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Civico 10 risponde alle rivendicazioni delle comunità estere

7 ott 2015
Civico 10 risponde alle rivendicazioni delle comunità estere
A breve inizierà il maxi-processo che vedrà coinvolti molti esponenti politici di spicco dei maggiori partiti sammarinesi, durante il quale si affronterà finalmente anche la questione dei fondi a disposizione degli stessi per pagare i viaggi elettorali dei cittadini all’estero.

Una questione conosciuta ma fino a pochi anni fa, quando un video realizzato al tempo da Alleanza Popolare ne ha dimostrato l’esistenza, annoverata fra le leggende metropolitane della nostra piccola Repubblica, almeno da quando la normativa aveva reso questi viaggi pagati fuori legge.

Cittadini sammarinesi portati a dormire fuori da San Marino per non correre il rischio di avere contatti preventivi al voto, caricati su aerei e pullman grazie alle briciole di un sistema corruttivo fatto di tangenti e clientelismo, oggi ben chiaro a tutti grazie al lavoro della magistratura.

In questo panorama si inserisce la polemica innescata dall’atto forte compiuto dai Presidenti delle Comunità alla riunione della Consulta dei Cittadini all’estero, appena pochi giorni fa, che si sono alzati e hanno lasciato solo il Segretario agli Esteri, Pasquale Valentini, che aveva appena pronunciato il suo saluto. I Cittadini all’estero, che richiedono da tempo un tavolo di confronto con il Governo in merito alle proprie rivendicazioni, in particolare rivendicazioni elettorali, hanno denunciato una totale mancanza di attenzione nei loro confronti.

Insomma, prima questi cittadini sono stati trattati per decenni come un gregge da voto, convocandoli ad ogni elezione a suon di Lire, poi di Euro provenienti dal malaffare, dietro la promessa di fedeltà all’interno della cabina. Oggi che non è più possibile per i partiti fare i tour operator, ci si scorda di loro e dell’opportunità che rappresenta un gruppo di persone ampio come un terzo dei residenti, per un Paese piccolo come il nostro.

Una delle richieste della Consulta è l'aumento dello stanziamento per gli scambi culturali, si potrebbe ragionare assieme, per contraltare, vagliando la disponibilità di alcune famiglie ad ospitare giovani sammarinesi per esperienze di lavoro o studio estive. Oppure si potrebbe chiedere alle Comunità di aiutarci ad organizzare, nei relativi Paesi di residenza, dei veri e propri "San Marino Days" che aprano le porte ai prodotti delle nostre aziende, ma anche alla promozione turistica del nostro Paese.

Questi sono solo alcuni esempi di cosa possono rappresentare le Comunità per San Marino. Sedersi ad un tavolo non vuol dire infatti accettare ogni rivendicazione come cosa dovuta, ma neanche pronunciare qualche parola di circostanza per lisciare il pelo a potenziali elettori e poi scordarsene fino all’anno successivo. Vuol dire confrontarsi, cercando di approfondire e mediare le relative posizioni, cercando di valorizzare le opportunità che un ventaglio di Comunità all’estero rappresentano per l’evoluzione culturale della Repubblica e al contrario il rapporto di fedeltà con il proprio paese d’origine per chi vive lontano.

Ma un Governo male assortito come questo, con contrasti interni che diventano evidenti dopo ogni Congresso di Stato, non potrà mai affrontare efficacemente un lavoro di approfondimento e mediazione di prospettiva di questo tipo, perché sarà troppo occupato a litigarsi i voti, anche quelli esteri, in vista delle prossime elezioni.

Civico10

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