficienti, serve la disponibilità del credito, serve una burocrazia leggera e una PA efficiente.

Su questi temi quasi tutti gli altri Paesi europei stanno tornando a correre e noi ancora non siamo riusciti a porre le basi per farlo.

Chiudiamo questo comunicato con una raccomandazione che abbiamo già fatto più volte: nell’era del web, le bugie hanno le gambe corte. Chiediamo quindi al Governo di smettere di annunciare risultati palesemente gonfiati, veicolati sui media a cadenza regolare, e di lavorare piuttosto a testa bassa e con coesione perché questi risultati arrivino davvero.

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