Comunicato CANNABIS FOR FUTURE SAN MARINO Analisi della situazione attuale – Invito ai politici alla riflessione

Comunicato CANNABIS FOR FUTURE SAN MARINO Analisi della situazione attuale – Invito ai politici alla riflessione.

Dopo un periodo di sporadica attività da parte nostra, ci domandiamo quali siano stati gli sviluppi in materia di cannabis nella Repubblica di San Marino. Ci riteniamo compiaciuti dell’approdo in Consiglio Grande e Generale del progetto di legge sulla cannabis ad uso terapeutico. Speriamo che questo possa evidenziare le enormi potenzialità che la pianta di cannabis ha da offrire nel trattamento di patologie e malattie, da quelle più comuni (ad esempio l’asma) a quelle a cui ancora non è stata trovata una cura. Infatti la cannabis può essere usata anche per altri trattamenti oltre alla c.d. cura del dolore. È possibile accertarsi delle proprietà terapeutiche della cannabis semplicemente “facendo un giro” su internet, inoltre esistono anche numerosi documentari relativi a questo settore d’impiego della pianta. Auspichiamo che nonostante venga legalizzato l’uso terapeutico, l’ISS e le altre componenti dello Stato si adoperino affinché questa non rimanga solamente un “opportunità economica”, pare infatti che lo scopo prioritario con cui questa legge sia stata portata avanti sia motivato dal fine economico più che la reale possibilità di curare le persone. È necessario comprendere che certe azioni non si intraprendono solamente per guadagnare soldi, se mai questo è un effetto correlato; ormai conosciamo la reale attrattività di questo mercato per le aziende farmaceutiche, le quali sono sempre più interessate alla produzione di cannabis terapeutica. Ricordiamo che l’ONU su raccomandazione dell’OMS, il 2 dicembre scorso, aveva promosso la cannabis per le proprietà terapeutiche nei campi più svariati. Ma è lecito porsi un quesito: è giusto approfittare di questa norma, attualmente in discussione in Consiglio, per portare eventuali emendamenti ed utilizzarla come mezzo per legiferare sull’uso ricreativo? Noi pensiamo che non debba essere questo l’ambito in cui affrontare questo discorso. Questa norma non deve essere usata come escamotage per altri scopi se non per quelli relativi all’uso medico della cannabis e questo anche per velocizzare l’iter e portare all’approvazione della norma quanto prima. È in questo modo che approdiamo alla seconda parte di questo testo, in cui esponiamo un ampio ragionamento che ci piacerebbe fare insieme a voi. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classifica l'alcol fra le droghe. È una droga giuridicamente legale ma è una sostanza molto tossica per la cellula epatica, più di molte droghe illegali, ed è causa di una dipendenza il cui grado è superiore rispetto alle droghe più conosciute (fonte – sito del Ministero della Salute italiano). Come tutte le droghe, anche l'alcol ha un potere psicoattivo (è in grado cioè di modificare il funzionamento del cervello). La sua assunzione protratta nel tempo induce assuefazione (quindi per ottenere lo stesso effetto bisogna aumentare la dose). Può, nel tempo, instaurarsi un legame specifico che condiziona negativamente lo stile di vita della persona che ne fa uso, mettendone a rischio la salute fisica, psichica, familiare e sociale. Secondo l'OMS in Europa si ha il più elevato consumo alcolico al mondo (questo include inevitabilmente anche la nostra Repubblica). Il consumo per abitante è il doppio rispetto alla media mondiale. L'alcol è il terzo fattore di rischio per i decessi e per invalidità in Europa, e il principale fattore di rischio per la salute dei giovani. Eppure sono proprio i fatti di questi giorni, a fronte delle riaperture avvenute nella Repubblica di San Marino, che ci hanno fatto sperimentare che l’alcol causa davvero tanti danni, sia diretti che indiretti; per esempio alle strutture pubbliche e private e che ha evidenziato un uso sconsiderato ed assolutamente pericoloso. Ma ciò non sarà mai causa di una “il-legalizzazione” dell’alcol, con tutti gli iter previsti per chi si fuma una “canna”, effettivamente sarebbe assurdo no? Una volta compreso ciò, ci domandiamo quindi: fino a che punto lo Stato può intervenire legislativamente, punendo penalmente, al fine di “tutelare” e quindi evitare che le persone facciano uso di cannabis? Dal punto di vista giuridico, per libertà si intende, in linea di massima: il diritto di ogni individuo di disporre liberamente della propria persona, ma è anche intesa come libertà di non subire ingerenze altrui sul proprio corpo. Se ciò è vero (e lo è), allora la domanda sopracitata è lecita, dato che con sostanze come alcol e tabacco pur essendo consentito l’uso (ricreativo ovviamente), vengono imposti limiti per non infierire sulla libertà altrui, la stessa cosa che dovrebbe avvenire con la cannabis; il limite sul consumo di alcol vi è in caso si sia alla guida di un veicolo e così anche per il fumo di tabacco che è vietato quando si è all’interno di locali pubblici. È oltretutto necessario sottolineare che il nostro ordinamento non prevede fra le sostanze stupefacenti l’alcol, cosa alquanto grave. A livello logico, agli occhi di un non conoscitore della materia, si potrebbe obiettare che la cannabis funge come passaggio a droghe più pesanti, affermazione del tutto infondata e smentita, perché questo processo parte con l’uso di alcol e di tabacco; o ancora che, al pari di altre droghe, la cannabis possa infierire gravemente sulla salute sin dalla prima assunzione, altra affermazione infondata scientificamente, mentre altre droghe pesanti rappresentano davvero un pericolo per se stessi e altri anche durante la prima assunzione. Quindi, nonostante la smisurata conoscenza dei danni che il consumo di alcol e sigarette provocano (a partire dalla dipendenza cronica fino alla comparsa di forme di cancro), è giusto rendere queste due sostanze stupefacenti legali mentre la marijuana viene stigmatizzata in questo modo? Infine l’utilizzo di sostanze stupefacenti LEGALI che sono parte della nostra cultura come il vino (cioè alcol) non è condannato, anzi spesso (per esempio durante le feste più svariate) viene incitato il consumo, quindi perché dovrebbe essere punito il consumo di cannabis, nonostante quest’ultima non crei danni come alcol e tabacco? La società in generale NON riconduce il consumo di alcune sostanze stupefacenti giuridicamente legali ad un problema psicologico insito nella persona o nella stessa società ma anzi è consuetudine anche assistere a casi di abuso di alcol e tabacco; questo non accade per la cannabis dove, lo ripetiamo, nella nostra Repubblica si è considerati oltre che criminali anche persone con problemi psicologici sociali, familiari o d’integrazione, tanto che nella Repubblica di San Marino, oltre al passaggio in tribunale, si obbligano i soggetti a partecipare a sedute con psicologi. Il passaggio in tribunale induce certamente una persona già debole ad essere ancora più vulnerabile psicologicamente. Inutile dire che il sistema creato ad hoc è certamente sbagliato anche a fronte delle motivazioni che lo stesso sistema specifica e che non giustificano questo procedimento. Per concludere, riteniamo positivo il raggiungimento in Consiglio del progetto sulla cannabis terapeutica ma questo è solo il primo passo rispetto all’obiettivo più ampio che è necessario raggiungere e per il quale continueremo la nostra azione di attivismo.

i referenti di CANNABIS FOR FUTURE SAN MARINO

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