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DIM: C'erano un banchiere, un saudita e un direttore di Banca Centrale…

29 gen 2019
DIM: C'erano un banchiere, un saudita e un direttore di Banca Centrale…
Ci sarebbe da morir dal ridere se non fosse drammatica (per i sammarinesi) la vicenda che lega Marino Grandoni, Ali Turki e Mohamed Ali Ashraf, protagonisti di interviste e dichiarazioni alla stampa nelle ultime ventiquattr’ore. La litigiosità dei tre di fronte alle telecamere puntella l’affermazione del DottIng: “Siamo stati ingannati tutti – ha dichiarato Grandoni riferendosi ad Alì Turki – tuttavia ora è evidente che la teoria del complotto tra noi, il saudita e banca centrale, è del tutto infondata”.

Nessun accenno ai contenuti dell’ordinanza del Giudice Morsiani che in un’ottantina di pagine ricostruisce i rapporti intercorsi nell’ultimo anno e mezzo tra i vertici di banca CIS e Banca Centrale, in particolare con il Direttore Roberto Moretti. Una ricostruzione che evidenzia una Banca Centrale che acconsente all’erogazione di 15 milioni di euro in favore di banca CIS basandosi su una coerenza documentale “artificiosa”. Lo stesso CIS che, per mano di Daniele Guidi, chiede aiuto per il sostegno alla liquidità nel frattempo concede milioni di euro di prestiti – in base a quanto scrive il Tribunale - a persone e società prive di adeguato merito creditizio; vende a Banca Centrale i titoli di Confuorti azzerandone i debiti; tratta con Turki per la vendita dell’istituto bancario che intanto, grazie al decreto del governo, vede trasformare il proprio credito di imposta in un credito milionario da vantare con lo Stato; riesce a farsi aprire un conto interbancario dentro Banca Centrale per far transitare i soldi di Turki. E Ashraf? Sarebbe il mediatore della compravendita e destinatario perciò di lauta provvigione. Mai nominato in questi due anni, se non in alcuni interventi dei nostri Consiglieri, oggi si rivolge ai sammarinesi tramite il suo avvocato con una naturalezza imbarazzante. (Una nota di colore: sulla carta litigano tutti, poi Ashraf e Daniele Guidi si appoggiano allo stesso avvocato che, un anno fa, rappresentava Turki).

Sui documenti del Tribunale ampio spazio è dato alla Vigilanza di Banca Centrale, quella del contestatissimo Raffaele Mazzeo e di Ugo Granata (che già compare allineato alla “cricca” nell’ordinanza pubblicata lo scorso anno) consapevole delle alterate dinamiche decisionali. Granata comprimario di Moretti. Moretti che non risponde alle segnalazioni di AIF (Agenzia Informazione Finanziaria) in merito ad erogazioni di denaro, da parte di Cis, a persone e società senza merito creditizio. Di fronte a questo stonano i comunicati stampa altisonanti sulla salute del Cis, stona la mancata restituzione di 13.5 milioni di Leiton Holding (proprietaria del Cis) alla Cassa di Risparmio. E stonano soprattutto gli ottimi dati forniti dal Cis al Consiglio di Previdenza che periodicamente richiede informazioni a salvaguardia dei fondi pensione allocati nella banca: 85 milioni di risorse previdenziali (24 milioni di liquidità e 61 in PCT).

Impossibile ignorare le responsabilità di una classe politica che ha appoggiato la nomina di Moretti (proveniente da Carisp) che il Tribunale descrive come in continuità con Savorelli; che non ha alzato un dito per Granata; che ha confezionato su misura la residenza elettiva per Turki; che ha chiuso gli occhi di fronte all’infiltrazione dell’Advantage di Confuorti e all’affossamento di Carisp. In ogni caso saranno sempre i sammarinesi a pagare il prezzo di quello che, secondo Marino Grandoni, non è un complotto.
Perché di azioni di responsabilità, anche questa volta, non se ne vede l’ombra. Quello che si vede invece, è il decreto legge emanato dal governo per sostenere il CIS. La banca va salvata? Sì, quello è il fine dei commissariamenti. I vertici della banca devono pagare, non i sammarinesi. Loro sì che sono stati ingannati tutti.

Comunicato stampa
Movimento RETE
Movimento Democratico San Marino Insieme

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