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Comitato Tutela Zona Parco Rovereta: "Referendum è partecipazione!"

3 dic 2015
Comitato Tutela Zona Parco Rovereta
Comitato Tutela Zona Parco Rovereta
In questo periodo c'è un gran attivismo dei vari comitati referendari per la raccolta delle firme necessarie a permettere ai referendum di essere svolti.
Questo percorso non è affatto semplice: per convalidare le firme è necessaria la presenza di notai oppure dei capitani di giunta, e la campagna referendaria viene solitamente svolta da un comitato formato da volontari.
Inoltre l’impegno per la raccolta delle firme è doppio: in una prima fase occorrono 60 firme per formare il Comitato referendario e permettere l'analisi del quesito da parte del Collegio dei Garanti che ne verifica l’ammissibilità; nella seconda fase occorrono più di 500 firme autenticate per attivare il periodo referendario in cui si apre il dibattito pubblico.
E’ vero che ogni comitato referendario porta avanti un tema specifico: tutela zona parco Rovereta, quorum, preferenza unica, tetto stipendi … ma è anche vero che tutti i comitati sono accomunati da un obiettivo: quello di creare un dibattito tra la popolazione su temi che interessano la collettività, affinché la stessa possa approfondire le questioni, partecipare alle serate pubbliche, leggere i comunicati e fare domande, insomma attivarsi per giungere con consapevolezza alla votazione finale del referendum.
In una parola: costruirsi una coscienza civica.
Quello che è fondamentale comprendere è che in questo percorso pre-referendario chi firma non esprime in quel momento un giudizio favorevole o contrario al tema trattato dal referendum: la firma non equivale al voto, al “si” o al “no” a quel quesito, ma serve solo a permettere che si apra il dibattito.
Il dibattito avverrà tramite serate pubbliche (vi ricordate quelle nei diversi castelli per i referendum sulla libera professione o su Fondiss?), oppure in tv, ma anche nelle piazze, nei bar o tramite volantinaggi, a seconda dell’impegno e della creatività di ogni comitato.
Perché è doppiamente importante questo percorso?
Perché è l’esatto contrario del voto di scambio radicato per anni da una politica che ha preteso di annullare le coscienze e le libere opinioni, disattivando la popolazione e rassegnandola ad un ruolo passivo a cui va indicato chi o cosa votare nel periodo che più fa comodo (quello delle elezioni politiche), considerando le opinioni altrui come qualcosa da comperare piuttosto che da rispettare.
Cosa c’è quindi dietro ad una firma? Chi firma non spinge ad allinearsi ad una o all’altra parte, ma difende il diritto di ognuno di esprimersi, permette a se stesso e ad altri di acquisire maggiore consapevolezza del proprio paese, maggiore autonomia di pensiero, maggiore capacità di analisi e spirito critico, in una parola, di PARTECIPARE.
Non solo non è affatto scontato, quindi, che chi mette la propria firma per un percorso referendario abbia già una propria opinione definitiva, ma dimostra la maturità necessaria a permettere a chi è diverso da lui di farsene una.
Quello che conta quindi è la partecipazione, e anziché attendere che le notizie calino dall’alto (spesso distorte) o bussino alla porta, i comitati referendari spingono la gente ad impegnarsi e uscire di casa per cercare le informazioni, ad essere curiosi e fare domande, a vivere il paese coi banchetti referendari, avere un atteggiamento attivo verso la vita civile del nostro paese.
Pertanto non abbiate paura di mettere la vostra firma per i referendum. TUTTI i referendum pongono un quesito su cui valga la pena che TUTTI i sammarinesi si esprimano.
Invitiamo anche i Comitati ad aiutarsi l’un l’altro in questo percorso, in una fase, quella della raccolta delle firme, in cui non c’è un referendum che vale più dell’altro, ma c’è la comune volontà di discutere del tema proposto con la cittadinanza.
E qui si apre la parentesi dovuta al fatto che solo i cittadini possono votare (e quindi firmare) mentre i residenti (anche quelli che da anni vivono a San Marino) per legge non possono esprimersi su questioni che, volenti o nolenti, anche loro si trovano a vivere sulla pelle, e non possono nemmeno firmare affinché il referendum venga svolto.
Tutti, però, possono scegliere di avere un ruolo attivo e far circolare le informazioni. Pochi sanno ad esempio che diversi uffici pubblici sono sempre disponibili per raccogliere le firme: Stato Civile, Avvocatura dello Stato, Segreteria Istituzionale.
Insomma sosteniamo i referendum perché, indipendentemente dal quesito posto, sono una delle poche forme di democrazia diretta rimaste nel nostro paese!

Comunicato stampa
Comitato Tutela Zona Parco Rovereta

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