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Csu: Referendum contratti industria e artigianato e accordi sulla rappresentatività; i sì sono oltre il 90%!

22 dic 2015
Csu: Referendum contratti industria e artigianato e accordi sulla rappresentatività; i sì sono oltre il 90%!
Con una valanga di sì i lavoratori dell'industria e dell'artigianato hanno approvato i rispettivi contratti di lavoro sottoscritti la scorsa estate dalla FLI-CSU con ANIS (industria) e UNAS (artigianato). Al contempo i lavoratori hanno approvato, sempre a larghissima maggioranza, anche gli allegati ai due contratti in tema di rappresentatività.

La votazione - con scheda segreta - è avvenuta attraverso il referendum organizzato dalla FLI-CSU che in questi mesi ha coinvolto i lavoratori di tutte le aziende industriali e artigianali della Repubblica. Questi nel dettaglio i risultati:

- contratto industria 92,4% sì, 7,6% no; allegato rappresentatività 90,4 sì, 9,6% no. Votanti 3.080.

- contratto artigianato 94,9% sì, 5,1% no; allegato rappresentatività 95,8% sì, 4,2% no. Votanti 118.

Lo straordinario risultato del referendum contrattuale e sulla rappresentatività è stato illustrato questa mattina durante una conferenza stampa, a cui hanno partecipato i Segretari Generali Giuliano Tamagnini (CSdL) e Marco Tura (CDLS), ed i Segretari della FLI-CSU Enzo Merlini (FULI-CSdL) e Giorgio Felici (FLIA-CDLS).

Ha esordito Marco Tura, il quale prima di entrare nel merito del referendum, ha fatto una premessa di carattere più generale. "Intendo stigmatizzare un atto con il quale una parte consistente del Consiglio Grande Generale ha mostrato una tendenza all'autoritarismo antidemocratico. Mi riferisco all'emendamento presentato in Consiglio che intendeva sottrarre il 20% di risorse dello 0,40% (finanziamento delle organizzazioni sindacali) per destinarle ad un non meglio precisato fondo di solidarietà. Non è stato approvato perché si è giunti ad un pareggio di voti, ma è stato votato da ben 27 consiglieri, che dimostrano così uno spiccato sentimento antisindacale e antidemocratico. È inaccettabile che si vogliano sottrarre risorse che sono dei lavoratori e del sindacato: noi la solidarietà già la facciamo in mille modi. Sono ben altre le risorse da cui attingere."

Il Segretario FULI Enzo Merlini, nel rimarcare la grandissima maggioranza di consensi, si è soffermato sugli accordi sulla rappresentatività. "Abbiamo in sostanza chiesto ai lavoratori se sono d'accordo sui principi contenuti negli accordi sulla rappresentatività, sulla base dei quali è stato costruito il progetto di legge già avviato dalla Segreteria Lavoro all'iter consiliare. Questi principi stabiliscono che per ogni i settore deve esserci un solo contratto, con efficacia erga omnes, e per la firma dei quale vale il principio della maggiore rappresentatività; che occorre aumentare in modo significativo la quota di 500 iscritti prevista dalla legge del '61 sulle organizzazioni sindacali giuridicamente riconosciute; che si considera iscritto ad un sindacato chi paga una quota di servizio; che il referendum diventi obbligatorio (la CSU da parte sua l'ha adottato come prassi da molti anni).

Il risultato del referendum rafforza il valore della solidarietà e della coesione tra i lavoratori che è insito nella contrattazione collettiva e nella validità erga omnes; i lavoratori delle piccole aziende si sentono tutelati al pari di quelli delle aziende maggiori, che hanno una forza contrattuale intrinsecamente superiore. La contrattazione aziendale di secondo livello, che viene sostenute da altre sigle, non ha nessuna possibilità a San Marino; basti pensare che le aziende con più di cento dipendenti sono solo nove".

Giorgio Felici, Segretario FLIA-CDLS, ha ricordato che "la legge del 61 ha creato un impianto contrattale solidale. Si è partiti dai contratti aziendali, e poi si è arrivati ai contratti collettivi nazionali, che mettono tutti i lavoratori sullo stesso livello. Il sindacato ha sempre dimostrato la sua vocazione alla solidarietà; il Fondo servizi sociali, ad esempio, non è nato dai banchi della politica, ma è stato un punto del contratto nazionale dell'industria del 1978. Per non parlare poi del fatto che a tutt'oggi l'unico strumento che possa offrire alcune garanzie ai lavoratori non retribuiti a causa di fallimenti aziendali, è il fondo di garanzia, creato dal contratto industria del 1998. Solo attraverso questo fondo possono recuperare una parte dei loro stipendi e salari non pagati."

Ha concluso Giuliano Tamagnini, Segretario Generale CSdL "È il secondo contratto che firmiamo con l'ANIS e UNAS in questa situazione di crisi economica; sul piano dei contenuti, è una continuazione di quello di tre anni fa. Do atto a questi nostri interlocutori di aver compreso la estrema difficoltà generale di questa fase, e che per uscirne è meglio essere il più possibile uniti. Voglio anche sottolineare l'estremo valore di questo passaggio democratico che è il referendum sui contratti, che la CSU pratica di molti anni. Altre organizzazioni invece firmano i contratti nel chiuso delle loro stanze e non si preoccupano minimamente di sottoporli ai soggetti ai quali i contratti sono rivolti."

CSU

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