La diversità sempre più accentuata dai cambiamenti e gli stessi conflitti che segnano i rapporti tra Giovani e Adulti non sono sufficienti per rinunciare al dialogo fra generazioni che, invece, diventa oggi la sfida più matura per vivere consapevolmente in un mondo globale. E’ questo il messaggio che è scaturito dalla 3a edizione del Forum del Dialogo sul tema “Giovani e Adulti, parti o controparti di questa società complessa” che si è tenuto nell’Auditorium di Serravalle. Grande la soddisfazione dei partecipanti per i contributi di alto profilo offerti dagli esperti: dai sociologi Carlo Buzzi (Trento) e da Carmen Leccardi (Milano Bicocca), dagli psicologi Elena Marta (Univ.Cattolica) e dalla psicoterapeuta Maria Rita Parsi. L’analisi rigorosa sulla condizione dei giovani e degli adulti di oggi ha saputo evidenziare con grande chiarezza le condizioni di crescente diversità di queste generazioni, ne ha messo in luce i possibili conflitti - frequenti ma non sempre negativi - fino a incoraggiare possibili “patti” e alleanze che vedano generazioni diverse, insieme nella vita quotidiana del lavoro, dello studio, della famiglia. Nella costatazione che proprio la famiglia nel suo passaggio da “famiglia etica e normativa” – più portata alle colpe e alle censure – alla “famiglia affettiva “ di oggi, chiamata a costruire relazioni nuove e attente alla crescita dei figli, nonostante le difficoltà che si creano in questi tempi. Non diversamente per la scuola, per il lavoro, ambienti nei quali le nuove generazioni chiedono essenzialmente attenzione, rispetto per la loro scelte, ma anche affiancamento degli adulti che, in qualche occasione, abbiano il coraggio di saper dire quei “no che aiutano a crescere”. Lo ha ribadito con fermezza il prof. Ilvo Diamanti ( Univ ,Urbino e Parigi) che nel ricordare l’evoluzione dei rapporti intergenerazionali, ha messo in guardia da alcuni facili rischi: il giovanilismo o la preconcetta censura negli adulti; la saccenteria e la tentazione della “ rottamazione” per tutto ciò che è passato, nei giovani. In queste situazioni, la leva di un dialogo efficace è nella capacità di creare un maturo clima di fiducia che, anche nell’uso delle nuove tecnologie, metta insieme lo sforzo degli adulti analogici con i giovani iperconnessi, veri e propri “squali del web”. Per gli adolescenti precoci e di lunga durata, queste situazioni meritano l’attenzione degli adulti, specialmente quando incappano nella “sindrome di Hikikomori”, dell’isolamento e della estraneazione, fino a indurli a gesti estremi per la salute e per la vita. Particolare attenzione è stata dedicata da Ilvo Diamanti alla “fuga” di tanti giovani cervelli verso l’estero, alla ricerca di quel che in patria non riescono a trovare. Un problema serio che - con alcuni accorgimenti di politiche attive - potrebbe diventare un fenomeno di “circolazione di cervelli” sulla via del ritorno. Vivo il dibattito che ha segnato i due giorni di Forum. Le numerose testimonianze delle Scuole Medie di San Marino, di due Licei di Sulmona (gemellata con Serravalle),di due licei di Rimini hanno fatto sentire che molti giovani non vogliono fare a meno degli adulti, ma che da essi esigono ascolto e rispetto, pur riconoscono i loro limiti e il rischio della loro solitudine. Non è sfuggita a molti l’assenza del Liceo di San Marino. Tutto il significato del Forum è stata sintetizzato dal prof. R. Di Nubila, responsabile scientifico dell’iniziativa - nel detto popolare francese: “ Se i giovani sapessero…se gli adulti potessero!”. Non formali le presenze delle istituzioni, dall’Udienza della Reggenza, alla partecipazione di Segretari di Stato, del Vescovo Turazzi, dell’Ambasciatore di Italia, dei Capitani di Castello, di rappresentanti di vari, ma specialmente di un pubblico di adulti e di giovani che, nei loro interventi, hanno confermato che ancora “il dialogo è possibile”. Molto positivo il giudizio finale delle 20 Associazioni promotrici e del Capitano di Castello di Serravalle Vittorio Brigliadori.
Comunicato stampa
Forum del Dialogo
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