
Illustrate dalla CGIL Rimini ai delegati CSdL e ai cittadini presenti, per ognuno dei quattro quesiti referendari. Obiettivo: più diritti, più stabilità e più sicurezza e salute sul lavoro! Oltre 11.300 residenti a San Marino con cittadinanza italiana sono chiamati al voto
Referendum italiani, le ragioni per votare Sì! Illustrate dalla CGIL Rimini ai delegati CSdL e ai cittadini presenti, per ognuno dei quattro quesiti referendari. Obiettivo: più diritti, più stabilità e più sicurezza e salute sul lavoro! Oltre 11.300 residenti a San Marino con cittadinanza italiana sono chiamati al voto RSM 29 maggio 2025 - I quattro referendum italiani sul lavoro promossi dalla CGIL e l'appello a votare Sì, sono stati al centro del programma pomeridiano dell'Assemblea dei delegati CSdL, esteso alla partecipazione della cittadinanza. Protagonista la CGIL Rimini con la Segretaria Generale Francesca Lilla Parco, il Segretario Confederale Eugenio Pari e la Segretaria NIDIL Valeria Podrini, che hanno illustrato i singoli quesiti e le ragioni che hanno spinto la CGIL ad avviare la raccolta firme per indire questi referendum. Si tratta di un evento storico, in quanto è le prima volta che la più grande organizzazione sindacale italiana ricorre alla consultazione referendaria. L’impatto che la vittoria del Sì avrebbe sui diritti dei lavoratori è enorme non solo nel merito, ma anche per rafforzare il ruolo contrattuale del sindacato che le forze politiche, a turno, tendono a svilire per accrescere la loro autoreferenzialità e prepotenza. Sono oltre 11.300 i residenti a San Marino con cittadinanza italiana chiamati ad esprimere il proprio voto. Venendo al merito, i tre dirigenti della CGIL - introdotti dal Segretario Generale CSdL Enzo Merlini che ha espresso il pieno e convinto sostegno della Confederazione del Lavoro - si sono soffermati sui singoli quesiti referendari. 1° - Stop ai licenziamenti illegittimi si chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del "contratto a tutele crescenti" del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non hanno più diritto al reintegro, a seguito di una sentenza del Giudice che abbia dichiarato illegittimo il licenziamento, ma unicamente ad un indennizzo. Sono oltre 3 milioni e 500mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori penalizzati da questa legge. L’effetto deterrente di tale diritto ad oggi negato è evidente: il datore di lavoro terrà conto del fatto che l’ingiustizia non verrà "sanata" unicamente pagando una somma di denaro. Solo alla parte lesa deve spettare la decisione se rientrare o meno nel proprio posto di lavoro. 2° - PIÙ TUTELE PER LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DELLE PICCOLE IMPRESE Riguarda la cancellazione del tetto all’indennità spettante al lavoratore in caso di licenziamento illegittimo nelle imprese con meno di 16 dipendenti: in Italia i lavoratori occupati in tali aziende sono circa 3,7 milioni, che evidentemente si trovano in uno stato di forte soggezione. Abrogare questa norma significa riaffidare al Giudice la facoltà di stabilire l’ammontare dell’indennizzo, sulla base di precisi indicatori: la capacità economica dell’impresa, i carichi familiari e l’età della lavoratrice o del lavoratore ingiustamente licenziati. 3° - Riduzione del lavoro precario In Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato. Per i primi 12 mesi le aziende vi possono ricorre senza addurre alcuna ragione oggettiva che giustifichi tale condizione di precarietà. La vittoria del Sì ripristinerebbe l’obbligo di apporre la causale fin dalla prima assunzione, limitando gli abusi e contestualmente favorendo le possibilità delle lavoratrici e dei lavoratori di far valere il proprio diritto alla stabilità del rapporto di lavoro. 4° - Più sicurezza sul lavoro In Italia, le denunce di infortunio sul lavoro sono oltre 500mila all’anno e oltre 1.000 persone perdono la vita: una vera e propria strage! Buona parte di questi infortuni avvengono nella catena dei subappalti, come purtroppo la cronaca recente ha messo più volte in evidenza. Il referendum punta a ristabilire la responsabilità all’impresa appaltante, soprattutto per migliorare la prevenzione, ma anche per garantire i risarcimenti in presenza di appaltatori privi di solidità finanziaria, peraltro spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme vigenti significa quindi garantire maggiore sicurezza sul lavoro. La CSdL si unisce all'appello lanciato dalla CGIL a votare sì ai quattro referendum sul lavoro: gli obiettivi sono del tutto condivisibili. I diritti dei lavoratori non hanno confini e, ovunque ci siano lotte e iniziative per migliorarli, la CSdL le sostiene. Si invitano pertanto le migliaia di lavoratrici e lavoratori frontalieri e di cittadine/i italiane/i residenti a San Marino ad esprimere il proprio voto favorevole. Ogni voto conta! 5° - Cittadinanza Nell’occasione, la CGIL ha informato i presenti che sostiene anche le ragioni del 5° referendum, che tratta il tema della cittadinanza per gli extracomunitari residenti. Si propone di abrogare le norme attuali, riportando i termini per la naturalizzazione alle condizioni previste fino al 1992. Gli elettori all’estero votano in anticipo, per corrispondenza. Qualora i cittadini non abbiano ancora ricevuto il plico elettorale potranno contattare l’Ambasciata Italiana, per ottenere il duplicato. Saranno trasmesse in Italia per lo scrutinio solamente le schede votate e recapitate all’Ambasciata, per posta o di persona, entro le ore 16 di giovedì 5 giugno.
C.s. CSdL - CGIL Rimini