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Civico10. SMaC Fisco. Quali strategie ha in mente il Governo?

16 ott 2015
Civico10. SMaC Fisco. Quali strategie ha in mente il Governo?
Civico10. SMaC Fisco. Quali strategie ha in mente il Governo?
Sono partite ad inizio mese le prime installazioni del POS “fisco”, utilizzando il quale sarà possibile pagare in tutti gli esercizi convenzionati tramite la carta SMaC.
Una notizia positiva, questa, anche per gli esercenti che non hanno finora aderito alla scontistica e oggi potranno, ad un costo relativamente irrisorio (€ 25), richiedere l’abilitazione del nuovo POS permettendo ai possessori di SMaC di utilizzare il proprio credito all’interno dell’esercizio commerciale.
Potremmo concludere subito l’articolo commentando con “finalmente abbiamo un borsellino elettronico come abbiamo sempre sostenuto”, ma non possiamo esimerci dall’esprimere alcune considerazioni.
1) Come ormai sembra essere sempre più prassi per questo Governo, non sembra esservi una visione complessiva del servizio e delle potenzialità insite nello strumento SMaC. Questo risulta evidente dalla perenne indecisione che trapela dai comunicati della Segreteria alle Finanze, seguiti da continue modifiche alle strategie operative e comunicative, con aggravi di costi per lo Stato e malcontento fra gli esercenti e i cittadini. I primi, sempre all’inseguimento di nuove disposizioni, non riescono a programmare la propria attività; i secondi si trovano a barcamenarsi tra il poter strisciare la SMaC, ricaricarla, pagare, certificare e controllare.
2) Sul controllo, una lode positiva per l’App SMaC dobbiamo concederla. Nonostante il colpevole ritardo con cui vi si è arrivati, l’utilità di conoscere in “anteprima” se vi sono fondi disponibili sulla propria card permette finalmente di velocizzare il pagamento e monitorare al meglio le spese.
3) Le modalità con cui si è arrivati a questa modifica sostanziale sono molto discutibili. Il borsellino elettronico, senza adeguati incentivi e politiche di marketing, rischia di diventare inutile proprio nel momento stesso in cui gli esercenti decidano passare al POS “fisco”. Se tutti hanno la possibilità di godere dei pagamenti senza effettuare la scontistica a loro carico, infatti, c’è il rischio che altri negozi decidano di uscire dal circuito sconti. Nel lungo periodo questo ipotetico scenario potrebbe portare ad una riduzione delle risorse in circolo sulle SMaC.
Per risolvere questo problema, che potrebbe compromettere tutta l’operazione, noi che sosteniamo da tempo la trasformazione della SMaC in borsellino elettronico abbiamo proposto più di una soluzione: dalla turnazione degli sconti a carico dello Stato su determinati prodotti, anche stagionali, a sconti specifici basati su valutazioni ed analisi di mercato. Oppure la possibilità di ricaricare la SMaC presso gli sportelli bancari, che potrebbe veder riconosciuta una percentuale attiva sull’importo della ricarica. O ancora meglio, la soluzione definitiva sarebbe l’utilizzo della SMaC card collegata al conto corrente, come una vera e propria Carta bancomat, ovviamente a costo zero.
Se vogliamo che il borsellino elettronico vada gradualmente a sostituire i contanti o le altre carte che ormai tutti possediamo, perlomeno all’interno della Repubblica, questo deve essere competitivo nei costi e comodo da usare. Se si punta veramente su questo sistema, lo Stato deve fare la propria scelta e investire su quella con decisione.
Proseguire a tastoni come sta facendo il Governo, modificando parti della strategia ogni tot. mesi su richiesta prima di una parte, poi dell’altra, non fa altro che creare confusione sia ai cittadini che agli esercenti, creando malcontento nei confronti di uno strumento che già oggi conta 222 milioni di € di transazioni, e ha tutte le potenzialità per diventare il cardine sia del sistema di accertamento fiscale, che del rilancio commerciale del nostro sistema.

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