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Civico 10: "Sull'indennità di malattia l'Esecutivo non ha il coraggio di ammettere la cantonata presa"

25 ott 2015
Civico 10: "Sull'indennità di malattia l'Esecutivo non ha il coraggio di ammettere la cantonata presa"
Civico 10: "Sull'indennità di malattia l'Esecutivo non ha il coraggio di ammettere la cantonata presa"
L’accordo sull’indennità di malattia sottoscritto dalla CSU e dal Segretario di Stato alla Sanità Mussoni, la cui adozione è stata sollecitata proprio in questi giorni dal sindacato, porta la data del primo giorno di giugno. Come mai allora questo accordo non è ancora entrato in vigore? Sicuramente una spiegazione plausibile è che manchi il coraggio, da parte dell’Esecutivo dell’ISS, di ammettere di aver preso una cantonata. Oppure qualcuno pensa che i cittadini, dopo il polverone sollevato mesi fa sul tristemente famoso articolo 48, abbiano la memoria corta e si siano scordati delle modifiche applicate all’indennità di malattia. In ogni caso, ancora si insiste sul fatto che il famoso articolo 48 della legge n.219/2014 sia stato fatto per punire i furbetti. L’accordo raggiunto prevede che la percentuale di stipendio riconosciuta dalla mutua diminuisca, solo per il primo giorno, proporzionalmente alla ricorrenza della stessa. Dal secondo giorno invece la malattia continua ad essere rimborsata al 90%. Questo significa che se si sta male, nel corso dello stesso inverno, più volte per la stessa malattia, si è considerati dei “furbetti”.
Ma al di là di questo aspetto di principio, quale persona dotata di logica può pensare che con questo tipo di accordo i furbetti si “rimettano in riga”? Chi può pensare seriamente che una piccola percentuale in meno della retribuzione per il primo giorno possa fermare chi va in malattia senza averne il diritto? L’accordo contiene poi alcuni punti su cui sorgono diverse perplessità: nel punto 3 dell’accordo, in cui si parla dei casi in cui la malattia è prevista al 100%, quando inizia la malattia per esami clinici? Ci sono esami particolari che vengono effettuati fuori territorio, per esempio, e la legge sull’indennità obbliga il malato a non uscire dal territorio. In questi casi come si fa? Un motivo per cui questo accordo ancora non è entrato in vigore può essere che neanche i firmatari di questo accordo sanno cosa hanno scritto? Questo, ci viene da dire ad un anno di distanza dall’approvazione dell’art.48, è il solito modo di fare politica, quello di fare la cosiddetta “melina” per guadagnare tempo, arrivando a fine mandato senza aver in fondo concluso nulla; é facile così difendersi con un “ah ma io ci avevo provato.... avevo scritto... avevo fatto... ma sono gli altri che non mi hanno permesso di fare”. Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo a distanza di un anno, quando si tratta di salute, di previdenza, non si può andare avanti a tastoni, mettendo in discussione come se niente fosse conquiste sociali storiche e fondamentali come l’indennità di malattia, andando addirittura a ridurre le tutele per chi si trova a combattere con malattie oncologiche. Chi è in difficoltà non può aspettare che arrivino le elezioni, il momento in cui magicamente tutti diventano più ricettivi, svegli e pieni di risorse ed energie. Anche se oggi si sta già lentamente avviando il grande carosello elettorale, che illude il povero elettore, lo sfrutta e lo divora come una vongola (detta anche poveraccia, così tanto per dire) al grido di “venghino signori venghino, che qui c’è il vino buono”. Dal canto nostro, speriamo che questo odore di elezioni porti anche i vertici dell’ISS a ragionare con più accortezza sui temi che toccano il diritto alla salute di tutti, facendo non uno, ma due passi indietro sulla riduzione dell’indennità di malattia e cercando strade più coerenti per affrontare il problema (che esiste) dei furbetti della mutua

Comunicato Stampa Movimento Civico 10

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