Demos. Esiste ancora una sanità pubblica?

Demos. Esiste ancora una sanità pubblica?.

L’annuncio avvenuto giovedì 2 giugno da parte dell’ISS che non ci sono più ortopedici, quindi saranno emessi “bandi internazionali per 5 profili di ruolo, a tempo indeterminato, per un posto di Direttore della UOC Ortopedia e di 4 specialisti ortopedici” è solo l’ultimo in ordine di tempo relativo alle carenze di personale nel nostro sistema sanitario nazionale. Di questo annuncio a mezzo stampa, quello che più ci incuriosisce è questa parte: “L’Iss spiega che le nuove assunzioni, oltre a potenziare il servizio, serviranno anche per sopperire alle dimissioni di alcuni professionisti, “che oltre che all’ISS svolgono anche attività libero-professionale”. Non sono i primi professionisti stimati ad andarsene da San Marino ed è bene chiedersi perché, chiedersi come mai negli anni addietro tantissimi altri professionisti se ne sono andati nonostante la difficoltà a reperire risorse professionali sanitarie qualificate.

Quali sono le criticità?

Il nostro sistema sanitario pubblico, nato negli anni 50, è stato considerato per tanti anni, uno tra i migliori al mondo. Poi qualcosa è successo! La gestione “politica” dell’istituto? la disorganizzazione della P.A.? Sta di fatto che qualcosa ha distrutto l’intuito e indirizzo politico lungimirante dei politici di allora che avevano prefigurato una sanità pubblica, gratuita ed ad alto livello. Gli ultimi due anni d’emergenza Covid hanno completamente portato alla luce le zone d’ombra e fatto esplodere le numerose criticità e cronicità. Oggi è urgente riflettere su che tipo di sistema sanitario vogliamo. La situazione della sanità sammarinese oggi vede la cessazione di alcuni servizi, l’inesistenza della medicina territoriale sostituita da un call center, i tempi di attesa lunghissimi (tanto da far preferire la sanità privata), la chiusura o riduzione orari a intermittenza di certi reparti e o ambulatori come pediatria, cardiologia, ecc…i Centri Sanitari che non riescono sempre a rispondere alle esigenze dell’utenza, un pronto soccorso preso d’assalto utilizzato anche per visite e controlli di competenza della medicina di base e dove sei costretto a raccontare ad alta voce i tuoi problemi sanitari parlando al citofono, in una sala d’attesa, in mezzo ad altre persone in barba alla privacy!, o ancor peggio servizi che non sono stati adeguati all'aumento importante e preoccupante di alcuni disturbi o patologie in particolare nei bambini. Che un ospedale come il nostro sia sovradimensionato, almeno nella struttura, per una popolazione di 34 mila abitanti è da tempo risaputo, anche che i bilanci ISS siano un pozzo senza fondo è noto a tutti da tempo, questo però non giustifica la cessazione di determinati servizi all’utenza. La spesa complessiva per la Sanità a San Marino è passata da 83 mln di euro nel 2010 a 107 mln nel 2020, con un incremento di 24 mln di euro pari al 28% in più mentre, il numero di assistiti è aumentato solamente del 4%. Se come indicatore prendiamo la spesa pro capite nel 2010 si spendeva in termini di spesa sanitaria e sociosanitaria circa 2.500 euro a utente, oggi si spendono 3.100 a persona (molto più che in Italia).

Come mai a fronte di aumentate spese per la sanità si hanno meno servizi e spesso più scadenti? Tutto questo viene certificato anche dall’Autority Sanitaria che, nella relazione recentemente portata all’attenzione del Consiglio Grande e Generale scriveva: “i risultati (delle visite ispettive n.d.r.) mostrano che tutte le strutture sanitarie private sono risultate adempienti rispetto alle prescrizioni inviate. Purtroppo, mi corre l’obbligo di evidenziare che l’Istituto Sicurezza Sociale, unica struttura nel paese che non ha risposto alle richieste di adeguamento e, pertanto, dopo ripetuti solleciti, la vigilanza è stata dichiarata conclusa con esito negativo”. Ora si parla di nuovo ospedale inteso come struttura moderna e sicuramente meno costosa da un punto di vista della gestione energetica dell’edificio, resta però il problema di cosa ci si farà dentro. Analizzando le ultime scelte dell’esecutivo si ha tutta la sensazione che non sia stato il Covid ad invertire la tendenza rispetto alla qualità della nostra offerta sanitaria, quanto le politiche che vorrebbero sempre più smantellare un servizio sanitario pubblico, che è stato un fiore all’occhiello per tanti anni, sostituendolo con servizi privati e a pagamento o, nella migliore delle ipotesi dove la salute dei cittadini verrà decisa da manager privati o convenzionati con lo stato. La scelta di un supercommissario alla Direzione Generale, dopo la catastrofica apparizione del vecchio Direttore Generale (la cui lettera di dimissioni è stata secretata a noi comuni cittadini, così come è stata secretata la natalizia lettera di dimissioni del segretario Ciavatta) ci fa pensare che siamo in emergenza politica strategica e che gli indirizzi politici sottoscritti nei programmi elettorali non riescano mai a concretizzarsi. L’ISS ormai è una nave alla deriva attraversata da ripicche interne, gruppi di potere, gelosie ed invidie, che fanno sì che tanti medici seri preferiscono andarsene piuttosto che fare carriera qui.

Sta tramontando anche l’illusione di poter avere un turismo sanitario a San Marino, come ad esempio in anni buoni, quando c’era un reparto di microchirurgia della mano d’eccellenza e dove numerosi sportivi famosi sono venuti a operarsi da noi. Anche la Cardiologia ha goduto per tanto tempo di un’ottima reputazione così come l’oncologia. Non basta avere una struttura moderna se all’interno non ci sono contenuti e competenze, soprattutto tenendo conto della casistica di un paese così piccolo. Per quanto ci riguarda riteniamo altresì che legarsi a doppio filo all’industria farmaceutica, -recenti decreti sulla sperimentazione ci preoccupano-, sia un’arma a doppio taglio. Noi riteniamo che una medicina moderna non possa prescindere da una medicina integrata con prestazioni e medicine non convenzionali delle quali non solo la popolazione Sammarinese fa già largo uso, ma che potrebbero fare da richiamo a utenti da tutto il mondo così come avviene per ospedali in Svizzera o in altri paesi dove le diverse discipline coesistono e si integrano nella prevenzione e nell’interesse dell’utente. Vale la pena ricordare che ancora oggi, Covid o non Covid, oltre il 70% delle cause di morte a San Marino sono dovute a malattie Cardiocircolatorie e tumori, senza che si stia facendo una vera prevenzione; questo avviene perché si confonde la diagnostica (oggi sempre meno nelle disponibilità degli utenti) con la prevenzione che è tutt’altra cosa. Crediamo che la popolazione sammarinese abbia diritto di sapere quali strade sta prendendo la tanto rinomata Sanità Pubblica di questo paese e crediamo che l’esecutivo debba dare delle risposte concrete.

DEMOS

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