La disinformazione sull’IVA continua

La disinformazione sull’IVA continua.
Ultimamente, nell’intento di giustificare l’introduzione a San Marino di una nuova imposta sul modello IVA, si è citato Andorra come modello da cui prendere esempio.

Andorra ha adottato un sistema d’imposte indirette, sul modello IVA, nel 2013. Prima non aveva alcun tipo d’imposta indiretta. La Repubblica di San Marino ha, invece, dagli anni settanta un sistema d’imposte indirette (Monofase) che nel 2015 ha assicurato 64 milioni di euro all’anno d’imposte all’amministrazione pubblica, che lascia margini importantissimi di competitività all’economia Sammarinese e non crea distorsione con l’Unione Europea.

Il sistema d’imposte indirette di Andorra, seppure del tipo IVA, non è ritenuta euro compatibile, tanto è vero che vi sono ancora limiti alla quantità di merce che i non residenti possono acquistare e introdurre nell’area UE. A questo fine vi sono appositi controlli doganali. L’aliquota IVA base è del 4,5%, ritenuta troppo bassa dall’UE. Attualmente i Paesi membri UE hanno quasi tutti un aliquota base IVA superiore al 20 %. Solo pochi i paesi che hanno un’aliquota inferiore, il più basso il Lussemburgo con il 17%, due punti sopra il limite inferiore minimo fissato dalla direttiva 2006/112/CE dell’Unione Europea.

Andorra non ha adottato un sistema d’imposte indirette IVA per omologarsi con l’Unione Europea, né per facilitare le esportazioni, ma per reperire imposte per il bilancio pubblico gravemente sofferente dopo la crisi del suo sistema bancario-finanziario e del turismo degli ultimi anni. Da questo punto di vista gli intendimenti sembrano abbastanza in linea con le intenzioni della Segreteria alla Finanze di San Marino.
Andorra esporta percentualmente poco e il settore industriale ha poco peso rispetto a quello (seppure ridimensionato) bancario- finanziario e turismo-commercio. Nel 2014 Andorra ha introdotto un’imposta sul reddito delle persone fisiche, che prima non esisteva. L’imposta sul reddito delle società è stata recentemente innalzata, anche se tuttora più bassa di quella sammarinese. Non ha accordi di associazione con l’Unione Europea e paga dazi per esportare prodotti agricoli nell’area UE. Insomma anche Andorra è in difficoltà e ha l’esigenza di fare cassa, aumentando l’imposizione fiscale.

Stupisce sentire ancora affermare che nell’introdurre un sistema d’imposte sul modello IVA a San Marino, noi potremo fare come vogliamo, senza dovere rendere conto all’Unione Europea. La Commissione Europea, che è l’organismo competente in materia, in un suo recente documento ufficiale indirizzato alla Segreteria alle Finanze ha scritto in maniera molto chiaro che non sarà cosi. Infatti, prende atto che nel progetto di legge Sammarinese per introdurre il sistema IVA si dice chiaramente (articolo 54) che San Marino s’impegna a recepire i regolamenti, leggi e sentenze dell’Unione Europea in materia. La Commissione Europea scrive anche molto chiaramente che, poiché nel progetto di legge non sono definite le aliquote che si andranno ad applicare, si riserva di valutarli in seguito per verificare che siano in linea l’articolo 97 della Direttiva 2006/112/CE che definisce l’aliquota base minima applicabile nella misura del 15%.

La IUS trova molto preoccupante, nel momento in cui si discute di scelte importanti per il futuro del Paese, il perdurare della disinformazione sugli effetti e sulle reali conseguenze dell’introduzione del sistema IVA a San Marino. IUS continuerà ad opporsi in tutte le sedi ed in ogni momento a provvedimenti che parlano solo di tasse, soprattutto a fronte di un Governo impotente ed inconcludente nel proporre al Paese ed in particolare al settore turistico commerciale, una visione ed un progetto di sviluppo che contrasti la palese e conclamata recessione.

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