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Civico 10: “Nodi ancora irrisolti”

13 apr 2016
Civico 10
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L’inefficienza della politica di questi anni si sta mostrando con tutta evidenza in queste ultime settimane.

Mentre la maggior parte dei problemi che da anni tengono bloccato il Paese e la sua economia sono ancora al loro posto, le forze di maggioranza sembrano più interessate a rilasciare interviste, a fare convegni o feste, ad autoincensare i propri percorsi politici, più che a risolvere i problemi.

E’ ormai evidente che nel Paese impazzi il “toto-elezioni” e che la preoccupazione più grande di chi si trova al governo è se si andrà ad elezioni poco dopo il referendum del 15 maggio oppure alla scadenza naturale della legislatura.

La cosa incredibile è che in mezzo a tutte queste discussioni, da mesi ormai non si parla più dei problemi del Paese. La maggioranza ha smesso anche solo di far finta di cercare delle soluzioni, se non per la buffa questione dell’Iva/Igc che sta tenendo un po’ impegnato il dibattito ma che non convince nessuno, vista la grande divisione esistente in maggioranza sul tema.

L’economia continua a boccheggiare, a meno che qualcuno non voglia seriamente ritenere soddisfacente un +1% di crescita dopo un -35% in 6 anni.

I nodi irrisolti sono ancora tanti, troppi: prima di tutto una burocrazia troppo complessa per un Paese così piccolo, ma poi anche residenze troppo difficili da ottenere per chi investe (ma soprattutto rilasciate con ampi margini discrezionali), tempi troppo lunghi per avere risposta alle istanze (che sia un cambio di oggetto sociale o una assunzione), rapporti con l’Italia non ancora così ben chiariti – vedi recenti raccomandate della Guardia di Finanza – a spaventare chi vuole affacciarsi al territorio.

A questo si aggiunge la tendenza degli ultimi anni: la voglia di cambiare le leggi ad ogni piè sospinto, che toglie qualsiasi certezza agli investitori. Recentemente un Decreto (l’ennesimo) ha peggiorato la legge sullo sviluppo in una delle parti più interessanti, quella degli incentivi all’avvio di nuove imprese: bene, abbiamo avuto notizia che questa modifica ci sia costata il venir meno di alcune imprese che stavano aprendo, che non hanno più trovato le condizioni di vantaggio prima presenti e hanno optato per altri lidi.

E’ ancora necessario, purtroppo, interfacciarsi con le Segreterie di Stato, andare ad elemosinare cose che dovrebbero essere scritte nelle leggi, fare convenzioni occupazionali di cui non ci sarebbe alcun bisogno se solo le norme fossero più chiare; andare a contrattare cose, quindi, che dovrebbero essere chiare e uguali per tutti.

Questo è senza dubbio un atteggiamento utile per i Segretari di Stato, che possono poi farsi belli sui giornali e in TV dei loro rapporti con gli investitori, ma è assolutamente dannoso per il Paese, perché dove non vi sono certezze non c’è competitività.

I grandi investitori, forse, possono essere abituati a trattare coi decisori politici e a contrattare condizioni ad hoc, ma crediamo che i piccoli e medi imprenditori – quelli più interessanti per le peculiarità del nostro Paese – non abbiano né la forza, né il tempo, né la volontà di andare a chiedere l’elemosina ai Segretari di Stato.

Su questo ha ragione qualche esponente di maggioranza, che lo ha sottolineato recentemente: il metodo di Governo non è assolutamente cambiato rispetto al passato. E i risultati dell’economia, l’asfissia in cui ancora ci troviamo, ne è la prova più lampante.

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