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Il Consiglio di Amministrazione di Banca di San Marino replica allo sciopero organizzato dal Sindacato

25 giu 2018
Il Consiglio di Amministrazione di Banca di San Marino replica allo sciopero organizzato dal Sindacato
Tutte le banche sammarinesi, in considerazione del complesso contesto che stanno attraversando, nonché della forte disparità retributiva tra lavoratori del settore bancario sammarinese e lavoratori di tutti gli altri settori, hanno dato disdetta dei contratti integrativi aziendali, che vanno ad aggiungere benefit e costi a quelli già previsti dal Contratto Collettivo Nazionale del settore bancario, già di per sé altamente tutelante e con tabelle retributive che nessun altro settore raggiunge. A titolo esemplificativo, un impiegato bancario, rispetto ad un impiegato del settore industria di pari livello, può guadagnare fino a quasi il doppio, escludendo dal calcolo l’incidenza dei vari contratti integrativi.

Tuttavia il Consiglio di Amministrazione di Banca di San Marino si domanda se il sindacato, nel guidare la sua battaglia unicamente nei confronti di BSM, sia motivato da logiche non trasparenti, che non tengono conto dell’interesse dei lavoratori, della conservazione dei loro posti di lavoro e della solida continuità di una banca storica che ha un fondamentale ruolo di sostegno dell’economia del paese. Il sindacato ha infatti partecipato ai tavoli di confronto senza interesse nel trovare accordi, bensì con quello di creare confusione e agitazione persistenti. La pretestuosità della lotta che il sindacato sta guidando senza riserve, è testimoniata dal rigetto anche dell’ultima proposta consegnata dalla banca al personale venerdì 20 giugno u.s., la quale conteneva:

· il mantenimento al personale della polizza sanitaria (che prevede una tutela alternativa e aggiuntiva a quella pubblica, compreso il costo per visite specialistiche, analisi di ogni specie e interventi chirurgici, copertura costi per l’ortodonzia infantile, lenti da vista, etc),

· il mantenimento dei permessi retribuiti per visite mediche per i dipendenti e anche per i loro familiari,

entrambi benefit di welfare previsti nell’accordo integrativo;

· la corresponsione del premio di produzione previsto dal Contratto Collettivo Nazionale, che rappresenta un costo per la banca di più di Euro 500.000, legato a logiche premianti che scattano anche in presenza di bilanci negativi;

· il personale avrebbe dovuto rinunciare ai versamenti della banca al Fondo Pensione Integrativo, che in Repubblica solo alcune banche hanno e onere che nessun ulteriore operatore economico sammarinese sopporta (per la previdenza integrativa la banca versa in aggiunta già al FONDISS il 2% mensile come tutte le aziende);

· il personale tutto, dirigenti compresi, avrebbe visto una riduzione dello stipendio di circa il 5%;

· tutte le somme risparmiate dalla banca per il costo del personale sarebbero state evidenziate a bilancio e rese disponibili per sistemi premianti;

· infine vi era la disponibilità della banca a stabilire meccanismi di controllo da parte del personale, in tempo reale e in modo dettagliato, di tutti i costi amministrativi presenti e futuri.

Il Consiglio dunque, con molta serenità e trasparenza si pone nei confronti del personale e della parte sindacale, confidando che le logiche che non riguardano Banca di San Marino rimangano al di fuori della stessa e che si torni dunque al tavolo della trattativa con ragionevolezza e senso di responsabilità, nei confronti del paese, dei clienti e degli azionisti.

Ci scusiamo con la clientela per i disagi creati in questo processo di rinnovamento del settore bancario, che, nel suo percorso, come sopra descritto trova ancora qualche resistenza.

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