Logo San Marino RTV

Comitato Donne FUPS-CSdL: assistenza agli anziani, i familiari devono poter svolgere professionalmente questa mansione

17 giu 2019
Comitato Donne FUPS-CSdL: assistenza agli anziani, i familiari devono poter svolgere professionalmente questa mansione

A seguito di un articolo apparso recentemente sui quotidiani inerente la sfera delle assistenti private, il Comitato Donne della FUPS-CSdL, solidale con le persone che hanno necessità di assistenza e sensibile alle problematiche che le famiglie devono affrontare quotidianamente, ritorna sull’argomento già più volte portato all’attenzione. Da tempo abbiamo posto alla opinione pubblica le problematiche della assistenza agli anziani svolta dalle cosiddette “badanti” e della impossibilità di svolgere questa mansione come “attività lavorativa” da parte di un familiare, a causa di vincoli normativi obsoleti in vigore solo nel nostro Paese. Si sta lavorando anche a San Marino perché venga riconosciuta la figura del caregiver (assistente famigliare) che aiuta quotidianamente e gratuitamente, cosa che nessuno vieta in quanto è possibile a chiunque stare vicino ad un proprio caro bisognoso; quello che manca, invece, è che venga predisposta una normativa per l’inclusione lavorativa di una figura ben definita che possa assistere un proprio congiunto percependo lo stipendio da assistente, versando regolari contributi ed osservando lo stesso contratto e le stesse regole che si applicano alle donne straniere. Questo, inoltre, agevolerebbe quelle persone non più giovanissime che perdono il lavoro e che non hanno maturato abbastanza contributi per arrivare alla pensione; periodo che spesso coincide con la necessità di assistenza per i familiari più anziani. Assistere una persona non autosufficiente fisica e/o mentale non è cosa semplice e a volte non basta l’affetto e il senso di responsabilità; è necessario avere una preparazione idonea che si potrebbe conseguire con una formazione adeguata che porti a creare una vera e propria figura professionale, da non confondere con la casalinga. Va poi considerato che una badante viene collocata in pensione dopo venti anni di contributi versati e che i soldi percepiti per la pensione, nella maggioranza dei casi, vengono portati all’estero; anche questa dovrebbe rappresentare una ragionevole motivazione, anche senza scendere nei particolari di situazioni anomale che riguardano le badanti straniere, come dai vari articoli apparsi sui nostri quotidiani. Il nostro paese necessita di soluzioni, cominciamo da quelle fattibili!

Comunicato stampa
Nerina Zafferani -    Responsabile Comitato Donne FUPS-CSdL


Riproduzione riservata ©