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Civico10: "I referendum della discordia"

3 set 2015
Civico10
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Comprendiamo perfettamente lo sconcerto dei promotori dei quesiti referendari bocciati per irricevibilità delle firme.

Firme che, nonostante siano state raccolte da pubblici notai, per il Collegio Garante risultano non valide a norma di legge. Una puntigliosità, leggendo le motivazioni, a tratti apparentemente “machiavellica”, che ha fatto calare una scure su un processo democratico diretto come quello referendario.

E’ bene ricordare che il testo di legge in vigore sui referendum prevede determinati obblighi da parte del comitato promotore, ma in nessuno di questi vengono indicate chiaramente le modalità di sottoscrizione delle firme, lasciando al notaio, Pubblico Ufficiale, il compito di legalizzare le firme dopo aver identificato il firmatario. Il Collegio Garante - in questi casi - “verifica il NUMERO dei firmatari, il possesso dei REQUISITI previsti dalla presente legge per i firmatari stessi e la loro ISCRIZIONE alle liste elettorali.”

La più recente legge 73/2014 sull’ordinamento del notariato, prevede invece una serie di contenuti specifici che il notaio deve rispettare per l’autenticazione di firma nelle scritture private.

Se i cavilli burocratici che sono stati addotti, che fanno riferimento alla legge sull’ordinamento del notariato, diventeranno fonte di giurisprudenza per il nostro ordinamento in materia di referendum, si andrà ad inficiare il funzionamento di un istituto democratico fondamentale. E’ evidente che in pochi avranno il coraggio, e la voglia, di spendere tre mesi del loro tempo per raccogliere firme che poi rischiano di essere bocciate per motivi meramente burocratici.

Tralasciando l’eventuale responsabilità dei notai, che dovrebbero comunque conoscere la normativa che li riguarda a menadito, la consistenza e la veridicità delle 1200 firme raccolte non viene inficiata dal fatto che alcuni dati sono stati scritti sul retro dal notaio, piuttosto che sul fronte dal cittadino. Tantomeno tali firme non diventano false se nella certificazione del notaio è stato apposto il timbro dello studio, ma manca l’indirizzo.

Per questo viene da dire che da un Collegio dei Garanti ci si aspettano sentenze più ragionevoli, che facciano leva sulla veridicità o meno delle firme presentate, e non sui cavilli burocratici relativi all’ordinamento del notariato.

Ma se la puntigliosità deve permanere, l’unica soluzione per rendere percorribile la via del referendum è quella di allegare alla normativa un fac-simile del modulo da utilizzare, che rispetti con la dovizia del caso tutte le regole previste dalla legge. Oppure, come da proposta contenuta, ironia vuole, proprio all’interno del quesito referendario di abolizione del quorum, che si alzi il numero delle firme da raccogliere ma si permetta al Comitato di auto-certificarle, prendendosene la responsabilità.

Confidiamo che la politica trovi urgentemente lo spazio per chiarire un passaggio che rischia di scoraggiare la costituzione di nuovi comitati promotori, quindi di limitare la principale forma di democrazia diretta nella più antica Repubblica del mondo.

Comunicato stampa
Civico10

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