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Congresso di Stato su sciopero generale

15 mag 2018
Congresso di Stato su sciopero generale
l Congresso di Stato prende atto della decisione della CSU di imboccare la strada dello sciopero generale.

E’ una decisione assolutamente legittima, che va osservata con rispetto e con attenzione, ma che inevitabilmente produrrà alcuni effetti nel rapporto con le organizzazioni sindacali.

Il governo è aperto e disponibile al dialogo con tutte le organizzazioni sindacali, consapevole che il metodo del confronto è una linea di comportamento imprescindibile per un esecutivo che nasce per esigenze di cambiamento e ha ricevuto dagli elettori il mandato di dare soluzione a molti elementi di criticità presenti nel Paese.

A partire dalle difficoltà del settore bancario, in cui per scelte di pochi “banchieri” – magari supportati da qualche politico di lungo corso – oggi ci troviamo tutti, e si sottolinea tutti, a pagare un conto salatissimo per risanare un comparto nevralgico dell’economia sammarinese, purtroppo negli ultimi 15 anni cresciuto in modo selvaggio e con dimensioni notevolmente più elevate rispetto al mercato di riferimento e alla capacità di gestione del Paese. Negli ultimi tre lustri Il sistema finanziario è cresciuto esponenzialmente in termini di numero di occupati e di soggetti vigilati, tuttavia per una serie di elementi noti ha iniziato da qualche anno un lento declino, spinto da fattori interni e esterni che lo hanno portato alla crisi al cui superamento è volto l’impegno del governo.

Il Governo respinge le accuse e rimanda alla CSU il “cahiers de doléances” usato per giustificare lo sciopero generale.

E’ semplice cercare ragioni per motivare scelte già assunte da tempo, forse per tornare in sintonia con forze politiche che avevano inneggiato a più riprese alla mobilitazione, oppure per continuare a esercitare un ruolo – che peraltro il governo riconosce pienamente – ma che deve essere riempito di sostanza e arricchito di contenuti che al momento pare siano piuttosto scarsi.

Il problema sono gli atti del tribunale? Il problema sono i fondi dei lavoratori raccolti in FONDISS che qualcuno è arrivato a dire che sono “stati rubati” senza che CSU, rappresentato nel Comitato Amministratore, smentisse? Il problema è dare una scossa al governo?

Lo slogan motivazionale con cui è stato lanciato lo sciopero generale è dare “una scossa” ed è sicuramente un’idea suggestiva, rispetto alla quale si intende rassicurare la CSU, una scossa non serve affatto.

La scossa è stata data all’intera comunità sammarinese dalla vera condizione in cui si trovano il bilancio pubblico e il sistema bancario, che purtroppo scontano anni di non decisioni, scelte clientelari, politiche dello struzzo in cui era più semplice concedere tutto a tutti senza verificare se i conti pubblici fossero in ordine e non crescesse una forte divaricazione fra settore pubblico e privato.

La scossa viene data al governo ogni mattina, dalla volontà, dal desiderio e dall’impegno a definire e a realizzare un piano di riforme strutturali finalizzato fare uscire il Paese una volta per tutte da una crisi complessa con paradigmi e scenari del tutto inediti.

Il governo non si scansa dalle proprie responsabilità. Ha sin dall’inizio riconosciuto l’esistenza di problemi enormi e intende risolverli proseguendo il proprio lavoro con serietà, umiltà e dedizione.

Il governo ascolterà con attenzione le proteste dei lavoratori del settore pubblico, privato e delle banche, le preoccupazioni dei pensionati, ed è anche pronto a tenere in considerazione le istanze delle imprese, certi che la strada maestra è quella di politiche di sviluppo e sostegno all’economia reale individuando nuovi scenari economici.

E’ però necessaria onestà intellettuale rispetto ad alcune affermazioni della CSU in relazione a colpe o a atteggiamenti attribuiti al governo che non ci appartengono e che forse possono servire a attivare la mobilitazione e a scaldare la piazza, ma dall’altro denotano distanza rispetto ai reali problemi del Paese con i quali non solo il governo, ma tutte le componenti politiche e sociali, hanno il dovere di confrontarsi con maturità, consapevolezza e responsabilità.

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