Logo San Marino RTV

Cooperativa Apicoltori Sammarinesi

19 giu 2019
Cooperativa Apicoltori Sammarinesi

“Benvenuto raggio di sole, a questa terra di terra e sassi”. La Cooperativa Apicoltori Sammarinesi si allinea alla celebre canzone di Francesco De Gregori: dopo un mese di maggio piovoso che ha influito pesantemente sulla produzione delle api, giugno si è aperto con un clima che fa sperare per la produzione del miele. “Le api per diversi mesi non sono uscite e quindi non hanno portato il miele negli alveari – spiega Melissa Marzi, Presidente della Cooperativa Apicoltori Sammarinesi -. Quel poco che riuscivano a raccogliere lo mangiavano. Noi apicoltori, per far fronte a questa emergenza, abbiamo dovuto alimentarle con miele o con uno sciroppo a base di acqua e zucchero”. E se per l’acacia l’annata di può dire compromessa, le speranze della Cooperativa Apicoltori Sammarinesi (che conta 40 soci attivi e 60 registrati) oggi si spostano tutte sul “Millefiori”, che sarà però “estivo” ma anche sul Tiglio, Trifoglio e Sulla. Per il Presidente della Cooperativa Apicoltori Sammarinesi occorre trovare soluzioni alternative, anche per far fronte ad altre eventuali emergenze. “Dobbiamo aumentare la biodiversità cercando altre piante mellifere. Abbiamo preso contatti con il professor Ricciardelli d’Albore, docente di Biologia presso l’Università di Perugia per un aggiornamento tecnico sulle piante e su quello che il territorio ci permette di fare”. Melissa Marzi riflette ad alta voce e allarga lo sguardo. “L’auspicio è che i singoli individui aumentino la loro sensibilità verso la natura. L’ambiente richiede un certo equilibrio: quando si interviene difatti si vanno ad intaccare i rapporti tra gli insetti e le piante”. E gli apicoltori se ne rendono conto. “Gli animali hanno funzioni ecologiche importanti. La coccinella per esempio si nutre di afidi, i pidocchi delle piante. Il loro ruolo, come quello di altri insetti, è quello di mantenere lo stato di salute delle piante. Sono tutti piccole sentinelle del benessere, l’Apis Mellifera Ligustica in primis”. La moria di api (ma non solo) sono un campanello d’allarme che non va preso sotto gamba. “L’auspicio è che le persone riducano gli interventi ‘chimici’ sulle piante e contro gli insetti per ridare stabilità ed equilibro al sistema” sottolinea Melissa Marzi.


Riproduzione riservata ©