Civico10: "Disoccupazione e sostegno al reddito"

Civico10: "Disoccupazione e sostegno al reddito".
Sono passati ormai sette anni dall’inizio della crisi economica più devastante che la Repubblica abbia dovuto subire dal dopoguerra.
Sette anni in cui il PIL è crollato di oltre il 30%, decide e decine, se non centinaia di aziende vere, e non “fatturifici”, hanno chiuso, una dopo l’altra, scatenando un fenomeno terribile e praticamente sconosciuto a San Marino da oltre 30 anni, quello della disoccupazione.
Un fenomeno che oggi, e lo dimostrano i dati del Programma Economico 2016, funesta maggiormente la categoria dei giovani che si trovano nella fase più critica della propria vita. Fase in cui si trovano alla ricerca di un lavoro, per sviluppare e affermare la propria identità, per potersi permettere un’abitazione in cui costruire una famiglia, o per poter crescere i propri figli con serenità.
Sin dalla sua nascita, Civico10 ribadisce la necessità per lo Stato di San Marino, che fino ad oggi si è limitato ad erogare la mobilità o la disoccupazione a quei dipendenti che perdono il lavoro, e solo per un determinato periodo, inizi ad occuparsi seriamente anche di chi il lavoro non l’ha mai avuto, di chi ha rischiato mettendosi in proprio ma gli è andata male, o di quei disoccupati di lungo corso che hanno perso ogni speranza di trovarlo e quindi di avere un reddito per mantenere sé stessi e la propria famiglia.
La nostra ricetta è ormai conosciuta: reddito minimo garantito per tutti, tarato sulla propria effettiva situazione economica, di un importo quindi sufficiente a coprire solo ed esclusivamente i bisogni primari della vita di una persona (come il cibo, le bollette, il mantenimento di un mezzo di trasporto) a fronte di un impegno chiaro da parte di chi lo riceve a cercare attivamente un’occupazione, a formarsi per soddisfare le richieste di un mercato del lavoro sempre in movimento e, nel frattempo, a compiere lavori socialmente utili.
Sul versante della formazione, ovviamente, si gioca la partita più importante. Qui lo Stato, nelle funzioni che ricoprono l’Ufficio del Lavoro e il Centro di Formazione Professionale, deve fare la sua parte assieme ai Sindacati dei lavoratori e alle Organizzazioni datoriali per garantire al disoccupato dei percorsi di formazione utili a ricollocarsi.
Le risorse per finanziare un sistema più efficiente per affrontare il problema disoccupazione ci sarebbero. Il Governo stesso aveva introdotto un prelievo piccolo, ma significativo, sugli stipendi di un settore pubblico allargato toccato solo in minima parte dalle conseguenze della crisi di bilancio, teso a reperire risorse che era possibile reinvestire in riforme legate al mercato del lavoro.
Ben più consistenti motivi elettorali, invece, hanno suggerito di ritirare immediatamente quel provvedimento “solidaristico”, nonostante la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici non avessero sollevato proteste, se non (legittimamente) per quell’assurda trattenuta extra del 5% riservata ai precari.
Sono anni che il nostro movimento ribadisce queste urgenze, e sono anni che rimaniamo pressoché inascoltati da un Governo che ha posto fra le sue priorità la Libera Professione dei Medici, l’Istituto Finanziario Pubblico, oggi addirittura la Legge sulla Rappresentatività, e ha riservato ai disoccupati qualche intervento più mediatico che reale (come il Fondo di Solidarietà).
Alle notizie allarmanti che si sono susseguite nel corso dei mesi in merito alle sempre più utenze non pagate, alle famiglie che si rivolgono alla Caritas per un pasto decente, a quelle che non riescono più a far fronte al mutuo, a quelle che non riescono a pagare le rette scolastiche, o anche solo la refezione, il Governo ha risposto con interventi spot, che non hanno la benché minima intenzione di affrontare con soluzioni strutturali un problema ormai persistente e in continuo peggioramento.

Civico10

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