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Il Comites San Marino invita gli italiani residenti a San Marino al voto sul quesito referendario del 17 aprile

12 apr 2016
Alessandro Amadei
Alessandro Amadei
Il vicepresidente del Comites San Marino Alessandro Amadei (foto) ricorda ai cittadini italiani residenti a San Marino che domenica 17 aprile 2016 si terrà il cosiddetto referendum abrogativo sulle trivelle, promosso da nove regioni italiane: Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto.
Gli elettori dovranno votare su una questione piuttosto tecnica, ovvero dovranno decidere se i permessi per estrarre idrocarburi in mare entro 12 miglia dalla costa debbano durare fino all’esaurimento del giacimento, come avviene attualmente, oppure fino al termine della concessione. In pratica, se il referendum raggiungesse il quorum con la vittoria del sì, le piattaforme piazzate attualmente in mare a meno di 12 miglia dalla costa verrebbero smantellate, una volta scaduta la concessione, senza poter sfruttare completamente il gas o il petrolio presenti sotto i fondali. Non cambierà invece nulla per le perforazioni su terra e in mare oltre le 12 miglia, le quali proseguiranno, né ci saranno variazioni per le nuove perforazioni entro le 12 miglia, già proibite dalla legge.
Al momento nei mari italiani ci sono 135 piattaforme petrolifere, di cui 92 ricadono entro le 12 miglia dalla costa, le cui attività di estrazione sono oggetto di concessioni rilasciate dallo Stato alle compagnie petrolifere per una durata iniziale di trent’anni, prorogabile la prima volta per dieci, la seconda per cinque e la terza per altri cinque.
Come è accaduto in passato per altri referendum, il quesito appare di portata limitata, ma il significato della consultazione popolare è molto più ampio di quello che potrebbe sembrare. Infatti, con il referendum sulle trivelle è in gioco il rapporto tra energia e territorio, il ruolo dei combustibili fossili nelle politiche energetiche dell’Italia ed il futuro del referendum come strumento di democrazia.
I sostenitori del sì affermano che l’estrazione del petrolio causa l’inquinamento del mare con inevitabili contraccolpi negativi sul turismo e sulla pesca e lo smantellamento delle trivelle non avrebbe alcuna incidenza sul fabbisogno energetico nazionale che attualmente è già fortemente dipendente dalle importazioni estere. Votare sì significherebbe ridimensionare l’estrazione degli idrocarburi, sostenendo di conseguenza una politica di sfruttamento delle energie rinnovabili che sarebbero più sicure e più compatibili con le esigenze di tutela dell'ambiente rispetto al petrolio.
Le ragioni dei sostenitori del no si basano sulla convinzione che l’estrazione degli idrocarburi è sicura in quanto è oggetto di controlli periodici da parte dell’Istituto Nazionale di Geologia e di quello di Geofisica, delle Capitanerie di Porto, delle ASL, nonché dell’Istituto Superiore di Sanità. La vittoria del sì, inoltre, comporterebbe il rischio di perdita del lavoro da parte di diecimila persone attualmente occupate nell’industria del petrolio che, a detta dei sostenitori del no, costituisce il volano per la rinascita dell’economia nazionale.
Il vicepresidente del Comites San Marino Alessandro Amadei ricorda che i cittadini italiani residenti a San Marino, correttamente registrati e titolari del diritto di elettorato attivo, nel caso non abbiano esercitato l’opzione per il voto presso i seggi elettorali in Italia, potranno votare per corrispondenza facendo pervenire la scheda elettorale per posta all’Ambasciata d’Italia a San Marino entro e non oltre le ore 16,00 del 14 aprile 2016.

Alessandro Amadei

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