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Disabili dimenticati dalle istituzioni

10 lug 2019
Disabili dimenticati dalle istituzioni

Il laboratorio Atelier è sempre stato per i nostri ragazzi disabili il luogo dove, completato il ciclo scolastico, approdano per proseguire la strada intrapresa con slancio all’interno della nostra società, è sempre stato una grandissima risorsa, con dei potenziali enormi in passato spesso ben sfruttati ed efficienti.  La nostra è una piccola realtà circoscritta, ma in questi anni il numero dei ragazzi ha continuato ad aumentare con l’inserimento ogni anno di nuovi ragazzi affetti da disabilità intellettive più o meno gravi, accolti con gioia dai ragazzi più grandi e dagli operatori, ma l’aumento del numero dei ragazzi oltre a gioia ed allegria ha portato numerosi problemi di gestione della struttura. Quello che noi famigliari possiamo riscontrare è che oggi il numero degli operatori ed educatori è gravemente insufficiente, in questo modo non viene data la possibilità ad ogni ragazzo di poter proseguire un cammino individuale mirato e strutturato sulla base delle proprie caratteristiche, ma si dà alle famiglie solo un luogo dove, permetteteci il termine, “parcheggiare” i propri figli. Vediamo gli operatori arginare come possono la situazione ma con scarsi risultati, i ragazzi sono relegati tutti insieme in una piccola parte della struttura per consentire ai pochi operatori se non altro il controllo della loro sicurezza, ma in questo modo sono gravemente limitate le loro attività sia interne che esterne, nonché quelle presso privati che con gioia si sono prestati a dare la possibilità ai ragazzi di lavorare in realtà della nostra Repubblica rendendoli fieri e soddisfatti di imparare e rendersi utili, il numero limitato di operatori infatti impedisce il regolare svolgimento di queste attività limitandole alle occasioni in cui nella organizzazione generale risulta possibile accompagnare i ragazzi presso le strutture. Lavorare con un numero maggiore di operatori in piccoli gruppi darebbe la possibilità ad ognuno di seguire questo percorso di crescita personale necessario per fare fronte alla loro vita.  Da anni le famiglie hanno fatto presente alle istituzioni che lo spazio della struttura è per la maggior parte occupato dagli uffici e da altre attività del servizio minori (non legate alla disabilità) relegando i ragazzi disabili a restare relegati in una piccola parte della grande struttura, ma la situazione continua a restare invariata.   La sede dell’Atelier si trova in uno spazio circondato dal verde, dove l’area esterna non viene sfruttata in alcun modo. Il contatto con la natura è importante e con più personale si potrebbero creare ad esempio dei laboratori di giardinaggio e nella bella stagione praticare attività motoria all’aria aperta. L’attività fisica è fondamentale per la salute, ma se non inseriti in gruppi sportivi esterni purtroppo i ragazzi non praticano nessun tipo di attività motoria.   In ultimo, una volta inseriti nel mondo del lavoro, i ragazzi vanno monitorati e laddove possono sorgere dei problemi, questi andrebbero risolti e non rimandati. I nostri ragazzi hanno bisogno di essere seguiti in tanti aspetti della loro vita quotidiana e noi famigliari abbiamo bisogno dell’aiuto di un’istituzione forte e ben strutturata, purtroppo negli ultimi anni le istituzioni sono invece rimaste sorde alle richieste di aiuto di queste famiglie che si trovano a vivere situazioni di vita quotidiana già di per sé complesse e che si sentono abbandonate a loro stesse, con il solo aiuto dei pochi operatori concessi alla struttura che cercano di fare quanto possono ma di certo non riescono a gestire i ragazzi in sicurezza e ben poco riescono a fare per la loro autonomia personale e per la loro crescita.  Le parole che sentiamo pronunciare legate alla disabilità sono sempre tante e sono sempre bellissime. Abbiamo bisogno però che quelle parole possano concretizzarsi, perché alla fine tutti noi, singoli cittadini o pubbliche istituzioni, siamo quello che facciamo e non quello che diciamo.  I pensieri sono altissimi, le azioni?  Ci auguriamo che le istituzioni preposte da subito porgano rimedio a questa situazione che già troppo si è protratta a discapito di ragazzi fragili, che già la vita ha provato abbastanza, affinché non si sentano abbandonati da chi ha il dovere di occuparsi di loro.

I famigliari dei ragazzi dell’Atelier


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