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CSU: Colpite l'evasione, non gli stipendi pubblici

4 set 2018
CSU: Colpite l'evasione, non gli stipendi pubblici
“Il reddito delle famiglie sammarinesi in un anno è calato di circa 3mila euro, ma il Governo insegue il pareggio di bilancio solo con nuove tasse, patrimoniale, riforma IGR, riforma pensioni, introduzione IVA, e con l’ennesimo taglio degli stipendi della PA”. E’ negativo il bilancio che i segretari delle Federazioni Pubblico Impiego della CSU, Alessio Muccioli (CSdL) e Milena Frulli ( CDLS), fanno della trattativa sulla spending review: “Nell’ultimo incontro non ci sono stati passi in avanti. Dopo una serie di provvedimenti che hanno già colpito i salari pubblici e 10 anni senza rinnovo contrattuale, il Governo insiste sulla linea dei tagli alle retribuzioni. Tramontata infatti l'idea, perché inapplicabile, del taglio dell'orario settimanale, la nuova proposta, che ci è arrivata questa mattina, è quella di un taglio dell'1,5% per gli stipendi fino a 1500 euro, del 3,5% per le retribuzioni da 1500 a 2500 euro e si procede con aliquote che si innalzano progressivamente per scaglioni di 500 euro”.

Per i segretari di FUPI-CSdL e FPI-CDLS è una scelta sbagliata: “Il Governo a parole dice di essere favorevole ad una serie di riduzioni di spesa derivate da razionalizzazioni e da una revisione delle convenzioni e degli appalti, nei fatti però continua a proporre elementari politiche di taglio lineare sui soli salari pubblici, cosa che innescherebbe una lesione dei diritti contrattuali oltre ad un ulteriore aggravio della capacità di spesa delle famiglie sammarinesi e quindi a tutta l’economia”.

Gli ultimi numeri dell’Ufficio Statistica, ricordano Muccioli e Frulli, purtroppo confermano un netto calo dei redditi e dei consumi: “Nel 2016 il reddito medio delle famiglie era pari a 42.200 euro, mentre nel 2017 è sceso a 38.900, pari a uno sconfortante -7,8%. Negativa anche la dinamica dei consumi: nel 2017 si è registrato un calo della spesa media mensile delle famiglie sammarinesi pari al 3.1% rispetto al 2016”.

“Durante gli incontri - continuano i segretari del Pubblico impiego - abbiamo avuto l’impressione che per l’Esecutivo il pareggio di bilancio sia divenuto come un mantra, dimenticando così il paese reale. In questo modo si rischia di scordare che i bilanci sono strumenti a servizio della gente e dell’economia e che l’obiettivo del pareggio di bilancio non può trascurare i bisogni delle persone e delle imprese. E se parliamo di bilanci, non possiamo fare a meno di richiamare la necessità di bilanciare i sacrifici del risanamento tra tutte categorie socio-economiche del Paese, il che significa combattere seriamente la piaga dell’elusione e dell’evasione fiscale”.

I segretari di FUPI e FPI si rivolgono dunque direttamente al Governo: “Senza ristabilire l’equità non vi sarà mai cambiamento. Potranno cambiare le forme, gli interessi, i volti, ma il risultato sarà sempre quello. Crediamo insomma che il risanamento dei conti pubblici e il pareggio di bilancio devono partire innanzitutto da chi non fa fino in fondo il suo dovere di fronte al fisco. Da chi insomma nasconde e sottrae risorse alle famiglie, alle imprese e allo Stato”.

In conclusione le Federazioni si attiveranno fin da subito per convocare i direttivi e decidere le iniziative di mobilitazione per respingere questa proposta.

Federazioni pubblico impiego

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